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Il primissimo Acireale-Catania della storia termina con il più classico dei risultati: è uno 0-0 di fine stagione datato 23 aprile 1933, 22ª e ultima giornata di un anonimo campionato di Prima Divisione con 9 squadre siciliane e due calabresi.

 

Dominio rossazzurro nel dopoguerra

Salto temporale nel primo dopoguerra contraddistinto da un chiaro potere rossazzurro sui granata. L’annata ’46/47 contempla due scontri in territorio acese, si parte con il pareggio 1-1 in Coppa L.I.S. datato 29 dicembre 1946: i rossazzurri chiudono in vantaggio il primo tempo grazie alla marcatura di Franco Bucolo al 24°. Pari dei padroni di casa con Raciti al 58°, 1-1 finale ma il gironcino di coppa vedrà passare i rappresentanti del capoluogo. In campionato l’11 maggio 1947 c’è il primo brindisi per il liotru: 1-2 griffato da due calciatori provenienti dalla Catanese (la società che fondendosi con la Virtus Catania diede i natali alla società vissuta fino al 9 aprile 2022): Carmelo Bonanno apre le marcature al 35°, Nunzio Scuderi all’84° raddoppia e l’acese Creziato accorcia su rigore ad un minuto dal 90°. Quel primo torneo del “rinato” Catania non va molto bene tra crisi societarie e squadra affidata in panchina nel girone di ritorno al portiere Cesare Goffi. Sesto posto in un girone a 11 squadre, unico traguardo centrato la miglior posizione in graduatoria proprio rispetto ai granata.

Si comincia a fare sul serio dalla stagione ’47/48, Serie C a 16 squadre con 14 club isolani e due calabresi. Il 7 dicembre 1947 il “Comunale” di Acireale laurea lo squadrone rossazzurro come dominatore di questo neonato derby. Termina 2-4 e la sfida dura appena 21 minuti, il tempo di permettere ai granata di impattare con Zafferana il vantaggio-lampo ottenuto da Cadei al 12°. Al 34° ancora Cadei in gol. Poi sale in cattedra Dante Rigamonti con una doppietta tra 47° e il 75°. Impressionante la media-gol di Rigamonti: 8 presenze e 8 reti. Chiude la tenzone un’autorete di Salvatore Mirabella all’85°.

Le due contendenti si ripresentano nello stesso stadio in un’assolata domenica d’autunno siciliano il 31 ottobre 1948. Siamo appena alla quinta di campionato ma la lepre rossazzurra ha voglia di filare via verso la Serie B. E rifila di conseguenza un eloquente e chiarissimo 0-3 che ha come incontrastato protagonista Oliviero Zega, fortissima ala proveniente dalla Roma. L’esordiente numero 11 sblocca al 38° e bissa al 47°. Tocca al solito Gianni Prevosti posizionare la ciliegina sulla torta all’88°.

 

Una grande “A” sul petto: doppio confronto nel 1974/75

Un quarto di secolo. Questo il tempo intercorso per il ritorno di un derby probabilmente molto più sentito da parte acese. La dura annata ’74/75 si apre con la Coppa Italia di Serie C, manifestazione che mai il Catania aveva dovuto disputare nella sua storia. L’1 settembre 1974 non si gioca ad Acireale ma sul neutro di Paternò la terza giornata di andata del gironcino iniziale a 3 squadre. Di questa sfida terminata 1-1 abbiamo lungamente parlato nell’articolo dedicato ai precedenti giocati a Paternò.

Dunque voliamo subito alla tenzone di campionato disputata nella città delle 100 campane il 5 gennaio 1975, sedicesima di andata. Il Catania ormai nelle solide mani di Egizio Rubino è imbattuto nelle 21 gare ufficiali disputate sin lì. E non ha certo voglia di cedere l’imbattibilità al sodalizio granata che si presenta in campo con la solita casacca dove spicca una gigantesca “A” sul petto. L’uomo da tenere d’occhio è il centravanti pelato Stoppa. Che difatti sfugge immediatamente ai difensori ospiti portando in vantaggio l’Acireale al primo minuto di gioco. Rubino sfoggia una delle sue consuete camicie elegantissime coperta inevitabilmente da un opportuno soprabito data la stagione fredda. Il tipico modus operandi del trainer aretuseo-egiziano è l’attesa paziente. Cosa che il suo Catania fa in modo impeccabile. Lops di Torino accorda un rigore agli ospiti al 4° della ripresa: Spagnolo è una garanzia e trafigge Gregorutti. Il derby prende un’altra (inevitabile) piega. Al 67° il mantra stagionale rossazzurro si materializza puntuale perché Claudio Ciceri fa vibrare la sua lunga capigliatura e cambia il segno in schedina, 1-2. Non basta: all’83° ancora Spagnolo rende più netto il risultato, tre a uno rossazzurro e tutti a casa.

Acireale-Catania 1974-75 - Esultanza Ciceri e Spagnolo
Ciceri e Spagnolo esultano nel match del 5 gennaio 1975 (foto da “La Sicilia”).

 

 

1989: la mancata vendetta granata

Che derby è un derby dove una delle due rivali non vince praticamente mai? Se lo chiedono gli amanti del sodalizio granata, in particolare gli ultras che affollano la tribuna “Prato” del vecchio “Comunale” in terra battuta, mercoledì 6 settembre 1989. L’Acireale, nei 56 anni intercorsi dalla prima tenzone contro i cugini del capoluogo, non ha mai vinto. Si gioca per la Coppa Italia di Serie C, sesta giornata del maxi-girone estivo a 7 squadre. Il Catania di Melo Russo è in corsa per la qualificazione ai sedicesimi di finale, obiettivo che non riesce a centrare da tempi immemorabili. Anche l’Acireale di Angelo Busetta è teoricamente in corsa. I rossazzurri però devono fare calcoli perché quella è l’ultima partita disponibile dato che il 7° e ultimo turno vedrà gli etnei riposare.
Alcuni protagonisti fanno notare che quel 6 settembre ’89 cade in un periodo di Luna crescente, la cosa dovrebbe favorire la rottura dell’incantesimo che non permette ai granata di battere i cugini. Sulle due porte un confronto suggestivo: fra i pali granata il “giaguaro” Corrado Vaccaro con tutta la sua esperienza; a difesa del liotru Andrea Rizzo, l’eterno debuttante rossazzurro non ancora diciannovenne. Sarà proprio il goalkeeper scordiense a disinnescare il collaudatissimo reparto offensivo granata forte di gente del calibro di Barraco, Moncado, Andolina, Nuccio. Zero a zero di partenza che si trascina secondo i rigidi dettami del trainer etneo, ma c’è aria di beffa e infatti al 77° un eurogol di Peppe Scienza con una pazzesca parabola arcuata da fuori area fa esultare la tifoseria ospite. Il Catania tiene fino alla fine, a 5 minuti dal 90° c’è spazio perfino per Dario Di Dio in sostituzione di Emanuele Docente. Il signor Pellegrino di Barcellona Pozzo di Gotto fischia la fine e il Catania con 9 punti prenota il passaggio di turno.

 

L’ora della riscossa acese 

Gli anni ’90, nella loro parte iniziale, sono un’età aurea per i colori granata. Un periodo di vittorie e soddisfazioni sportive difficilmente replicabili nell’immediato futuro. Ne consegue che il derby col Catania prende una direzione tutt’altro che gradita ai sostenitori della squadra principale della Sicilia Orientale.
Acireale vincente, e in più di un’occasione. A dirla tutta, il “tabù Catania” viene rotto in maniera clamorosa il 18 agosto ’91 al Cibali, prima giornata di Coppa Italia Serie C. Di questa partita abbiamo disquisito in occasione dell’articolo sui precedenti a Catania: qui ci limitiamo a riepilogare seccamente il risultato di 1-4 per i granata, lestissimi ad approfittare di una totale confusione societaria rossazzurra, formidabile alleata dei frombolieri acesi Nuccio, Infantino e Di Dio autori delle 4 marcature.

Coi granata matricole del campionato di C1 ’91/92 ritorna il match in campionato in calendario il 27 ottobre ’91, settima d’andata. L’Acireale è padrone di casa ma si gioca sul neutro di Reggio Calabria davanti a 1200 spettatori. Il quotidiano ‘La Sicilia’ segnala: “700 gole da una parte, 500 dall’altra: il predominio è rossazzurro nonostante il Catania formalmente giochi fuori casa”. Il “Comunale” di Reggio stavolta porta male: l’Acireale di Busetta è più fresco e lascia sfogare la squadra riaffidata a Caramanno da una settimana. Alla mezzora Rosario Compagno porta sull’1-0 gli acesi. Il goleador più inatteso, tanto che fra le falangi del tifo rossazzurro le battute sul cognome del marcatore si sprecano considerata la “fede” politica prevalente alle falde dell’Etna.
È un’annata maledetta, questo Catania ’91/92 doveva spaccare il mondo ma in società regna la confusione, la panchina sembra una porta d’hotel, Cipriani è la copia di se stesso e la squadra non ha ancora vinto nessuna gara interna stagionale. Tornando alla gara, Caramanno sostituisce Salvadori con Mattei al primo della ripresa, ma al 56° arriva la mazzata sottoforma di velenoso raddoppio firmato da Riccardo Petrucci, 2-0 e gara chiusa. Un difensore fresco non è servito a nulla e a 21 minuti dalla fine l’ingresso di Patta per Caliari fa solo il solletico alla difesa acese guidata in porta da Merlo.

 

Passa quasi un anno esatto e finalmente il restaurato “Comunale” di Acireale riospita il derby di campionato contro il Catania domenica 25 ottobre ’92, ottava d’andata del campionato di C1 ’92/93. Si affrontano due filosofie sportive quasi agli antipodi: sulla sponda rossazzurra è tornato Angelo Massimino, su quella granata non c’è più il compianto Peppino Aleppo ma una coppia di imprenditori molto ambiziosi (Rapisarda e Barbagallo) che lavorando in silenzio hanno allestito un roaster pieno di esperienza riportando Orazio Sorbello in patria e acquisendo le prestazioni di Costanzo Celestini e Walter Mazzarri.

Nocchiero di questa “corazzata silenziosa” è Beppe Papadopulo, allenatore toscano inviso da anni dalla tifoseria rossazzurra. L’Acireale parte a razzo in campionato con 3 successi di fila e resta nelle parti alte della graduatoria. Il Catania guidato in panca da Salvo Bianchetti (per la prima volta capo-allenatore rossazzurro senza nessuna figura di direttore tecnico) ha ringiovanito la rosa senza particolari colpi di mercato. La trasferta nel caldissimo ma minuscolo “Comunale” acese è praticamente impossibile per le migliaia di sostenitori rossazzurri che volessero essere presenti. Viene dunque autorizzata la diretta TV del match sulla principale emittente catanese.

Il ‘professore’ Bianchetti ha l’obbligo di dare una sterzata alla stagione e schiera contemporaneamente Orazio Russo, Willy Pittana, Cipriani e Pelosi. Davanti all’estremo difensore acese Carmine Amato un fortino invalicabile ricaccia indietro i nervosi assalti dell’Elefante. Gara in bilico con la palla sempre in gioco sul green ristretto del piccolo stadio. Al 72° una palla vagante in area rossazzurra resta lì e dopo una serie di carambole una sfortunata deviazione di Susi spiazza Tontini, Acireale in vantaggio, 1-0. Il tecnico catanese manda subito in campo il fresco Nunzio La Torre ma non c’è tempo per raddrizzare un derby amaro chiuso dal triplice fischio di Treossi di Forlì con molti rimpianti. Esulta il popolo granata per quello che resterà l’unico derby Acireale-Catania vinto dai padroni di casa nel loro vecchio stadio.

Acireale-Catania 1992-93
Un momento di Acireale-Catania del 25 ottobre 1992 al “Comunale”.

 

Gli ultimi due derby, entrambi in Coppa

Seconda metà anni ’90/primi anni Duemila ecco gli ultimi due scontri in terra acese di questa sfida meno accreditata di altri derbies più sentiti. Il 3 settembre 1997, terzo turno del gironcino estivo di Coppa Italia di Serie C, per la prima storica volta il “Tupparello” è sede della sfida. L’impianto, inaugurato nel 1993, non ha portato molta fortuna alla compagine granata. Tribune lontane dal campo, spazi larghi, una capienza forse sproporzionata per quello che è il quantitative del tifo acese. Le due squadre giocano in campionati diversi, C2 i rossazzurri, C1 l’Acireale che ha allestito un organico forte per tentare il ritorno in cadetteria. In panchina siede un certo Antonello Cuccureddu, già fortissimo difensore juventino di tempi memorabili.

Gianni Mei, allenatore rossazzurro, mette in campo diverse riserve. L’obiettivo è il campionato dove la squadra degli eredi Massimino ha brillantemente esordito al “Matusa” di Frosinone vincendo 2-1. Il momento propizio prosegue perché in 4 minuti, tra il 37° e il 41°, prima un’autorete di Migliaccio e poi una segnatura di Matteo Rossi illuminano l’immaginario tabellone luminoso del “Tupparello” con un eloquente 0-2. Nella ripresa al 56° Ferrigno accorcia per i padroni di casa. Un cinico Catania chiude i conti venti minuti più tardi grazie al più cinico e inespresso dei suoi calciatori: Davide Faieta che trafigge il goalkeeper acese Marchioro battendo un penalty concesso dal signor Pirrone di Messina. L’1-3 finale è illusorio perché a passare il girone è il Trapani e in campionato Piperissa e compagni si spengono tristemente dopo la sconfitta per 2-1 patita a Cava de’ Tirreni appena diciotto giorni dopo questo derby.

Acireale-Catania 1997/98
La formazione rossazzurra scesa in campo al “Tupparello” il 3 settembre 1997 (foto: CalcioCatania.com)

 

Ormai in epoca gaucciana l’ultimo confronto ufficiale datato 4 ottobre 2000, andata dei sedicesimi della competizione per club di Serie C. Il vento è cambiato: adesso sono i granata a dover fare la C2 con Nino Pulvirenti a presiedere un club preso in terza serie e portato in quarta con una brutta retrocessione. A Catania, invece, da pochi mesi si sono insediati i Gaucci con la loro voglia di ottenere tutto e subito, leggasi Serie B immediata. Il derby contro i granata si incastona in un ottobre 2000 da tregenda per i colori rossoazzurri, il tecnico Ivo Iaconi non convince in primis i dirigenti e al “Tupparello” schiera diversi atleti poi accantonati dalla stessa dirigenza: Macaluso e Tarini in difesa, Sbaccanti in mediana e Pietranera in attacco verranno presto ‘potati’ dalla rosa in un pazzesco andirivieni di calciomercato perenne.
Un buon Acireale passa subito in vantaggio grazie ad una fulminea autorete di Gianni Orfei (4° di gioco). Catania che non riesce a rimediare e perde dunque 1-0, nel finale di gara c’è spazio per il giovanissimo Nicola Longhitano (classe ’81) chiamato a rilevare Marco Capparella.
Quello che sembra un incidente di percorso innesca una crisi tecnica inimmaginabile: l’1-1 interno contro il Savoia in campionato porta alla defenestrazione di Iaconi, esonerato da Luciano Gaucci sull’ascensore che dalla Tribuna A lo conduce negli spogliatoi pochi attimi dopo il triplice fischio: «Quello che ho visto oggi – protesta big Luciano mentre aspetta l’apertura dell’ascensore – non è calcio ma pallavolo. Catania non merita questo!».
Viene ingaggiato Vincenzo Guerini e a rotta di collo giungono la sconfitta per 5-1 nel derby di Palermo e il catastrofico 1-3 interno con il Giulianova. Il baffuto trainer bresciano fa pace coi tifosi la sera d’Ognissanti 2000, giorno del ritorno di Coppa contro l’Acireale al Massimino: 2-0, qualificazione e tutti ad abbracciarsi. L’Ottobre nero è finito.

 

Acireale-Catania: tutti i precedenti

1932/33: Acireale-Catania 0-0 (Prima Divisione)
1946/47: Acireale-Catania 1-1 (Coppa L.I.S.)
1946/47: Acireale-Catania 1-2 (Serie C Sud)
1947/48: Acireale-Catania 2-4 (Serie C)
1948/49: Acireale-Catania 0-3 (Serie C)
1974/75: Acireale-Catania 1-1 (Coppa Italia Serie C, a Paternò)
1974/75: Acireale-Catania 1-3 (Serie C)
1989/90: Acireale-Catania 0-1 (Coppa Italia Serie C)
1991/92: Acireale-Catania 2-0 (Serie C1, a Reggio C.)
1992/93: Acireale-Catania 1-0 (Serie C1)
1997/98: Acireale-Catania 1-3 (Coppa Italia Serie C)
2000/01: Acireale-Catania 1-0 (Coppa Italia Serie C)

 

In copertina: scambio di gagliardetti nel match del 1992-93 al “Comunale” di Acireale.

 

 

Cutelliano di "lungo corso" (7 anni), poi universitario a lettere moderne. Ha fatto radio quotidianamente dal 2005 al 2010 e poi a spicchi negli anni seguenti. Film calcistici del cuore: "L'arbitro" (2013) con Stefano Accorsi e "Il presidente del Borgorosso F.C.".