Al momento stai visualizzando Quaranta cose (ma forse  meno) di quarant’anni fa

Buongiorno, bentornati.

Rieccoci oggi con la “Liscia russo-azzurra“ di “Tutto il Catania minuto per minuto” che altro non è se non una piccola passeggiata all’interno della grande storia del pallone nostrano.

Tosto e robusto è il tema odierno, proviamo or dunque tutti insieme a renderlo leggero e vaporoso. Giusto per essere chiari, quest’articolo lo dedico in primis a coloro i quali pensano che il Catania d’oggi non abbia nulla a che vedere con la squadra dell’ottantatré.

Partiamo finalmente col primo punto: quarant’anni fa siamo andati in quarantamila a Roma e poi in serie A, ora però siamo saliti in quattrocentomila qua in Lega Pro, giacché, accipicchia, qui c’è ora tutta quanta la città.

Catania 1983 Santo Di Grazia
Il Catania 1982/83 ritratta da Santo Di Grazia

 

Quando nel millenovecentottantatré siam stati promossi, il primo gol della stagione, cosi come pure quarant’anni dopo,  è capitato fuori casa e tutte e due le volte è arrivato su calcio di punizione. A quei tempi l’allenatore nostro, un vulcanico campano assai ciarliero, scriveva su “Ale Catania” e teneva una rubrica tutta sua dal titolo “La mia panchina” su ”Radio Catania International”; il mister del Catania d’oggi viene anch’egli dalla Campania ma invece, grazie al Cielo, parla poco.

La squadra di ieri raffigurava un complesso equilibrato, tecnicamente dotato e affiatato in particolar modo per quanto riguarda la difesa, quella di oggi lo è pure.

Si può pure perfino inoltre  asserire che oggi, così come ieri, il presidente del Catania non s’esprime in un italiano raffinato. Di contro, non si può certo dimenticare che tutti gli stipendi ai nostri calciatori son stati saldati quarant’anni fa dallo zio Angelo, così come oggi dallo zio Rosario, puntualmente ogni ventisettesimo giorno d’ogni mese

Allora si andava allo stadio sia per tifare ma anche per criticare, così come del resto continua a succeder oggigiorno. All’epoca allo stadio Cibali c’era alla porta numero diciannove una persona  che ogni santa domenica faceva una sorta di ‘braccio di ferro’ con tutti quelli che non ne volevano sentire di pagare il biglietto per veder la partita; oggi lo stadio porta il nome di quell’uomo lì, sarebbe a dire  di Massimino.

Un tempo, proprio in quei giorni là, i calciatori più amati dalla gente erano Cantarutti, Sorrentino, Mastalli, Crusco & Crialesi; viceversa quelli per cui stravedono oggi i nostri tifosi si chiamano Lorenzini, Rapisarda, Chiarella e Jefferson. Quarant’anni fa il passatempo più di moda e pertanto più frequente per i nostri atleti era la lettura, adesso però non è esattamente così.

Angelo Massimino ritratto
Angelo Massimino ritratto da Santo Di Grazia

 

Quella volta il Catania in classifica fu quasi sempre al terzo posto, questa volta invece è stato primo dall’inizio alla fine. Allora il Catania sembrava dire “Chi va piano…va sano e va lontano”, questa volta ogni sette giorni invece ripete “Locriii, uora oppigghimi docu.”

Quarant’anni fa i tifosi del Catania non s’erano ancora imbattuti nella cordata di Attaguile & compagnia cantante; i supporter rossazzurri d’oggi hanno all’opposto già subito le  angherie e le nefandezze dei “Treni del gol” di zio Nino e si sono pure imbattuti in Petrus, in Cosentino e nella Sigi.

Nel millenovecentoottantatré allo stadio c’era il problema del rifacimento del manto erboso e mancava la pulizia delle toilettes, oggi  è la stessa identica cosa.

 “Il tifoso del Catania – così scrive nell’ottantatré Giuseppe Anastasio – quello vero genuino con financo le mutande ‘marca liotru’ non ama le mezze misure. Se di un giocatore dice che gli ha rotto la palla non intende certo quella da gioco e in tal caso la domenica al Cibali sacrifica volentieri la voce pur d’apostrofarlo ininterrottamente in malo modo; ma d’altra parte è pur vero che i beniamini letteralmente li sommerge d’attenzioni e doni. E comunque, non vi è dubbio che il tifoso rossazzurro al di là dell’antipatia per il singolo –che oltretutto si consuma prestissimo- è legato come pochi alla squadra della sua città. Per il tifoso rossazzurro il Catania è una donna e di questa egli è follemente innamorato; tanto da odiarla talvolta e riamarla violentemente talaltra. Il Catania di quest’anno sta appagando i sensi dei tifosi lottando per la promozione, ovvio che i tifosi lo ripaghino con tutto il fuoco della loro passione.” “Mi sono commosso.- gli risponde oggi Max Licari-  Rivedere allo stadio tanti fratelli rossazzurri ‘dispersi’ durante gli ultimi tragici anni di ‘mala gestio’ costituisce il più evidente successo della nuova compagine societaria chiamata ad aprire una nuova era targata Liotru. Quindicimila tifosi festanti al “Massimino” non si vedevano da tempo e non si poteva pensare di cominciare meglio. È questo il dato fondamentale dell’esordio stagionale casalingo di mercoledì sera, il fattore che oscura tutto il resto. Le curve piene, le tribune in delirio, il giro di campo di Pelligra, l’emozione evidente di Grella, questi sono i frame guida della serata storica vissuta nel vetusto impianto di Cibali. La partita, la vittoria, la sofferenza, di contro, rappresentano elementi sì rilevanti, ma inevitabilmente accessori. Certo, “il sugo” è e sarà far punti e vincere il campionato, ritornando immediatamente fra i professionisti; quindi, il lavoro di Ferraro e il rendimento dei giocatori, giustamente e legittimamente, dovrà essere monitorato con serietà e imparzialità. Pacifico.”

Dirigenza Catania 2022/23
La dirigenza rossazzurra 2022/23 ritratta da BAnt

 

 

 

 

Medico ortopedico catanese, è il presidente dell’associazione culturale "Scritturiamo". È impressione comune che col passare degli anni si stia facendo troppo liscio.