Taranto è rimasta forse l’ultima grande città d’Italia senza nemmeno un campionato di Serie A nonostante i quasi 100 anni di storia calcistica.
Tanti i tornei cadetti per la compagine ionica, pressoché rari gli assalti alla massima serie. La Taranto sportiva attuale sta vivendo un momento agrodolce: sono ormai più di 30 i campionati consecutivi senza Serie B. Il Massimino ospiterà il 30° confronto tra Catania e sodalizi calcistici tarantini.
I primi Catania-Taranto: anni Trenta e conflitto bellico
Il 5 maggio 1932 per la prima volta il Taranto fa visita alla tana rossazzurra di piazza Esposizione: 2-0 etneo firmato da Raffaele Pulzone (46°) e Piero Cini (63°). Il torneo di Prima Divisione volge al termine senza sussulti, ma Cini ha un record invidiabile: è il bomber della squadra con 15 reti pur disputando appena 11 delle 28 gare totali. Il primo confronto in cadetteria cade ancora ad inizio maggio, il 3 maggio ’36, 31° turno di campionato, 1-0 finale con firma di Cocò Nicolosi a metà ripresa.
Il primo punto strappato in Sicilia non è del Taranto ma della Pro Italia, club secondario che però nella stagione ’38/39 disputa la Serie C al pari dell’undici che porta il nome della città capoluogo. Il 9 ottobre ’38 uno 0-0 al Cibali dà lustro alla Pro Italia che nella gara di ritorno riesce a battere un Catania destinato comunque alla gloria della promozione in B. Ormai in pieno conflitto bellico ecco due gare significative sempre in serie C: la prima il 30 marzo ’41 col Taranto corsaro per 0-1, gol lampo di Bellucco al 5° e primi due punti ionici in casa catanese.
La seconda partita merita una particolare menzione, parliamo del il 3-0 inflitto ai tarantini il primo marzo ’42, sedicesimo turno di un rachitico gironcino di C con appena 13 partecipanti. L’aria è pesante, più che le variopinte divise dei calciatori, trottano a Catania le lugubri uniformi delle truppe dell’Asse. Il Catania ’41/42 vorrebbe spaccare il mondo e a tal proposito ingaggia il poderoso centravanti Engelbert Koenig, un 22enne austriaco costretto a prendere la cittadinanza tedesca in ossequio alle leggi naziste dell’Anschluss. Koenig è l’eroe di quel Catania-Taranto 3-0, segna tutte e tre le marcature (11°, 55°, 67° minuto) e una sua iconica foto mentre realizza al volo di destro uno dei tre gol compare come copertina del bellissimo libro che Roberto Quartarone ha dedicato all’allenatore Geza Kertesz, tecnico rossazzurro di quel torneo ’41/42 concluso con un anonimo sesto posto mitigato appena dal titolo di capocannoniere del girone proprio di Koenig, 18 reti in 23 gare. Il bomber austro-tedesco si farà strada in Serie A giocando poi alla grande con Lazio, Sampdoria e Genoa.

Il dopoguerra
Le vacche magre tarantine in terra rossazzurra proseguono dopo la fine del conflitto, per tutti gli anni Cinquanta e oltre fino a coincidere con due campionati fortunati conclusi con altrettante promozioni in massima serie. Intanto, il 25 settembre ’49, a cadere al Cibali è l’Arsenal Taranto, rimasto unico club cittadino in serie cadetta. È un 2-1 in rimonta perché i pugliesi passano in vantaggio al 50° con Silvano Toncelli. Dopo 14 minuti pari catanese con Dandolo Brondi. La compagine siciliana (neopromossa in B dopo 8 anni d’assenza) ha la meglio solo al 90° grazie a Bruno Porcelli. Corre il terzo turno d’andata della B ’49/50, è il primo storico successo in cadetteria per il neonato Calcio Club Catania 1946 allenato da Mario Magnozzi.

Quanti 2-0!
Durante tutti gli anni Cinquanta il Cibali diventa un vero fortino rossazzurro, con risultati fotocopia: 2-0 il 23 ottobre ’55 (doppio Renato Cattaneo al 1° e al 26°); 2-0 il 3 marzo ’57 con le firme di Renzo Uzzecchini (55°) e Ciccio Patino (67°); 2-0 il 26 gennaio ’58 griffato Innocente Meroi e Angelo Caroli, un gol per tempo.

Break tarantino l’annata successiva, il 21 settembre ’59, prima di campionato, quando allo ionico Ferrarese (44°) risponde Bastianone Buzzin solo al 75°, 1-1.
Finisce l’era Michisanti e inizia alla grande quella Marcoccio: il 3 gennaio ’60 è ancora 2-0 etneo con Alvaro Biagini (10°) e Manlio Compagno (78°) per un Catania al nono risultato utile di fila e con una sola sconfitta nelle prime 14 giornate di B. Curiosità: per il mediano Biagini annata-record con 9 marcature! Alla fine, Catania promosso in A per la seconda volta nella storia.
Anni Settanta
Dieci anni dopo si ripete il risultato ma non il copione: domenica 8 marzo ’70, in piazza Spedini va in scena un finale thrilling perché il Catania sblocca solo al 76° con Aquilino Bonfanti e raddoppia dieci minuti dopo con Angelo Volpato, stadio impazzito: i fantasmi dello 0-1 casalingo di 7 giorni prima contro la Ternana sono fugati e la A sarà tale tre mesi dopo.
Anche se l’impianto catanese resterà sempre un vero campo-trappola per il sodalizio pugliese, gli anni che seguono sono tutt’altro che brillanti per i rossazzurri.
Domenica 4 giugno 1972 un risicato 1-0 (Fulvio Francesconi al 56°) piega i rossoblù pugliesi in quella che è l’ultima di 5 giornate di squalifica del Cibali (si gioca infatti a Siracusa) dopo i fatti di Catania-Como 2-2.

Il Taranto sfiora la vittoria l‘annata successiva quando Ciccio Colombo al minuto 83 rimedia al vantaggio di Paina al 39°.
Pari ad occhiali il 20 gennaio ’74 (dirige Agnolin di Bassano del Grappa) e nessun tifoso rossazzuro può immaginare in quel momento che quella sarà l’annata dell’ultimo posto in cadetteria nettamente staccato dalla quota-salvezza.
Un rigore di Spagnolo al secondo di recupero del primo tempo regala al Catania un 1-0 preziosissimo in chiave salvezza il 18 aprile ’76, a 9 giornate dalla conclusione.
Stesso punteggio l’anno dopo, ma stavolta il destino finale è il secondo capitombolo in Serie C in 3 anni: Bortolo Mutti decide la sfida del 12 dicembre 1976.
Anni Ottanta
Gli anni ’80 si aprono con un altro successo col minimo scarto firmato da Marco Piga al 5° minuto del primo tempo il 16 novembre 1980: è una fase di netta ascesa per la squadra di Mazzetti dopo un inizio incerto. Nelle fila tarantine con la casacca numero 9 c’è proprio Bortolo Mutti che a fine campionato collezionerà un’altra retrocessione, stavolta non con la maglia rossazzurra.
Ci vorrebbe un romanzo per narrare il “bestiale” 3-3 datato 12 maggio ’85. Stadio deserto, Catania in caduta libera e indirizzato verso un’ignominiosa seconda retrocessione consecutiva. Il Taranto fanalino di coda sembrerebbe l’avversario ideale per rinascere. Mastalli, l’ultimo ad arrendersi, segna al 35°. Poi si scatena una delle bestie nere più prolifiche della storia etnea: Pasquale Traini. Pareggia al 51°, poi porta i suoi sull’1-2 al 64°. Ciccio Ermini fa 2-2 due minuti dopo ma al 70° è di nuovo Traini a sforacchiare la bianca rete del Cibali, 2-3. Scoppia il putiferio allo stadio, Il Catania ha una difesa colabrodo avendo subìto 4 palloni dal Genoa sette giorni prima, sempre a piazza Spedini. Solo un gol di Pedrinho a tre minuti dalla fine salva Mimmo Renna a 5 gare dalla fine di un disperato torneo di cadetteria.
Due anni dopo, stavolta, nessuno salva il soldato Catania: il 10 maggio ’87 potrebbe segnare la riscossa rossazzurra. Invece il Taranto di Pietro Maiellaro passa al 24° col bomber De Vitis. Solo al 50° Carletto Borghi riesce a recuperare una partita faticosissima che diventa tragica al minuto 69 quando un’autorete di Maurizio Longobardo riporta gli ionici in vantaggio, 1-2 difeso fino alla fine. La partita segna indelebilmente il rapporto tra la tifoseria e Longobardo, più volte poco apprezzato dalla gente etnea. C’è Pace in panchina ma il Catania cammina, non corre. E alla fine sarà serie C.
Un’altra bestia nera: Sossio Aruta
Poco consolatorio l’1-0 estivo di qualche mese dopo, in Coppa Italia maggiore, il 2 settembre ’87. Segna Pierluigi Pierozzi, 23enne biondissimo centravanti che poi diventerà una mezza-bandiera dell’Atletico.
Combattuto, invece, lo 0-0 di C1 girone B in data 21 gennaio 1990, prima di ritorno. Dirige Rodomonti di Teramo che già al 5° di gioco accorda un rigore ai padroni di casa per spintone a Ghezzi al limite dell’area. D’Ottavio calcia male e la butta fuori. Passano sette minuti e ancora D’Ottavio ha una madornale occasione ma di testa grazia Spagnulo mandando rasoterra fuori. La partita è tutta lì perché il compatto Taranto di Clagluna porta a casa risultato e promozione in B a fine stagione.
Emozionante (ma ininfluente) il 3-2 nel primo turno della poule-scudetto ’94/95 in CND. Un Catania ormai stanco e arrivato centra l’11a vittoria consecutiva dopo l’iniziale choc dell’1-2 tarantino (3° Aruta, 8° La Tartara). La rimonta catanese (invocata da tutto lo stadio poco incline a lasciare vincere gli odiati ionici) inizia già al 10° con il gol di Saro Bonanno. Al 2° della ripresa Peppe Mosca ristabilisce la parità. È Pasquale Marino a strappare il 3-2 al 59°. Servirà a poco perché il Taranto vincerà 2-0 allo Iacovone passando il primo turno.

Un nuovo 3-2 in C2 il 12 novembre ’95 mette una pezza ad un fortissima crisi sopraggiunta dopo l’umiliante 1-4 casalingo contro il Frosinone. Contro il nuovo Taranto capitanato da Loriano Cipriani, Intrieri sblocca la contesa dopo 8 minuti. Immediato il pari ospite col solito Sossio Aruta un minuto dopo. Per fortuna al 18° Naccari riporta il Catania in vantaggio e Andrea Mazzaferro triplica al 43°. I rossoblù non si arrendono e segnano il punto del 3-2 con De Gregorio al 91°, bisogna attendere il triplice fischio del signor Baglioni di Prato per brindare. Una curiosità sull’attaccante Sossio Aruta: implacabile “bestia nera” del Catania negli anni Novanta, in seguito lo si è visto nei panni di “tronista” del popolare people-show tv “Uomini & Donne”.
Nove marzo ’97, una marcatura di Tiziano D’Isidoro al 23° frutta l’1-0 tipico della gestione Gianni Mei, tre punti incamerati senza incantare ma con l’obiettivo play off di C2 messo nel mirino e poi conquistato facilmente.
Quel 3-0 a “Tutto il calcio…” e il gol di Fini
Alzi la mano chi, domenica 10 marzo 2002, ricorda d’aver vissuto il roboante 3-0 inflitto al Taranto dalle frequenze di Radio Uno Rai attraverso “Tutto il calcio minuto per minuto”. Pochi, forse, dato che lo stadio era stracolmo per quella che si era già immaginata come una feroce vendetta nei confronti del club ionico e soprattutto della sua tifoseria macchiatasi, in occasione del match d’andata in Puglia, di striscioni ignominiosi contro la santa patrona di Catania. Vendetta servita magari fredda ma saporitissima: coreografie a dir poco geniali nelle curve e un Catania di Vierchowod che disputa la sua migliore partita dell’anno: Luca Amoruso apre le danze al 43° del primo tempo, sarà l’unico gol stagionale dell’ex crotonese. La ripresa è un trionfo, Michele Fini raddoppia al 16° e Claudio Bonomi timbra il pesantissimo 3-0 che umilia la squadra allenata da Gianni Simonelli. Ogni gol, un collegamento con Nichi Pandolfini inviato di “Tutto il calcio”.

Quando le due compagini si riaffrontano per il redde rationem della finale play off, la musica è diversa. Il Taranto scende in piazza Spedini coi galloni del secondo posto, il 2 giugno 2002, Riganò lì davanti fa paura e Igor Marziano, ex di lusso, promette battaglia. Ci vuole un eurogol di Michele Fini al 4° della ripresa per piegare il team ionico, 1-0. Si va allo Jacovone con le minacce in dialetto degli ospiti imbufaliti dalla direzione arbitrale di Brighi di Cesena (“Adda venè a Tarant!” urlano dalla panchina ospite a fine gara). Sappiamo come è finita.

Epoca recente
Chiudiamo con l’ultima sfida disputata pochi anni fa, sabato 18 febbraio 2017, uno 0-0 lento e deludente valido per la 26a giornata di Lega Pro girone C. La novità di giornata è l’esordio di Mario Petrone sulla panchina rossazzurra dopo l’esonero di Pino Rigoli. Il neo-tecnico dura in tutto 3 partite e poi, dopo l’inatteso 0-2 casalingo contro il Melfi, si dimette rinunciando in tronco all’incarico.
Infine, il match messo in calendario per domenica 27 marzo 2022, 34° turno di campionato Serie C girone C. La partita viene rinviata causa Covid (troppi casi nella squadra tarantina). Pochi giorni dopo il Catania 1946 gioca a Potenza (2-2) l’ultima gara della sua storia. Il 9 aprile 2022 il sodalizio etneo cessa di esistere e tutti gli impegni residui di campionati vengono annullati definitivamente.
Catania-Taranto: tutti i precedenti
1931/32: Catania-Taranto 2-0 (Prima Divisione)
1935/36: Catania-Taranto 1-0 (Serie B)
1938/39: Catania-Taranto 1-0 (Serie C)
1938/39: Catania-Pro Italia Taranto 0-0 (Serie C)
1940/41: Catania-Taranto 0-1 (Serie C)
1941/42: Catania-Taranto 3-0 (Serie C)
1949/50: Catania-Arsenal Taranto 2-1 (Serie B)
1955/56: Catania-Taranto 2-0 (Serie B)
1956/57: Catania-Taranto 2-0 (Serie B)
1957/58: Catania-Taranto 2-0 (Serie B)
1958/59: Catania-Taranto 1-1 (Serie B)
1959/60: Catania-Taranto 2-0 (Serie B)
1969/70: Catania-Taranto 2-0 (Serie B)
1971/72: Catania-Taranto 1-0 (Serie B)
1972/73: Catania-Taranto 1-1 (Serie B)
1973/74: Catania-Taranto 0-0 (Serie B)
1975/76: Catania-Taranto 1-0 (Serie B)
1976/77: Catania-Taranto 1-0 (Serie B)
1980/81: Catania-Taranto 1-0 (Serie B)
1984/85: Catania-Taranto 3-3 (Serie B)
1986/87: Catania-Taranto 1-2 (Serie B)
1987/88: Catania-Taranto 1-0 (Coppa Italia)
1989/90: Catania-Taranto 0-0 (Serie C1)
1994/95: Catania-Taranto 3-2 (poule scudetto CND)
1995/96: Catania-Taranto 3-2 (Serie C2)
1996/97: Catania-Taranto 1-0 (Serie C2)
2001/02: Catania-Taranto 3-0 (Serie C1)
2001/02: Catania-Taranto 1-0 (play-off C1)
2016/17: Catania-Taranto 0-0 (Lega Pro)
Gare totali: 29. Vittorie Catania: 20. Pari: 7. Vittorie Taranto: 2.
In copertina: la coreografia della Tribuna B nella finale d’andata dei play-off del 2002 (foto: CalcioCatania.com)