Clamoroso al Cibali

Da “La Repubblica” del 1-2 agosto 1993

IL CALCIO CHE SPARISCE

Clamoroso al Cibali…

Debiti per 50 miliardi, follie, giocatori a spasso: non iscritte alla C sei società del Sud. Fra queste anche alcuni club con un passato: come il Catania

ROMA – Non sentiremo più, nei collegamenti radio, l’esclamazione “clamoroso al Cibali”. Chiude lo stadio di Catania. Sprofonda il Sud del calcio sotto un macigno di quasi 50 miliardi di debiti: scompaiono squadre di antiche tradizioni, oltre un milione di abitanti restano senza pallone e qualche calciatore rimane anche senza stipendio e senza lavoro.

Ieri l’ultimo consiglio federale, dopo una lunga, travagliata e dolorosa riunione ha escluso dal prossimo campionato di Serie C1 sei squadre: Casertana (fallita), Catania, Messina, Taranto, Vis Pesaro (fallita) e Ternana (fallita). Il Suzzara era già da tempo scomparso. Tutta salve invece in C2 anche perché Casale e Varese hanno chiesto ed ottenuto, di scendere nei Dilettanti, per cercare di risparmiare (Matarrese ne elogia “la serietà e il coraggio”).
Non era mai successa una simile “ecatombe” di squadre, e di così grande nome: in passato la media era intorno alle 4-5 per stagione, zero lo scorso anno (ma fu un caso particolare).
Adesso la crisi è esplosa più fragorosa ed inquietante che mai: sì, perché fra quelle che sono riuscite ad iscriversi in extremis (la Lega di C, nella prima smazzata, ne aveva escluse ben 33) chissà se tutte riusciranno a finire la stagione. E chissà se Sambenedettese o Siracusa o altre arriveranno a giugno ’94 con gli stessi problemi di oggi.

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Si torna indietro di mezzo secolo

Da "La Sicilia" del 2 agosto 1993 Il Catania non è nuovo, purtroppo, a certe disavventure, anche se questa sua ultima caduta libera verso un destino ancora incerto (campionato minore? abbinamento? e non era meglio allora accettare la procedura fallimentare?) va oltre ogni precedente. Nell’immediato dopoguerra, diciamo fine 1944, l’Associazione…

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Cinesinho tra Pelé e José Altafini

Catania e Messina: è l’addio

Da “La Sicilia” del 21 agosto 1993. Catania e Messina: è l’addio La fine dei due club - La Giunta Esecutiva del Coni ha respinto i reclami delle due società isolane, cancellandole definitivamente dalla mappa del calcio italiano Dalla speranza alla triste realtà di Nuccio Schillirò ROMA – Tanto tuonò…

Verdetto sorpresa

Da "La Sicilia" del 15 settembre 1993 "Rivoluzione" a campionato già cominciato Verdetto sorpresa il TAR riammette il Catania in C1 Un’autentica bomba, inattesa se non dalla parte interessata. Un’ordinanza del Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, sezione staccata di Catania, la terza per la precisione. Un atto, quello firmato dal…

Catania nel pallone

Da “I Siciliani” del settembre 1993

CALCIO/IL PASTICCIO DELL’ESTATE

Catania nel pallone

Massimino, Proto, Attaguile, Massimino, Proto, Massimino: dietro la storia del Catania Calcio dieci anni segnati da affettuosi onorevoli, falsi imprenditori, improvvisati tifosi, cattivi ragionieri

di Piero Dupplicato

Alla fine è venuto fuori un pasticciaccio. Catania prima si è svegliata senza calcio professionistico e poi si è ritrovata con troppe squadre, mettendo in crisi l’intera federazione nazionale. Così dieci anni di tormenti, di crisi, di litigi, di falsi entusiasmi e soprattutto di tanta, tantissima carta bollata sono finiti sulla prima pagina di tutti i quotidiani italiani.

Dieci anni segnati da affettuosi onorevoli, falsi imprenditori, improvvisati tifosi e cattivi ragionieri. Al Catania Calcio, per esempio, l’emergenza economica negli ultimi tempi era diventata di casa; ma nessuno aveva mai creduto che, a dieci anni dalla partecipazione all’ultimo campionato di serie A, per la società rossazzurra fosse giunto il momento di sentirsi dire: “beh, grazie per il passato, ma adesso non avete più i numeri per stare col calcio che conta”. Che poi “il calcio che conta” si fosse ridotto da un po’ di tempo al campionato di serie C1, questo è un altro discorso.
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Il Catania riammesso in C1

Da “Il Corriere dello Sport” del 1 ottobre 1993

CLAMOROSO AL CIBALI
Il Tar ordina, i commissari giudiziali eseguono: ieri si sono installati in Lega a Firenze per rivoluzionare il calendario

Il Catania riammesso in C1

Domenica affronterà in casa il Giarre, l’Avellino riposerà. Oggi sarà pubblicato tutto il resto del nuovo programma a 19 squadre. Scortati da un funzionario della Digos, i due “inviati” hanno lavorato per molte ore e poi hanno firmato il comunicato.

di Alessandro Mita

FIRENZE – Ore 17,30. Nelle mani dei cronisti viene consegnato un comunicato storico. C’è l’intestazione della Lega Professionisti serie C, in calce le firme di un consigliere del Tar siciliano (Giuseppe Caruso), di un funzionario dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Firenze (Giuseppe Albezio) e della segretaria della Lega (Marinella Conigliaro). Firme siglate sotto il controllo di un esponente della Questura fiorentina (Antonio Trapani). Nel comunicato si legge che il Catania è ammesso al Girone B della C1 e di seguito viene riportato il programma della giornata di campionato di domenica prossima. Non più Avellino-Giarre, bensì Catania-Giarre, con gli irpini costretti al riposo. (altro…)

Il Catania vuole esistere

Da “Il Corriere dello Sport” del 4 ottobre 1993 </i/>

CATANIA IN TRIONFO AL CIBALI
Diecimila spettatori per la partita che non c’è stata: poi 4-0 alla Palestro. Applausi al patron che attacca ancora Matarrese.

Il Catania vuole esistere

Contestazione al sindaco Bianco che scarica le colpe sulla Figc. Stasera festa in piazza. Domenica con il solito Giarre a Casarano

Salvatore Geraci

CATANIA – È la cronaca di una partita che non si è mai giocata, di un sogno irrealizzato, di un pomeriggio di pane, calcio e…fantasia. Undici fantasmi rossazzurri, diecimila tifosi veri ed entusiasti, perfino il sapore del gol. E l’urlo, un boato, quando il Catania è uscito dal sottopassaggio alla ricerca di un incantesimo che lo facesse tornare nel mondo del pallone. Riflettori e telecamere si sono accesi su un paesaggio irreale: le squadre che arrivano, la lista presentata ad un arbitro che non c’è, la lettura delle formazioni, gli olè e i “chi non salta Matarrese (o Bianco) è…” a scandire i momenti preparatori, perfino l’attesa dei 45′ regolamentari per l’assenza dell’avversario, la radiocronaca delle emittenti locali, il silenzio di Jaconi. Tutto come se il calcio abitasse qui. (altro…)

Catania, diritto di esistere

Da “Il Corriere dello Sport” del 10 ottobre 1993

LA VITA RICOMINCIA
Da Palermo la svolta: la squadra siciliana non può giocare in C1 ma non doveva essere cancellata dal calcio. Ordinata la riaffiliazione

Catania, diritto di esistere

La sentenza dopo 5 ore e mezza di camera di consiglio. Ora la Federcalcio dovrà stabilire in quale campionato sarà riammessa la squadra. Massimino polemico: “Ma non potendo fare la C1, chi ci rimborserà i miliardi persi? Matarrese fa ciò che vuole, ci vorrebbe un Di Pietro!”

di Salvatore Geraci

PALERMO – Il Catania tornerà a giocare, la condanna a morte firmata dalla Federcalcio è stata annullata. Una vittoria non totale, ma pur sempre importante, che riabilita la città e Massimino. È questa la conclusione di una intensa giornata ricca di emozioni. “Il Consiglio di giustizia amministrativa… 1) annulla l’ordinanza n. 802/1993 (la prima di Zingales) nella parte in cui ha sospeso i provvedimenti di esclusione e di non iscrizione del Catania al campionato di serie C1 ed ha ammesso con riserva la società al campionato stesso; 2) annulla l’ordinanza 929/1993 (la seconda di Zingales) in quanto consequenziale e applicativa della precedente; 3) dichiara la sopravvenuta caducazione dei provvedimenti adottati dai commissari ad acta; 4) conferma l’ordinanza n. 802/1993 nella parte relativa alla sospensione della revoca dell’affiliazione”.

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Catania, ingiustizia è fatta

Da “Il Corriere dello Sport” del 19 ottobre 1993

IL CASO

Il CF riunitosi ieri, dopo una lunghissima discussione, ha relegato la squadra nel campionato regionale d’Eccellenza

Catania, ingiustizia è fatta

Nessun impegno per il recupero in C tra un anno. Matarrese: «Noi non siamo commercianti»

di Angelo Pesciaroli

ROMA – Niente da fare, Catania è stata mortificata. La sua vecchia società, quella di Angelo Massimino, non è stata riammessa in un campionato pro, neanche dopo l’ordinanza del Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo. Potrà iscriversi, e per farlo ha tempo solo sino a venerdì, al campionato d’eccellenza siciliano. Si tratta del secondo livello del dilettantismo regionale. Niente C1, niente C2, niente campionato nazionale dilettanti. E soprattutto nessun impegno ufficiale per l’anno prossimo. Matarrese è stato esplicito: (altro…)

Catania ha fatto festa per il Catania

Da “Il Corriere dello Sport” del 5 novembre 1993

0-0 CONTRO IL PATERNÓ
Cibali in festa per il debutto nell’Eccellenza: ottomila tifosi, il sindaco, la banda. E un protagonista su tutti: Massimino

Catania ha fatto festa per il Catania

Grande commozione e splendido show sugli spalti, perdonato anche Matarrese. Squadra viva, ma la gara non ha avuto storia

di Alberto Pagliari

CATANIA – Al cuore non si comanda. Il vero Catania è questo, non importa se lo hanno sbattuto tra i dilettanti. La gente ha risposto all’appello, la festa è di quelle che mozzano il fiato. Tre mesi hanno atteso, tre lunghissimi mesi senza mai perdere la fede. E alla prima chiamata di Massimino hanno risposto in tanti. Tribuna piena, curve con poche defezioni. Ottomila, forse di più. Una stima non è possibile farla visto che il presidente per richiamare a raccolta la sua gente ha concesso alle donne e ai ragazzi l’ingresso gratuito. Il prologo ha strappato anche qualche luccicone. La banda in campo, il drappo del Catania portato sotto le curve da una trentina di ragazzi perfino un quadro raffigurante l’ultimo Catania, quello dell’83, quando militava in serie A, portato in processione sotto la tribuna. Sono venuti tutti, perfino il sindaco Bianco, accompagnato dall’assessore allo sport Pettinato. Per il primo cittadino il bagno di folla è la testimonianza che Catania merita molto, molto di più. “Mi auguro di vedere presto questa squadra tra i professionisti. La gente è venuta con il cuore in mano, non possiamo più deluderla”.

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