Al momento stai visualizzando Delio Onnis, l’occasione rossazzurra mancata

È la tarda estate del 1973, il Catania svolge gli ultimi giorni di ritiro ad Altopascio, verdeggiante centro della lucchesia; un’estate bollente è il caso di dirlo, dopo le dimissioni date dal tecnico Di Bella, scontento del calciomercato da lui giudicato insufficiente e foriero di problemi nell’organico.

In attesa della nomina del nuovo mister, gli uomini sono affidati allo storico “secondo” Gigi Valsecchi, visto che il presidente Salvatore Coco si attarda aspettando il sì di Nils Liedholm, che caldeggia come nuovo allenatore. Durante le partite di allenamento si palesano i primi problemi del reparto avanzato nel quale pare non bastare la verve del nuovo acquisto Giampietro Spagnolo: dopo tre match privi di reti con Padova, Vicenza e Siena, il buco al centro dell’attacco pare di tutta evidenza.

Cercando di mettere una pezza, la società chiama l’attaccante Delio Onnis, venticinquenne di cui si dice un gran bene, ma che è un neofita per il calcio italiano. Sì perché  Delio, nato nel frusinate, segue i genitori emigrati in Argentina nei primi anni Cinquanta per la grave crisi economica del dopoguerra. Il pallone, che sarà arma del suo riscatto personale, diventa il suo unico passatempo, in un quartiere povero dove è soprannominato “El tano”, l’italiano, sin dalle prime forsennate partitelle con i compagni delle giovanili del Club Almagro, squadra del barrio di Buenos Aires dove risiede, che lo arruola, e con la quale esordisce titolare segnando i primi goal.

Nel 1968, a vent’anni, il salto di qualità col passaggio al Gymnasia de La Plata, il più antico club del Sud America, dove si trova compagno di giocatori come Zywica, Masnik e del “loco” Gatti . Lui risponde alla grande, realizzando una media di oltre venti reti per tre anni di seguito, distinguendosi per la forza da sfondatore e per un opportunismo spietato.

Questo non lo accontenta, visto che ha una grande voglia di tornare in Italia dai suoi parenti nella terra di cui ha grande nostalgia, tuttavia saranno i francesi dello Stade Reims ad aggiudicarselo ed Onnis accetta: tutto sommato è già qualcosa un ritorno in Europa e la squadra della regione dello Champagne, finalista di due Coppe dei Campioni, ha un certo palmares.

Premia la fiducia con due stagioni ad alto livello e 39 reti, ma il suo chiodo fisso dell’Italia si rifà vivo: l’opportunità si manifesta quando il dirigente calcistico Galbiati lo contatta e lo propone al Catania. Lui ne è felice ed è disposto a scendere di categoria pur di avvicinarsi a casa, ignorando il Monaco che vorrebbe farne subito il perno dell’attacco. Arrivato nel ritiro toscano, trova subito l’accordo economico con il segretario Gianni Mineo, per le firme si aspetta solo la valutazione del mister Valsecchi, ma pare solo una formalità.

La Sicilia - Delio Onnis

 

Delio indossa la maglia rossazzurra in allenamento per una settimana e nella amichevole con il Pisa all’Arena Garibaldi, nella quale però non brilla, né d’altra parte Fogli e gli altri compagni sembrano cercarlo per duettare. Considerando anche le difficili condizioni finanziarie, la società finisce frettolosamente per rinunciare all’acquisto.

Delio Onnis in Catania-Pisa

 

Il bomber di San Giuliano Romano è quindi “costretto” ad accettare l’offerta del Monaco: in fondo, pensa, nel Principato monegasco si vive assai bene. Così, senza crederci troppo, apre il ciclo d’oro della sua carriera, che ne fa il bomber principe della storia del calcio francese con ben 299 reti, e vincendo lo storico titolo nazionale del 1978.

Pur non potendo giocare per ovvi motivi con la Nazionale transalpina, El Tano sarà sempre ignorato da quella azzurra, anche quando nel 1980 dopo le squalifiche di Rossi e Giordano si apre uno spiraglio caldeggiato da una parte della stampa sportiva, ma che Bearzot, fedele al suo gruppo, chiude subito.

Delio Onnis

 

Ma torniamo indietro al 1973: Liedholm, come prevedibile, rinuncia alla panchina rossazzurra per accettare le offerte della Roma, con cui sarà destinato a grandi traguardi, venendo rimpiazzato da Mazzetti che non riesce a fare le nozze con i fichi secchi. La regola del non c’è due senza tre finisce per colpire con ferocia: dopo avere perso nel 1966 e 1967 due autobus che si chiamavano Anastasi e Chinaglia, il Catania perde anche quello di Onnis, destinandosi ad una rovinosa retrocessione che lo fa tornare in terza serie dopo un quarto di secolo nelle categorie superiori.

 

In copertina, una storica foto di Onnis al Monaco pubblicata su “Le Monde”.

 

 

Pubblicità e comunicazione costituiscono il suo lavoro. Tenace appassionato di storia e di pallone rossazzurro. Attento e scrupoloso studioso delle fonti, trasferisce su carta una quantità sterminata di aneddoti dimenticati. È uno degli autori del libro "Tutto il Catania minuto per minuto".