Non inganni la sommaria lettura di “derby atipico, privo di storia e difficoltà”. Il Catania sceso in campo a Trapani ha trovato sovente la strada lastricata di difficoltà di ordine sportivo e in qualche caso anche di ordine pubblico. In 17 confronti ufficiali nella città dello scirocco appena 4 volte la compagine siculo-orientale è riuscita a portare a casa l’intera posta.
Gli albori contro Juve Trapani e Drepanum
Juventus Trapani-Catania
Indicativo è il primo confronto assoluto disputato il 23 ottobre 1932 e valevole come quarto turno di Prima Divisione ’32/33: la squadra che il Catania ha di fronte si chiama Juventus Trapani e sul campo… si comporta come la sua omologa sabauda rifilando un 3-1 senza appello ai cugini catanesi. Si gioca allo ”campo degli Spalti”, cornice ideale per il centravanti granata Stoppa mattatore del match con una doppietta che apre (45°) e chiude (90°) la contesa. In mezzo il raddoppio trapanese con Fallai (64°) e il momentaneo 2-1 di Cocò Nicolosi su rigore (80°) concesso dall’imperturbabile signor De Polo di Tortona costretto ad assistere a scene di gratuita antisportività perlopiù veicolate dai padroni di casa durante la gara.

Niente rivincita l’annata successiva, ’33/34, che pure frutta al Catania la tanto agognata promozione in Serie B. A Trapani il disco è ancora rosso il primo aprile ’34, 24ª e terzultima di campionato, con il numero 9 granata Lenzarini che dopo 25 minuti fa secco Sernagiotto, 1-0 indolore anche perchè mister Kertész sceglie prudenzialmente di schierare quel pomeriggio molte riserve guidate da una chioccia d’eccezione, Cinti Bavazzano.
Il miniciclo di sfide contro la Juve Trapani termina definitivamente durante la stagione di C ’42/43 con uno 0-5 esemplare il 10 gennaio 1943, prima di ritorno: sfonda Giordano Colaussi al 39°, poi una tripletta del devastante Marco Romano (53°, 72° su rigore e 86°) inframezzata dalla marcatura di Arturo Presselli al 78°. Un Catania rullo compressore che incamera 31 dei 34 punti messi in palio. Solo l’inasprirsi del conflitto bellico ferma la macchina da gol e di punti rossazzurra.
Drepanum-Catania
Con l’altra squadra di Trapani, la Drepanum, siamo già nel dopoguerra ed è tempo di spiccare il volo verso lidi calcistici più consoni al blasone. Il rettangolo di gioco del “campo Aula” dei granata ridiventa rognoso e bollente come non mai il 7 marzo 1948, 19° turno di C ’47/48. Il Catania sta giocando un buon torneo di C ma comincia ad avvertire un po’ di stanchezza con l’approssimarsi della primavera. Sul campo è immediato il vantaggio etneo dopo 2 minuti di gioco con Cadei. Ma ciò, anzichè indirizzare la tenzone verso la parte catanese, aizza il “tifosume” granata (così vengono definiti i supporters locali dal quotidiano “Il Giornale dell’Isola”). Gli stessi calciatori trapanesi fanno il diavolo a quattro in campo, le conseguenze non tardano ad arrivare e i rossazzurri crollano a terra uno dopo l’altro come birilli falciati: Cadei apre le “danze”, poi tocca ad Armando Perrone e si prosegue con Chiarenza uscito in barella, Molon e Catacchio azzoppati a vario titolo. Tutti restano in campo per far numero e nel frattempo una sassaiola dagli spalti completa il pomeriggio nero. L’arbitro Riolo di Palermo prende atto della situazione e fa concludere il match pro-forma con l’inevitabile successo granata per 2-1 (69° Curti, 77° Crocivera).
La partita deve essere ripetuta sul neutro di Agrigento più di un mese dopo, il 15 aprile 1948. Pronti via e la Drepanum va in vantaggio con Giannitrapani al terzo di gioco; ma i “prodigi” della gara annullata dal giudice sportivo non si ripeteranno, immediato è il pari di Prevosti (20°), poi i rossazzurri hanno voglia di rivincita e infatti al 40° Perrone porta i siculo-orientali sull’1-2. Rimonta subito vanificata ad inizio ripresa dal 2-2 di Pedrini (53°); dunque tutto da rifare, ma Armando Perrone ha lo stellone dalla sua parte e alla mezzora del secondo tempo trova il punto del 2-3 definitivo. Per fortuna si torna a parlare di sano agonismo e non di cronaca nera.

Interessante è anche l’ultimo precedente contro la Drepanum, sempre in Serie C, per la stagione ’48/49: uno 0-0 datato 16 dicembre 1949, penultima d’andata. Un punto non banale ma assai prezioso contro un avversario comunque d’alta classifica per un Catania già in affanno a causa di un difficoltoso inizio stagione; squadra infatti costretta a cambiare allenatore (il magiaro d’origine Jozsef Bánás prende a fine novembre il posto di Giovanni Degni) e poi per fortuna promossa in B a fine stagione.
Il tabù degli anni ’70
A buon titolo si può affermare che il periodo 1949/1974 è certamente il migliore della storia rossazzurra. Venticinque anni tra Serie A e Serie B con 8 tornei di massima serie e il resto in serie cadetta. Completano il quadro tre emozionanti salti dalla B alla A.
Il capitombolo del 1974 in terza serie dopo un quarto di secolo è il segnale di un’aria cambiata dalle parti di piazza Spedini. Infatti da quel momento la Serie C riapparirà più e più volte sporcando una storia sin lì quasi intonsa. In Serie C stavolta c’è il “Trapani” e il 3 novembre ’74 è di nuovo 0-0, siamo appena all’ottava di campionato. Non è uno dei pochi pari ad occhiali di quella stagione trionfale; è vero che il verbo calcistico di Egizio Rubino comporta sovente grappoli di reti offerti dalla premiata ditta Ciceri-Spagnolo ma più spesso di quanto si creda il “primo non prenderle” aiuta a creare lunghissime collane di risultati senza sconfitte.

Giocare a Trapani si rivela comunque più difficile del previsto e ne sa qualcosa Carlo Matteucci, allenatore d’esperienza chiamato a riportare l’Elefante subito in serie cadetta per la stagione ’77/78. Il trainer bolognese conduce la squadra per 28 gare tra picchi notevoli (lunghe serie utili, porta inviolata per svariati turni di fila) e alcune battute d’arresto che impediscono alla squadra di issarsi convintamente a vedette del girone C di Serie C. Il redde rationem arriva inatteso il 9 aprile 1978, proprio al Provinciale di Trapani, 29ª gara di campionato. Per i rossazzuri è un periodo opaco ma tuttaltro che arido di punti e reti. Il guaio sta nella panchina a fianco del trainer etneo perché i granata sono guidati da quell’Egizio Rubino che dovrebbe essere un benemerito dei colori catanesi. E invece non fa sconti e incamera due preziosissimi punti grazie alla rete dell’ala sinistra Messina dopo un quarto d’ora di gioco. Il Catania avrebbe tutto il tempo di rimediare contando su una giacchetta nera di spessore (il signor Vitali di Bologna) in un derby tutto sommato acceso ma le polveri di Bortot e Malaman sono a dir poco bagnate. Matteucci prova la carta della disperazione ad un quarto d’ora dal gong inserendo Mimmo Ventura per Malaman: nulla, l’1-0 finale fa gioire anche la Nocerina che ascolta paziente notizie buone per sé. Il cinquantenne Matteucci esonerato in tronco, gli subentra Mazzetti con soli 9 incontri a disposizione e l’immediato 3-0 interno rifilato alla Turris fa pensare che il tecnico felsineo non avesse molti santi nello spogliatoio.
Trapani-Catania: tra fine anni ‘80 e anni ‘90
Un tris in notturna
“Le trasferte? Le mie squadre hanno sempre fatto lunghe serie di vittorie esterne, i dati dicono che finora ho vinto solo a Rimini, è vero, ma guardate bene quante poche volte abbiamo perso e in che stadi abbiamo giocato! E quanti pochi gol prendiamo fuori casa: quest’anno, con un D’Ottavio in salute, sono convinto che in trasferta ritroverò il mio abituale rank di risultati. Io, con le mie squadre, non ho mai fatto meno di 6-7 vittorie esterne a stagione.”
Parole e musica di Melo Russo, confermatissimo allenatore rossazzurro, alla vigilia di Trapani-Catania di Coppa Italia di Serie C, 4ª giornata del girone P, match in programma mercoledì 30 agosto ’89, in notturna al Provinciale. I riflettori dell’impianto di Erice si accendono anche se in cielo splende una Luna ormai quasi piena. I tifosi rossazzurri non possono non notare una assurda contraddizione: come mai Trapani ha uno stadio coi riflettori e il Cibali ne è sprovvisto? Catania è forse all’epoca l’unica grande città italiana senza riflettori nel suo stadio di calcio, lo fanno notare a Enzo Bianco la cui primissima sindacatura è comunque ai rapidi sgoccioli (gli subentrerà l’11 dicembre ’89 il democristiano Guido Ziccone). Per fortuna qualcosa si muove: prima verrà inaugurata la nuova curva nord (dicembre ’90) e l’anno dopo finalmente anche il Cibali avrà le sue 4 torri per l’illuminazione durante il periodo di consegne tra i sindaci Azzaro e Giusso.
Torniamo alla partita di Trapani. Granata piuttosto malconci a livello dirigenziale, Catania con Nieri in porta, Di Dio-Ghezzi in avanti e Marini regista avanzato. Arbitra Griffo di Palermo. È la serata di Dario Di Dio, attaccante gelese che calamita palloni e li scaraventa in rete: suo il gol del vantaggio al 28°, suo il raddoppio al 50° che chiude la contesa. Lo 0-3 finale è firmato da Gustavo Cesar Ghezzi al 75°. Un trionfo: per l’argentino (che Attaguile ha strappato al Monopoli ma non purtroppo con formula definitiva) è la prima rete col Catania e sul suo strabiliante talento tutti fanno affidamento per puntare alla Serie B. Quanto a Melo Russo, il ruspante allenatore fatto in casa mantiene le promesse: dopo Trapani, arriva il blitz esterno in Coppa ad Acireale e di seguito in campionato cadono Francavilla al Mare, Pozzuoli e Siracusa. Cinque successi esterni quando la stagione è giunta appena alla sua metà.
Santo Gianguzzo e Peppe Mosca cuori ingrati
Il Trapani affrontato nella seconda metà anni ’90 è un lontano parente della squadra fenomenale allenata da Ignazio Arcoleo poco prima.
Eppure il Catania soffre maledettamente i granata. Doppio ko nella stagione ’97/98.
Si parte dal 2-0 del 24 settembre 1997 in Coppa Italia C, ultima giornata del gironcino preliminare, peraltro pessimo in chiave rossazzurra. Giustiziere (sarà un caso?) è un catanese ex Catania e perfino ex Atletico (!): Santo Gianguzzo che con una doppietta tra il 70° e il 90° qualifica i granata e sbatte i rossazzurri al penultimo posto.
In campionato va anche peggio il 28 dicembre ’97, 16° e penultimo turno di andata. È la prima volta che questo derby si disputa in Serie C2. Il Trapani viaggia sicuro in vetta solitaria mentre dall’altra parte dell’isola marca malissimo dato che, esonerato Gianni Mei, sulla panchina etnea fa il suo esordio al Provinciale il baffuto trainer calabrese Francesco Gagliardi. Arbitra Verrucci di Fermo, uno dei migliori fischietti della categoria, il derby è decisamente la gara di cartello di giornata e ciò è testimoniato dagli spalti gremiti; sulla curva degli ultras locali dimora un lungo striscione con su scritto “Trapani comanda”. Il pubblico sente la preda ferita aggirarsi confusa per il campo e concede al Catania di durare solo un tempo. Il fortino rossazzurro a difesa del guardiapali Saul Santarelli crolla ad inizio ripresa (49°) per mano di Cataldi e non c’è verso di invertire l’inerzia di un match segnato. Gagliardi spedisce in campo prima Malafronte, poi Piperissa e infine Faieta togliendo due mediani. Il finale è tutto granata e salgono in cattedra i giustizieri col dente avvelenato: 85° Peppe Mosca (l’ex bomber rossazzurro del ’94/95) e al 90° il solito Santo Gianguzzo che quando rivede i colori che lo hanno allevato sente il bisogno irrefrenabile di “sdebitarsi”. Tre a zero e Catania a casa con le ossa rotte.
Zerodue, prefisso per la C1
La settimana che precede Trapani-Catania del 18 aprile 1999 è vissuta dall’ambiente rossazzurro nell’angoscia più totale. Mancano 5 giornate alla fine del campionato di C2 ’98/99 e quella che sembrava una cavalcata inarrestabile verso la promozione diretta si sta tramutando in una clamorosa rimonta della Peloro Messina allenata da Stefano Cuoghi: i giallorossi sono ormai prossimi a scavalcare i cugini e sono già pronti per lo scontro diretto al Cibali il 25 aprile. Il Catania sembra stanco, ha speso molto anche in coppa dove alla fine ha dovuto cedere il passo proprio al Messina ai calci di rigore, al Celeste. I tifosi rossazzurri mormorano, il doppio 0-0 casalingo contro Nardò e Casarano ha lasciato di stucco la platea che non si capacita dell’involuzione del settore offensivo: Ciccio Passiatore sembra essersi eclissato nonostante conservi il posto da titolare e il suo alter ego Spagnolli, acquistato temporaneamente dal Padova, gioca spezzoni senza incidere. In città ci vuole un attimo per far fiorire le “solite” strane teorie complottistiche: “La società non vuole salire in C1 – urlano i “bene informati” – perché aspetta un congruo risarcimento da FIGC e CONI”.
C’è una sola persona che può ricompattare la piazza, quell’uomo è Gennaro Monaco, cerbero della difesa e uomo delle ore difficili. Come già in occasione della delicatissima trasferta dell’Aquila, anche stavolta il centrale etneo non si tira indietro quando appaiono i microfoni delle emittenti locali alla vigilia del match di Trapani:
“Dobbiamo guardarci in faccia tutti – avvisa con franchezza il numero 5 rossazzurro – non possiamo sprecare una stagione così. Il Trapani è forte, ha molti meno punti di quelli che merita ma a noi questo non interessa. Se domenica non torniamo a casa con i 3 punti… non riusciremo più a guardarci in faccia. Non possiamo sbagliare.”
Come previsto, in un attimo i tagliandi per i tifosi ospiti sono esauriti. È un esodo rossazzurro. Arbitra Morganti di Ascoli in una giornata di sole abbacinante dove un flebile rischio incidenti svanisce nel lungo pre-gara: le due tifoserie fraternizzano e bandieroni granata frammisti a quelli rossazzurri sfilano sulla pista di atletica.

La gara però è da subito tesissima, i punti in palio sono importanti anche per i padroni di casa che hanno speso tanto in sede di calciomercato e vogliono almeno tagliare il traguardo dei play off. I minuti scorrono e dopo un’ora di gioco il risultato è ancorato sullo 0-0. La cabala dice che il Catania non vince un derby di campionato a Trapani da 51 anni; i granata, dal canto loro, rivestono da sempre lo storico ruolo di ammazzagrandi e qualche domenica prima hanno bloccato sullo 0-0 al Provinciale la lepre Messina. L’assedio rossazzurro fa ritrovare agli uomini di Cucchi il gioco brioso del girone d’andata ma servirebbe un colpo da biliardo, magari dal calciatore meno pronosticabile, cui guardacaso la difesa dei padroni di casa lascia spazi incredibili: è Umberto Brutto a sbloccare al 70° con un destro da posizione laterale. La curva ospite esplode, è la fine di un incubo. La gara si mette sui binari giusti e le occasioni per arrotondare fioccano letteralmente: pertanto all’83° il provvidenziale sigillo del doppio vantaggio porta ancora la firma del numero 7 rossazzurro imbeccato stavolta da un’azione sull’out di sinistro e lasciato colpevolmente libero di battere a rete per la seconda volta, 0-2 e parte catanese dello stadio che a stento trattiene l’entusiasmo. Le buone notizie non sono finite perché al Celeste, incredibilmente, il Messina (0-0) si è fatto incantesimare da Tiberio Àncora, leader del Tricase allenato da Pietro Santin, ex allenatore rossazzurro per un breve periodo. Alla vigilia dello scontro diretto decisivo il Catania è dunque ora a +2 sui peloritani.
Il gol del baby
Citiamo qui velocemente una sconfitta ininfluente, il 2-1 maturato a Trapani il 15 settembre ’99, quinta e ultima partita del girone R di Coppa Italia di C: i rossazzurri scendono in campo già qualificati avendo centrato 3 successi in 3 partite. Motivo per cui Gianni Simonelli regala una maglia da titolare a Cristian D’Assaro, Salvo Burtone, Francesco Russo, Fabrizio Di Prima, Christian Nanè e Luca Arrigo, tutti ragazzini delle giovanili con età compresa tra i 19 e i 17 anni. Sul campo i granata (che militano in C2) chiudono la pratica nei primi 7 minuti portandosi sul 2-0. Al 50° però il Catania accorcia le distanze con Luca Arrigo, travolto dall’emozione. La partita resta addirittura in bilico e nel finale vengono gettati nella mischia tre calciatorini con poco più di sedici anni sulle spalle: Antonio Caruso, Maurizio Intagliata e Gianluca Strano; Caruso fino a 10 giorni prima era ancora ufficialmente quindicenne! Una giornata che questi ragazzini non dimenticheranno mai al di là del risultato.
Trapani-Catania: le sfide nel nuovo millennio
Doppio Leto
Se per il Catania sono appena 4 (su 17 confronti ufficiali) i successi in terra trapanese più di un motivo per ritenere il Provinciale uno stadio difficile c’è. Le delusioni più cocenti sono arrivate nel recente passato dove per la prima volta in assoluto la sfida si è giocata in serie cadetta domenica 16 novembre 2014, 14ª giornata Serie B ’14/15: sono 404 i tifosi etnei presenti (ovvero il massimo del nuovo settore ospiti creato lato sud) in un Provinciale festante, biglietti in più non ne sono stati concessi. Il Trapani di Boscaglia è a 4 lunghezze dal primo posto mentre il Catania di Sannino ha solo 5 punti in più dei fanalini di coda. I rossazzurri (in completa tenuta gialla) vantano 1 solo punticino nelle 7 trasferte stagionali, Erice è snodo chiave e il pittoresco trainer etneo schiera un imbarazzante Almiron a ridosso del fantasmatico “bomber” argentino Sebastian Leto, dirige Pasqua di Tivoli davanti a 7056 spettatori. In 19 minuti la compagine di casa sembra chiudere il match grazie alle reti di Abate e Basso. E più volte il 3-0 appare imminente. Ma il calcio è pazzo e un infortunio del laterale sinistro Martinho (entra l’albanese Çani) cambia completamente l’inerzia della gara già a fine prima frazione. Ripresa: pronti via e al 47° Leto accorcia su tacco proprio di Çani. Il Trapani resta in 10 (rosso a Ciaramitaro) e al 76° è sempre l’albanese a smarcare Leto in area, Pagliarulo si addormenta e l’argentino pareggia, 2-2. E non è finita: all’87° Rosina si vede respingere di piede dal portiere Gomis il punto del 2-3 mentre al 95° un tocco di braccio di Escalante in area rossazzurra fa schiumare di rabbia Boscaglia perché il rigore non viene concesso. Un punto comunque tutt’altro che gradito dalla tifoseria catanese.

Semenzato cotto e mangiato
Quando le due compagini si ritrovano in Serie C vogliose di risalire in cadetteria c’è un nuovo disco rosso per i siculo-orientali: venerdì 1 dicembre ’17, ore 20:50, 17ª giornata. Il Catania di Lucarelli proviene da 5 vittorie di fila ed è secondo a -3 dalla capolista Lecce che osserva un turno di riposo. I 700 supporters del Vulcano (sparsi tra settore ospiti e distinti) immaginano che sia praticamente ovvio violare l’impianto trapanese per agganciare e virtualmente scavalcare i salentini in vetta. Qualcosa però non convince nell’undici che il nocchiero labronico schiera in campo: il dispositivo offensivo prevede un tridente atipico con Curiale in mezzo, Mazzarani a sinistra e Semenzato a destra. Daniel Semenzato è però un terzino e la mossa sembra ai più una asineria. Che costa al club di Pulvirenti e Lo Monaco una secca sconfitta per 2-0 maturata tutta nel primo tempo nel quale i granata non fanno fatica a incassare un lauto premio sfondando su corner con Silvestri al 29° e raddoppiando con Reginaldo al 42° su assist di Evacuo (pasticcio difensivo Bogdan-Pisseri). Il ko costa anche la seconda piazza perché i siculo-occidentali agganciano e virtualmente scavalcano la squadra lucarelliana.

EuroTulli
L’annata successiva (C ’18/19) è quella del ripescaggio-fantasma in Serie B. Il campionato parte tardissimo ma i ragazzi allenati da Andrea Sottil sembrano (parole dello stesso coach di Venarìa) dei “leoni in gabbia”. Il Catania si lancia anima e core a caccia del primo posto, stavolta la “lepre” da inseguire è la sorpresa Juve Stabia allenata da Fabio Caserta. Trapani-Catania è in programma mercoledì 13 febbraio 2019, 26° turno di campionato. I granata sono secondi in classifica a -8 dalle vespe, un gradino più giù Lodi e compagni. Gli etnei devono però recuperare un match casalingo (contro la Viterbese) per cui c’è più che un cauto ottimismo circa la possibilità che il rettangolo verde risarcisca la società rossazzurra per la grottesca farsa estiva. Al Provinciale fa freddo quella sera, soffia un vento tagliente e, dato il fatto che si tratta di un turno infrasettimanale, da Catania arrivano in 120. Sulla sponda occidentale dell’isola siede Vincenzo Italiano, la sua squadra è imbattuta da 10 turni e il mister palermitano gioca il derby piazzando un centrocampo potente con Corapi-Taugourdeau-Aloi. Sottil sceglie il “bi-dente” Di Piazza-Marotta con Lodi alle spalle e Bucolo play basso. Si fa subito male il granata Fedato (ex di turno) e dopo 14′ entra a freddo Tulli. Zero a zero al riposo e la ripresa si apre con un gol annullato al rossazzurro Aya con molti dubbi. Sei minuti dopo, al 56°, l’episodio-chiave: assist di Costa Ferreira per Tulli in area, Calapai è fermo e l’attaccante trapanese arma una rovesciata spettacolare e potente, 1-0 Trapani proprio sotto la curva degli ultras di casa. Reazione ospite fulminea, dopo due minuti Di Piazza pareggia ma il gol è ancora annullato. Al 63° palo di Lodi. Al 70° dentro Curiale e proprio il numero 11 si rende protagonista di una sequela di errori da distanza ravvicinata da far impallidire la Gialappa’s Band. Sconfitta forse immeritata.
L’ultima vera grande partita della storia del ‘46
A posteriori, Trapani-Catania 1-1 del 2 giugno 2019 ritorno semifinali play off di C, resta l’ultima grande occasione perduta per cambiare le sorti di un club in agonia societaria da tempo. Dopo quella sera maledetta il Catania si aggirerà come un fantasma per quasi tre altri campionati disputati unicamente per tenersi in vita. Vita sempre più difficile. Fino ad arrivare all’inevitabile dramma del fallimento con cancellazione a campionato in corso.
Peccato: quella sera di giugno a Trapani il glorioso sodalizio etneo parte con gli sfavori del pronostico dato il passo falso del Massimino all’andata (2-2) ma ci sono margini di rimonta. Trasferta libera per i catanesi che staccano 563 tagliandi e si piazzano anche sulla gradinata scoperta. Italiano si dimostra stratega superiore destinato a palcoscenici più importanti e induce il collega a strani errori in fase di formazione: Sottil lascia Calapai inspiegabilmente in panchina, piazza Llama in mediana e un Sarno inesistente trequartista dietro ad un duo tutto da capire (Di Piazza-Manneh). Il primo tempo è tutto di marca granata col gol su punizione di Taugourdeau al 26° (errore gravissimo di Pisseri, l’ennesimo) e occasioni a ripetizione per rimpinguare il bottino. Anche la terna arbitrale sembra rispettare di più il club di casa perché al 17° un’evidente gomitata di Scognamillo su Llama (l’argentino sanguina dalla testa e viene inturbantato) non viene sanzionata dal signor Sozza di Seregno. La ripresa si apre col Catania ridotto in 10 per un pugno di Esposito a Costa Ferreira. Ormai servirebbe un miracolo ma dopo quasi un’ora e spiccioli di gioco il divario tra le due squadre appare evidente. Sottil fa i suoi cambi e al 70° un cross di Brodic offre a Davis Curiale un pallone tradotto di testa in rabbiosa rete, 1-1. Ci sarebbe spazio per un’impresa ma il Trapani sa anche gestire il finale con perdite di tempo e svenimenti. Il Catania chiude in 8 uomini (espulsi anche capitan Biagianti e Calapai tra l’86° e il 90°), l’immagine conclusiva fotografa un salvataggio di Lodi che scongiura un sanguinosissimo contropiede di Nzola e Fedato proprio sul triplice fischio finale. Subito dopo i calciatori rossazzurri stramazzano a terra oppressi da una delusione indicibile. Il Calcio Catania è finito quella sera, incapace di approfittare di un’occasione irripetibile dato che i play-off di quell’anno offrono la promozione in B a due squadre (e alla fine una delle due sarà proprio il Trapani).

Trapani-Catania: tutti i precedenti
1932/33: Juventus Trapani-Catania 3-1 (Prima Divisione)
1933/34: Juventus Trapani-Catania 1-0 (Prima Divisione)
1942/43: Juventus Trapani-Catania 0-5 (Serie C)
1946/47: Drepanum-Catania 0-0 (Serie C Sud)
1947/48: Drepanum-Catania 2-3 (Serie C)
1948/49: Drepanum-Catania 0-0 (Serie C)
1974/75: Trapani-Catania 0-0 (Serie C)
1977/78: Trapani-Catania 1-0 (Serie C)
1989/90: Trapani-Catania 0-3 (Coppa Italia Serie C)
1997/98: Trapani-Catania 2-0 (Coppa Italia Serie C)
1997/98: Trapani-Catania 3-0 (Serie C/2)
1998/99: Trapani-Catania 0-2 (Serie C/2)
1999/00: Trapani-Catania 2-1 (Coppa Italia Serie C)
2014/15: Trapani-Catania 2-2 (Serie B)
2017/18: Trapani-Catania 2-0 (Serie C)
2018/19: Trapani-Catania 1-0 (Serie C)
2018/19: Trapani-Catania 1-1 (Play-Off Serie C)