Un martire della libertà” recita l’occhiello di un pezzo a due colonne, spuntato fuori per caso da una ruvida pagina di un giornale del 1945 che sta sfogliando Sergio Capizzi. Il titolo riporta un nome, stampatello, ungherese: Géza Kertész. Nel 2010, cercando quel nome in giro, tra libri e internet, si trovano poche, confuse, contraddittorie informazioni. Sicuramente, è il mister della prima promozione in Serie B della SS Catania. Già da un po’, si lavora alla stesura di “Tutto il Catania minuto per minuto” e si trova uno spazio per quel pezzo integrale, firmato da Enzo Longo, il giornalista che raccontò le gesta dei rossazzurri anni trenta e quaranta.

La storia sembra interessante, ma c’è davvero poco su cui lavorare per approfondirla. Finché Filippo Solarino trova Nino Kertész, il figlio di Géza, che vive a Salerno. La sua intervista è il secondo passo delle ricerche che condurranno alla riscoperta di un eroe calcistico che, al fianco di István Tóth, si adoperò nella resistenza antinazista a Budapest. Di certo, si occuparono di difendere i ponti sul Danubio, ottennero dei lasciapassare per dei loro amici dissidenti ed ebrei, ne nascosero anche qualcuno a casa dopo averli tratti fuori dal ghetto. Furono traditi, incarcerati, torturati e uccisi poco prima della liberazione. Questi dettagli trovano conferma in vari giornali e documenti dell’epoca anche in ungherese, ripescati poco a poco tra biblioteche fisiche e archivi online da Roberto Quartarone.

L’8 aprile 2011 viene protocollata la richiesta al Comune di Catania di intitolare una via all’allenatore ungherese passato da Catania. È il primo atto del comitato pro-Géza Kertész, formato da un gruppo di appassionati che gravitano attorno agli autori di “Tutto il Catania minuto per minuto”, si propone di «diffondere la conoscenza della storia umana» dell’allenatore. Il 27 aprile 2015 si raggiungerà il primo scopo: la via intitolata dal sindaco Enzo Bianco è una tra via Sebastiano Catania e via Galermo, che costeggia il PalaGalermo e un campo di calcio del Cus.

Le iniziative del variegato comitato si susseguono: il 18 maggio 2012, durante la presentazione della seconda edizione di “Tutto il Catania minuto per minuto”, viene lanciato l’appello per preservare le tombe di Kertész e Tóth nel cimitero degli eroi di Kerepesi; il 29 settembre 2013 si organizza una mostra fotografica e un torneo di calcio giovanile tre contro tre a piazza Verga nell’ambito della giornata della Cultura ebraica. Il 3 marzo 2015 inizia la campagna su Change.org per dedicare un murale all’allenatore ungherese. Se ne parla al centro Paternò-Tedeschi (21 giugno 2015), nelle giornate della memoria a Gela (15-17 settembre 2015).

Ad aprile 2016, per Edizioni inContropiede, Roberto Quartarone pubblica Due eroi in panchina, il primo libro dedicato a Kertész e Tóth. Da lì il comitato cammina di pari passo con le presentazioni del volume in giro per l’Italia, fino a Malta. Kertész viene inserito tra i volti del murales dello stadio Massimino, gli viene dedicata una targa in collaborazione con l’associazione culturale italo-ungherese e con la spinta di Salvo Giglio. La Compagnia Carnevale mette in scena il pluripremiato Il Bradipo e la Carpa, l’adattamento teatrale di Due eroi in panchina.

L’obiettivo principale del comitato pro-Géza Kertész è stato raggiunto: far conoscere un allenatore che ha dato la propria vita contro il nazismo.

 

  • Comitato pro-Géza Kertész