Dopo l’articolo su tutti i marchi tecnici che hanno vestito il Catania, ripercorriamo adesso la storia degli sponsor sulle maglie rossazzurre.
Premessa: 1981, arrivano gli sponsor sulle maglie da calcio in Italia
La stagione 1981/82 segna per sempre la storia del soccer nostrano dato che finalmente FIGC e Lega Calcio autorizzano le società a inserire sulle maglie da gioco un unico sponsor al fine di migliorare gli introiti e a modernizzare un movimento ancora scosso dall’onda lunga dello scandalo calcio scommesse del 1980.
A dire il vero, era stato il Perugia due anni prima a fungere da apripista in tal senso sfoggiando, in barba alle regole, sulle proprie rosse casacche il logo Pasta Ponte. La vicenda è nota: il sodalizio umbro, veduto sfumare nel 1979 un clamoroso scudetto nonostante le zero sconfitte in campionato, si rivolge all’omonimo pastificio di Ponte San Giovanni per finanziare l’acquisto di Paolo Rossi. L’operazione viene condotta a compimento, ma non servirà di certo a portare il tricolore in Umbria e produrrà anzi la dura reazione della giustizia sportiva: “gli sponsor sono vietati”. Lo stesso Rossi finirà nel calderone del calcio scommesse subendo una durissima squalifica.
Questo clima gratuitamente torbido e oscuro produce per reazione un successivo allentamento di regole fin troppe restrittive concepite a fine anni Sessanta, in un periodo storico ormai lontano: prima vengono aperte le frontiere agli stranieri (’80/81) e quindi viene autorizzato lo sponsor sulla maglia (’81/82).
Non tutti sfruttano tale opportunità, lo stesso Catania (che milita in cadetteria nella stagione ’81/82) non mostra interesse e lascia intonse le sue magliette.
Due sono gli abbinamenti che subito entrano nell’immaginario collettivo: Roma-Barilla e Juventus-Ariston, che per anni costituiranno un tutt’uno con le due società concorrenti nella lotta Nord-Sud degli anni ’80. Tutto ha una simbologia a prescindere dal mero prodotto commercializzato: il termine “ariston” in greco vale per “il migliore, l’aristocratico” perché tale si ritiene da sempre la società torinese e la sua community. Per i colleghi giallorossi della capitale, invece, “la pasta” sintetizza al meglio la popolanità verace delle proprie origini. Superfluo aggiungere quanto questa novità comporti notevoli introiti per le aziende che decidono di investire nel calcio: i supporter delle squadre diventano in moltissimi casi anche assidui clienti dei rispettivi sponsor in un mondo mediatico in tumultuosa crescita grazie a studiate campagne pubblicitarie tra cinema, radio e tv.
“Catania chiama Bonn: rispondi, Bonn”.
Mentre a Palermo subito utilizzano la possibilità, a Catania si attende. Anche il campionato ’82/83 si apre senza sponsor per la squadra. Gli etnei figurano da subito come protagonisti del torneo cadetto con le famose tre vittorie esterne consecutive, senza bisogno di “marchi” sulle casacche. Del resto, fra le falangi del tifo rossazzurro vi è una nutrita schiera di misoneisti che vigila affinché certe “modernità” non violino inveterate consuetudini.
Tutto ciò fino al 16 gennaio 1983, 18a giornata, quando in un Cibali ribollente si sfidano Catania e Lazio: dopo lo 0-1 grazie ad uno spettacolare gol di Bruno Giordano il Catania pareggia al 90° esatto con un rigore di Mastalli, 1-1. Ecco la novità: sulle maglie rossazzurre compare in bella mostra lo sponsor ad altezza petto Haribo, industria tedesca fondata a Bonn il 13 dicembre 1920 da Johann “Hans” Riegel.
Nel 1983 la Haribo è ormai un colosso internazionale dei dolciumi e anche Bonn è al centro del mondo essendo la capitale effettiva della Repubblica Federale Tedesca, eppure sessant’anni prima il suo fondatore iscrisse la neonata piccola impresa disponendo semplicemente di un pentolone, un sacco di zucchero, un forno e un mattarello. Il nome deriva da un acronimo che riassume le generalità del founder e le iniziali della città (HAns RIegel BOnn). La Haribo dovette convivere con l’infamante accusa di aver utilizzato prigionieri di guerra durante il secondo conflitto mondiale, ma tale accusa non fu mai dimostrata.
La Haribo all’epoca produceva soprattutto rotoli di liquirizia, nel logo compariva un bimbo stilizzato piuttosto in carne. Gli anni ’80, periodo alquanto singolare: le tv private italiane pullulavano di spot dove si invitava la popolazione a consumare zucchero senza limiti. Lo stesso zucchero era commercializzato in zollette e venduto per il pronto consumo: questi erano i dettami dell’allora “scienza ufficiale”.
Per anni un po’ tutti abbiamo creduto all’idea che il presidente Massimino in persona avesse chiamato la casa-madre di Bonn (o viceversa ovviamente) trovando infine un accordo che, conti alla mano, finiva per dare al Catania un respiro certamente internazionale in anni bui per la città. In realtà, ricostruendo meglio, i contatti con Haribo ci furono, è vero, ma non con la casa-madre bensì con i concessionari regionali del marchio tedesco. Era (ed è ancora oggi) una prassi consolidata in vari sport quella di rivolgersi a concessionari locali di noti marchi a livello mondiale per ricavarne sponsorizzazioni.
Data l’importante novità, venne subito rifatta la foto ufficiale della squadra con la maglia “aggiornata”.
Per mostrare una fotografia di quegli anni a Catania ricordiamo “Grunf!”, lo spassoso show tv su Telecolor, durante il quale il conduttore Filippo Aricò ripeteva il celebre slogan da lui coniato: “Bambini, abbuffatevi! Perché mangiare è bello!”, il format dello show prevedeva una serie di gare di abilità tra giovani studenti delle scuole medie di Catania.

Il poster al supermercato e il derby della pasta
Con Haribo si va in A, ma si divorzia subito. Per la stagione ’83/84 sulle maglie Adidas a tinta unita c’è S7, una locale catena di supermercati diffusa sul territorio cittadino. Sul campo non va bene (anzi…), in compenso per molto tempo i punti vendita distribuiscono alle casse i poster della squadra fatti stampare in grande quantità. E oggi, ovviamente, introvabili…
Anche per S7 è un matrimonio brevissimo, appena una stagione. La catena S7 a Catania, peraltro, sopravviverà ancora per alcuni anni e poi verrà soppiantata da altre sigle come da prassi nel mondo della grande distribuzione.
Una curiosità: durante l’estate 1983 inizialmente il Catania si allenò con le consuete maglie rossazzurre a strisce già corredate col marchio S7. Poi si decise di confezionare solo maglie da gioco in tinta unita e quelle a strisce col nuovo sponsor sparirono letteralmente.

Il ritorno in Serie B è triste, i giornali sportivi scrivono che a Catania, “dopo il furtivo assaggio della Serie A è rimasta una grande fame da soddisfare…”. Fame di calcio o (anche) fame alimentare? Sta di fatto che ai nastri di partenza per la cadetteria ’84/85 il sodalizio di piazza Spedini sfoggia sul petto il grande logo Pasta Poiatti, azienda da sempre legata alla città di Mazara Del Vallo. Le tenute da gioco sono molto belle e lo sponsor si fonde alla perfezione col rossazzurro fiammante ideato dalla Adidas. Dato che anche la Palermo Calcio è sponsorizzata da un pastificio (Pasta Ferrara) ma milita in C1, il derby si sposta sulle tv locali a colpi di spot: quello di parte rossazzurra è inscenato da una finta regina Elisabetta cui viene offerto un succulento piatto di spaghetti che la monarca divora con voluttà pronunciando con aristocratico accento britannico lo slogan: «Pasta Poiatti, ne mangeresti tre piatti!». In breve, la frase diventa virale a Catania e non solo. La controparte rosanero ha uno spot più classico: una grande tavolata tra parenti sulla quale plana un’enorme zuppiera carica di pasta con in sottofondo il motivetto “pasta Ferrara è buona, perché piace!”.
La seconda metà degli anni Ottanta
Liquirizia, supermercati, pasta… sulle maglie del Club Calcio Catania passa tutto un campionario di edonismo consumistico anni ’80. In tutti i suoi aspetti: il 1985/86 è la volta di una nota agenzia immobiliare specializzata nell’acquisto diretto di immobili da privati: è la CasaMercato.

L’annata successiva il club etneo tarda un po’ a cucire sulle maglie uno sponsor, tanto che l’album Panini non fa a tempo e le figurine del Catania ’86/87 sono senza marchi sul petto. A stagione inoltrata si trova l’accordo con Eurass. Ma anche qui, si balla una sola estate. E non è una bella estate perché dopo 7 anni si torna in C1.
Si ripete lo schema dell’anno prima perché il campionato ’87/88 parte con maglie anonime senza sponsor. Anonimo è anche l’andazzo sportivo rossazzurro, c’è pure (a fine ottobre) un cambio societario con Massimino costretto di nuovo a mollare. Da cosa potrebbe essere simboleggiato il consumismo sfrenato di quel periodo? Da un televisore, magari non solo a “36 canali” come canta Tullio De Piscopo nel notissimo tormentone musicale “Stop bajon” (composto da Pino Daniele). Per cui la Catania del pallone ’87/88 solo a stagione inoltrata stampa sul petto delle sue maglie lo sponsor CosmoTV Color, comparso fino alla risolutiva gara di spareggio-salvezza contro la Nocerina a Cosenza. A dirla tutta, le maglie Latas con questo sponsor “catodico” sconfinano anche nella stagione successiva dato che il girone estivo di Coppa Italia di Serie C ’88/89 è “vestito” con la tenuta dell’annata precedente. I tempi però sono maturi per un matrimonio a lunga scadenza.
Il quadriennio Proter
Il Catania è ormai nelle mani di Angelo Attaguile e di una cordata di imprenditori locali legati in parte al settore edilizio-industriale, di conseguenza il nuovo main-sponsor è la Proter di Misterbianco, azienda che produce prefabbricati in cemento. Il legame dura ben quattro interi campionati, dal 1988/89 al 1991/92. La maglia rossazzurra, in questi anni priva di stemma societario cucito sul petto, diventa immediatamente riconoscibile tra casacche simili di altri club proprio grazie a quello sponsor fidelizzato negli anni. Non certo tempi di vacche grasse sportivamente parlando, anzi, la vita della C1 è dura e non è un caso se, una volta ridata la squadra ad Angelo Massimino, il rapporto con Proter s’interrompa.

Tre anni con la Jolly
Il Catania ’92/93 è, nelle fasi iniziali, un vero vulcano di frizzante entusiasmo: piega al Cibali l’Udinese di Abel Balbo in un’amichevole precampionato, passa il turno in Coppa contro il Licata, seppellisce sotto un pesantissimo 5-1 l’Avellino (sempre al Cibali). Angelo Massimino è un mattatore in grandissima forma, sa che la città ha fame di calcio e cerca di “cucinare” alla comunità rossazzurra pietanze altamente caloriche senza spendere troppo…
Scherzi a parte, sulle magliette del Club Calcio appare per la prima volta il logo della Jolly Componibili, una notissima factory che realizza cucine. Il patròn della ditta è Angelo Cutispoti, reso famoso in quegli anni per la presunta frase: «Io sono sponsor del Catania e presidente del Siracusa».
La Jolly Componibili da tempo aveva lanciato un forte battage pubblicitario sulle tv private siciliane. Il più famoso di questi spot è a buon titolo entrato nel folklore locale ed è stato interpretato dall’attore catanese Gilberto Idonea nei panni del ciabattino Mastr’Austinu alle prese coi turbamenti provocati da una bella ragazza in minigonna che scende da una scala; Idonea prima ammonisce una signora attempata che lo sgrida e poi proferisce languidamente la storica frase: «I cosi belli san’a taliari!». Lo spot, lanciato nel 1987, ebbe talmente successo da costringere le emittenti catanesi a ritrasmetterlo a distanza di parecchi anni a seguito delle pressanti richieste dei telespettatori.
Tre stagioni, dal ’92/93 al ’94/95, inclusa dunque quella vissuta in Eccellenza dopo la “radiazione non esecutiva” dell’estate ’93. Non esiste tifoso catanese che non ricordi la magliettina con lo sponsor Jolly Componibili, specie quella indossata a Gangi il 13 maggio ’95 quando il Catania scese in campo con una maglia in tinta unita rossa in barba a tutte le scaramanzie del caso!

Tra Gheddafi e la vitamina C
Dopo due anni si rimette piede fra i professionisti sbarcando in C2, categoria all’epoca mai disputata dal massimo sodalizio etneo. Che infatti medita di “scappar via” al più presto. Il Catania ’95/96 veste tenute di gioco Devis Sport su cui campeggia il marchio Tamoil, il colosso petrolifero fondato in Olanda da Roger Tamraz nel 1983 e poi ceduto al governo libico. È un tentativo di innalzare il rango della società dopo anni di umiliazioni? Tamoil nel corso degli anni è comparso sulle maglie di prestigiose squadre italiane e internazionali spesso allargandosi anche alla gestione delle società stesse; vestito da Nino Naccari e Pasquale Marino faceva un gran bell’effetto. Anche se non ne fece molto agli avversari…
L’evento tragico della scomparsa di Angelo Massimino (4 marzo 1996) finisce per condizionare anche aspetti come quelli “sponsoristici”. Per la stagione ’96/97 gli eredi del cavaliere devono farsi letteralmente in quattro occupando ruoli dirigenziali contemporaneamente ai loro affari professionali. Il nuovo sponsor tecnico è la Admiral che lascia all’altezza del petto delle magliette da gioco una striscia vuota: manca il main sponsor, proprio quando ce ne sarebbe più bisogno. Sembra avere più appeal l’altra squadra cittadina? Si decide, polemicamente, di riempire quella striscia vuota con la scritta “Angelo Massimino” con la quale il Catania scende in campo nello scorcio iniziale della C2 ’96/97. Resta impressa, in particolare, la trasferta di Teramo datata 15 settembre ’96, terza di campionato. I rossazzurri rimediano una pessima figura soccombendo 4-1. Nel consueto programma sportivo del lunedì un tifoso si sfoga via telefono: «Sono reduce dalla trasferta di Teramo… per andarci ho dovuto vendere l’orologio! Non è giusto! Vogliamo una squadra vera! Chi non è degno di lottare vada via!». Per fortuna il nuovo sponsor Oranfresh apporterà quella slavifica dose di vitamina C che consente al Catania di partecipare al famoso play off contro la Turris.

Il cavaliere dell’Energia
A posteriori, il legame tra il Club Calcio Catania e la SP Energia Siciliana del cavaliere Sebastiano Pappalardo ha sancito pagine gloriose di storia del massimo sodalizio calcistico della Sicilia Orientale. Dal 1997 al 2012 quasi ininterrottamente sulle maglie rossazzurre: dal gol di Robero Manca contro il Messina all’urlo di Taranto verso la B. Dai gol di Lulù Oliveira ai grappoli di reti di Gionatha Spinesi e la conquista della Serie A. Dalle magie completamente folli di Peppe Mascara alla fuga di Mariano Izco in casa della Juve. Dal 3-1 all’Inter di Mourinho fino al record di punti con Vincenzo Montella…
La SP era stata fondata nel 1970 a Piano Tavola. Arrivò ad essere la prima distributrice indipendente di carburante in Europa con un fatturato al 2014 di quasi 137 milioni di euro. La scomparsa del fondatore ha condotto poi al fallimento la gloriosa azienda. Qualche parola sulla figura del cavaliere Sebastiano Pappalardo: uomo mite che non amava i riflettori dei mass media, lungi da noi complimentarci con il suo operato imprenditoriale (non siamo in grado di fornire opinioni competenti in merito), piuttosto ne vogliamo sottolineare la grande passione per i colori del Catania e l’orgoglio col quale anno per anno rinnovava il suo impegno a sostegno di un club calcistico che faceva sognare un’intera regione e non solo. Possiamo qui dire che il matrimonio Sp-Calcio Catania è stato il più lungo e probabilmente il più rappresentativo in assoluto del legame squadra-sponsor, peraltro legato strettissimamente al territorio.

La SP ha “saltato” la sola annata 2003/04 allorquando il Catania di Gaucci fa stampare il nome della Toyota sulle casacche Galex. Una sponsorizzazione di un’unica stagione, voluta dal patròn umbro dato che la compagnia automobilistica giapponese compariva già sul materiale da gioco del Perugia e non solo. Il colosso fondato da Kiichiro Toyoda nella città di Toyota (da cui il nome) è ancora oggi presentissimo nel mondo dello sport.
Tuttavia, dalla stagione ’04/05, il neopresidente Pulvirenti decideva di riaffidarsi alla SP che stavolta resterà fino al 2012 convivendo in alcune annate con alcuni co-sponsor: nella 2007/08, a stagione in corso, arriva l’abbinamento è con Cesame, storica azienda catanese del settore sanitari. Sono anni pieni di emozioni forti, come dimenticare l’ultima di campionato di quell’anno al “Massimino” contro la Roma? Il pareggio del Malaka Martinez e le braccia alzate di Walter Zenga a fine gara sono storia.
A fine anni 2000-inizio anni ’10, SP “duetta” con gli enti amministrativi locali: ’08/09 e ’09/10 tocca alla Provincia Regionale di Catania, mentre nel 2011/12 è proprio la Regione Siciliana a co-sponsorizzare direttamente il sodalizio etneo che in quel periodo diventa, seppur per un breve momento, il club portabandiera dell’Isola. Ognuna di queste stagioni porta in dote record di punti e salvezze anticipate anche se già qualcosa a livello societario scricchiola e pochi lo fanno presente.

Gli ultimi anni di A e il capitombolo in cadetteria
Non era mai successo che sulla maglia rossazzurra comparisse un tipo di sponsorizzazione concreta ma “immateriale”, è il caso di Arancia Rossa IGP che con TTTLines verga le divise da gioco dell’annata dodici-tredici. Il frutto-simbolo della realtà etnea e una compagnia di navigazione napoletana con alcuni dirigenti catanesi che non fanno mistero della fede incondizionata nel club guidato da Nino Pulvirenti: non a caso la società da due stagioni ha ormai fissato la sua sede nell’avveneristico centro sportivo di Torre del Grifo, tutto sembra funzionare e sul campo è un trionfo: ottavo posto finale (l’Inter si piazza nona!), 50 gol fatti, Bergessio con 13 reti tra i principali bomber del campionato, +24 sul Palermo che retrocede in B.

Catania sogna di poter raggiungere l’Europa delle coppe ma intanto, per la stagione ’13/14, ai citofoni del centro sportivo si presenta un certo Pablo Cosentino pronto a scalzare Sergio Gasparin. Le casacche rossazzurre hanno le righine strette in stile anni Settanta (come nella stagione precedente, ma con una banda rossa più larga all’altezza del logo) e sin dalle prime battute i calciatori somigliano a dei “salami” in balìa di un campionato che pare non abbiano mai disputato. È solo un caso che il main sponsor sulle magliette è la Fiorucci? Scherzi a parte, lo storico marchio di insaccati fondato a Norcia ma con sede a Pomezia (e con stabilimenti persino a Richmond, in Virginia) copre i 10 mesi di quell’ultimo triste campionato di A. Chiuso con troppi rammarichi ma con la chiacchierata consolazione del “paracadute” concesso ai club che retrocedono in serie B.
“La risalita sarà immediata”, questo si sussurra tra le strade e i vicoli di Catania nell’estate 2014. Maurizio Pellegrino è confermato, a Cosentino il compito di forgiare una rosa di prim’ordine con tanti stranieri e la coppia Rosina-Calaiò come garanzie in campo. Si allargano le strisce della prima maglia (forse troppo?), c’è ancora la TTTLines come co-sponsor, mentre quello principale arriva qualche giornata dopo: è la catena di discount del patròn rossazzurro, Fortè. Mai nome fu più inappropriato perché quel Catania nonostante il calore di oltre 10.000 abbonati si trascina con debolezza fino a fine torneo salvo brevi fuochi di paglia finiti poi nelle mire della giustizia sportiva. Il cui verdetto riporta i rossazzurri in Serie C dopo 13 anni.
I giorni nostri
Passare in 12 mesi dalla A alla Lega Pro comporta un tracollo a tutti i livelli. Le divise da gioco diventano più che altro delle “tele” su cui apporre tutti gli sponsor possibili. La categoria comporta spese abnormi a fronte di ricavi quasi assenti. Per il campionato di Lega Pro 2015/16 il Catania si accorda con la Muracel, azienda di Biancavilla che fornisce materiale da costruzione, e la Ecogruppo Italia di San Giovanni la Punta, che offre servizi di certificazione biologica e affini. Sul retromaglia fa la sua comparsa la Bacco di Claudio Luca, imprenditore generoso e innamoratissimo dei colori rossazzurri. Il suo forte e incondizionato appoggio al Calcio Catania giungerà fino ai giorni nostri e proseguirà in quelli a venire.
Inutile riepilogare le varie aziende locali che hanno fatto la comparsa sulle mute da gioco dal 2016 a oggi: ormai si sfruttano tutti gli angoli della maglia, le maniche, i pantaloncini…
Discount, centri commerciali, bookmaker, caffè e torrefazioni, aziende di navigazione e di impiantistica, storici bar-tavola calda, concessionarie di automobili, ditte di prodotti petroliferi, funivie, gioiellerie, ristoranti e tanto altro. Un ricco caleidoscopio che profuma di vita commerciale locale come non mai. È il segno dei tempi.

Catania: tutti gli sponsor anno per anno
1982/83 – Haribo
1983/84 – S7
1984/85 – Pasta Poiatti
1985/86 – CasaMercato
1986/87 – Eurass
1987/88 – Cosmo TV Color
1988/89 – Proter
1989/90 – Proter
1990/91 – Proter
1991/92 – Proter
1992/93 – Jolly Componibili
1993/94 – Jolly Componibili
1994/95 – Jolly Componibili
1995/96 – Tamoil
1996/97 – Angelo Massimino/Oranfresh
1997/98 – SP Energia Siciliana
1998/99 – SP Energia Siciliana
1999/00 – SP Energia Siciliana
2000/01 – SP Energia Siciliana
2001/02 – SP Energia Siciliana
2002/03 – SP Energia Siciliana
2003/04 – Toyota
2004/05 – SP Energia Siciliana
2005/06 – SP Energia Siciliana
2006/07 – SP Energia Siciliana
2007/08 – SP Energia Siciliana/Cesame
2008/09 – SP Energia Siciliana/Provincia regionale di Catania
2009/10 – SP Energia Siciliana/Provincia regionale di Catania
2010/11 – SP Energia Siciliana
2011/12 – SP Energia Siciliana/ Regione Siciliana
2012/13 – Arancia Rossa IGP/TTTLines
2013/14 – Fiorucci/TTTLines
2014/15 – Fortè/TTTLines
2015/16 – Muracel/Ecogruppo Italia (fronte); Bacco (retro)
2016/17 – DomusBet/Ecogruppo Italia (fronte); Bacco (retro); GNV (pantaloncino)
2017/18 – DomusBet/Bacco (fronte); Lorè (retro); GNV (pantaloncino)
2018/19 – DomusBet/Porte di Catania (fronte); Zito Caffè (retro); Bacco (manica di sinistra); Tedesco Impianti (pantaloncino)
2019/20 – Crai Gruppo Radenza/Condorelli/Porte di Catania (fronte); Zito Caffè (retro); Bacco (maniche); Tedesco Impianti (pantaloncini)
2020/21 – Super Conveniente Gruppo Arena/Grimaldi Lines/Pokay (fronte); Zito Caffè/Petrol Company (retro); Bacco/Spinella/Tedesco Impianti/Comer Sud Wolkswagen (maniche e pantaloncini)
2021/22 – Ulisse/Super Conveniente/Grimaldi Lines (fronte); Bacco/Lorè (retro); Comer Sud/Café Sauvage (maniche)
2022/23 – Super Conveniente/Funivia dell’Etna Gruppo Russo Morosoli (fronte); Replay (manica destra); Bacco (manica sinistra); Trilogy (retro)
2023/24 – Super Conveniente/Funivia dell’Etna Gruppo Russo Morosoli/Orofollia (fronte); Replay (manica destra); Bacco (manica sinistra); Trilogy/Muracel (retro); Se.Co.Ri (pantaloncino)