Al momento stai visualizzando Racconti di levità catanese

Buongiorno e ben rinvenuti dentro la “Liscia russo-azzurra“ di “Tutto il Catania minuto per minuto”. Vi informo subito che anche oggi, come del resto è stato fatto nelle puntate precedenti, il tema trainante della nostra rubrica sarà la levità.

Partiamo con un fatto capitato il 29 gennaio 1961 con i rossazzurri di Carmelo Di Bella da poco tornati in A e che, nondimeno, hanno l’opportunità di giocarsi a Milano il titolo di campione d’inverno contro l’Internazionale.

In questa santa domenica invernale, però, la Beneamata ce le suona per cinque a zero ma forse non tutti sanno che solo la prima di quelle reti viene realizzata dal biscione nerazzurro. Qualche tempo dopo, difatti, la notizia del poker di autoreti rossazzurre (due di Giavara, una di Grani e una di Corti) trova perfino spazio nella rivista La Settimana Enigmistica, proprio nella rubrica “Forse non tutti sanno che.”

 

Mario Corti
Mario Corti (foto di Raffaello Brullo)

 

Una nuova cosa curiosa a proposito di nerazzurri e rossazzurri capita quell’anno pure  a conclusione del girone di ritorno, il pomeriggio di domenica quattro giugno millenovecentosessantuno. Siamo in piazza Spedini, nel popoloso quartiere Cibali nel centro di Catania ed esattamente all’interno dello stadio polisportivo. Per esser ancora più precisi sono le tre p.m. e tra non molto le due compagini una volta ancora incroceranno i guantoni nell’ultima giornata del campionato di serie A sessanta-sessantuno. Tutti i calciatori rossazzurri, mogi mogi, scuri e muti nello stanzino adibito a spogliatoio, hanno il terrore di subire una nuova manita da quelli dell’Inter allorquando il nostro capitano Mario Corti sale in piedi su una panca,

“Carusi, – inizia a vociare – due palle hanno loro e due palle abbiamo noi! Forza carusi!”

Risultato finale: Catania batte Internazionale due a zero. I gol portano la firma dell’ala Mario Castellazzi nel primo tempo e del centravanti Todo Calvanese nella ripresa.

 

Angelo Massimino

Spostiamoci nel mese di luglio del millenovecentottantuno giacché si parla del Catania all’interno del Guerin Sportivo e qui vengono perfino citati “i bimbi belli”.

“L’anno scorso- scrive Franco Zuccalà- un gruppo di professionisti facenti capo all’Istituito Leonardo da Vinci è venuto allo scoperto con pochi soldi e molte idee. A Catania, città di Musco e quini dell’ironia e del sarcasmo li hanno ribattezzati ’i bimbi belli’ perché hanno portato alcune novità estetico-gastronomiche: fiori alle signore e torroncini agli arbitri che fino a qualche tempo fa ricevevano solo pesci. Pesci in faccia si intende. In realtà ‘i bimbi belli’ sono entrati in consiglio con una piccolissima quota azionaria, hanno collaborato con settanta milioni in ogni caso da far digerire ad Angelo Massimino. Adesso avrebbero deciso di andarsene se la loro azione non dovesse essere assecondata da frutti.”

 

Ora siamo invece in una tiepida sera di giugno millenovecentottantadue. Su Antenna Sicilia danno il “Festival della canzone siciliana. Chi si lariu” Lido Vieri,  allenatore del Siracusa ed ex numero uno dell’Inter consegna il “Puppettu d’argento” al portierone rossazzurro Roberto Sorrentino quale miglior giocatore del Catania nella stagione appena conclusa. Chapeau!

 

Pedrinho e Luvanor

Trasferiamoci quindi nell’autunno dell’anno di grazia millenovecentoottantatrè all’interno del più importante appuntamento calcistico della tivù di Mamma Rai. L’intuizione è del giornalista Tito Stagno, colui il quale quattordici anni prima ci dilettò in diretta commentando le immagini dello storico allunaggio. Questa volta però Stagno dirige la “Domenica Sportiva” e incarica Puccio Corona di preparare uno “speciale” su Pedrinho e Luvanor, i due calciatori brasiliani fortissimamente voluti dal mister Gianni Di Marzio per far volare il Catania in A. Corona lo prepara con cura e Stagno si congratula con lui: “Bravo Puccio, appena questi due brasiliani esplodono lo mandiamo in onda.” Mi duole scrivere che purtroppo codesto servizio televisivo non è ancora mai stato trasmesso.

 

Concludiamo questa puntata di “Liscia russo-azzurra” con un salto alle sei pomeridiane di mercoledì 21 marzo millenovecentottantaquattro, santo del giorno San Serapione, anacoreta. Dall’inizio di questo benedetto campionato di serie A il Catania è ultimo in classifica. Alla luce dei risultati calcistici ottenuti, della miriade di gol presi e dei pochi realizzati il presidente ha deciso che non ha più bisogno del mago, sarebbe a dire del barbuto paragnosta-parapsicologo Claudio Fisetto

«Lei qui non deve farsi più vedere» gli intima Massimino.

«Ma presidente – gli risponde l’altro – io lavoro in profondità per allenare la mente dei giocatori. Lo vede che adesso giocano meglio; se li abbandono si verifica il crollo, e poi si ricordi di saldarmi la parcella».

Per oggi bonu chiu!

 

 

 

 

Medico ortopedico catanese, è il presidente dell’associazione culturale "Scritturiamo". È impressione comune che col passare degli anni si stia facendo troppo liscio.