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Domenica 13 marzo 1994, il Catania da qualche giornata ha affidato la panchina nientemeno che a Lorenzo Barlassina, l’ex-capitano rossazzurro ha il compito di scaldare i cuori di una tifoseria trafitta ma orgogliosa e in costante attesa di notizie buone per il ripescaggio in C1 a fine stagione. C’è da terminare un campionato dove i rossazzurri sono considerati degli sgraditi ospiti piuttosto che una concorrente per la volata promozione. Gravina e Juventina Gela non vogliono “intrusi” nel loro testa a testa. Quindi Sant’Agata-Catania cade in un periodo non eccelso per i ragazzi in maglietta rosso-azzurra: il ko a Paternò, i pareggi esterni a Lipari, Misterbianco e Rosolini forniscono gustosa materia a quanti in città hanno voglia di divertirsi sfottendo il tifoso verace. Altri due passi falsi interni fanno capire che sebbene sia un torneo di “6ª Serie” ciò non implica facilità di asfaltare chiunque: i rosanero della Juve Gela strappano fra gli applausi un 1-1 al Cibali, mentre il Viagrande di Gigi Chiavaro sbanca 0-1 l’impianto di piazza Spedini tra un mare di polemiche a causa della direzione arbitrale e di certi atteggiamenti della squadra viagrandese. Sette giorni dopo a Sant’Agata di Militello è atteso un pronto riscatto contro la frizzante compagine messinese che staziona a metà classifica.

Luca Di Gregorio Catania 1993/94
Luca Di Gregorio in una foto scattata proprio a Sant’Agata di Militello quel giorno (foto gentilmente concessaci dallo stesso Di Gregorio)

 

Arbitra Piracci di Roma. Catania fremente: dopo 23 minuti è già 0-1 firmato da Andrea Mariano, uno dei 15 centri stagionali dell’ex bomber viareggino lasciato solo in area dai difensori locali dopo un traversone di Sparti. Ospiti ansiosi di raddoppiare, il che lascia praterie ai padroni di casa; peccato grave perchè dopo 8 minuti si materializza il pareggio santagatese con lo scatenato Cannistraci lesto a ribadire in rete un rasoterra di Olivo che sfila sanguinoso per tutto lo specchio di porta. Partita pazzesca: al 32° il neoventunenne Luca Di Gregorio riporta subito in vantaggio gli etnei realizzando la sua unica marcatura stagionale. Rescigno chiude la prima frazione con un miracolo su botta da due passi del talentino Cannistraci. Si va al riposo sull’1-2. Il secondo tempo si apre con un’occasionissima per Di Gregorio che di testa sfiora la traversa e si dispera. Causerano e compagni non ci stanno: il Sant’Agata, rinforzato dai cambi di Brancatelli e Reale, assedia la porta di Mimmo Rescigno durante tutta la ripresa agguantando il 2-2 definitivo con Scorsa a 21 giri di lancette dal termine: il capitano peloritano batte una punizione magistrale non lasciando scampo al guardiapali etneo. Finale col brivido perchè a dieci minuti dal triplice fischio ancora Scorsa ha fra i piedi un altro calcio di punizione dalla stessa “mattonella” del 2-2: la parabola perfetta incoccia sulla traversa piena e stavolta a disperarsi sono i tifosi di casa appena confortati da un pomeriggio primaverile. Prima del gong, c’è gioia solo per due “bambini” della cantera etnea: il 17enne Giuseppe Provenzano e il sedicenne Mirko Corrente spediti in campo ad una manciata di minuti dal termine.

Sant’Agata-Catania
Il titolo de “La Sicilia” nelle pagine interne dell’edizione del lunedì

 

A fine stagione, Catania terzo e poi ripescato in CND, Sant’Agata ottavo.

La storia della squadra biancoazzurra diventa assai controversa dagli anni Duemila e per arrivare al nuovo sodalizio denominato Città di Sant’Agata c’è un lungo racconto (qui ricostruito dagli amici di CalcioCatania.com).

 

 

Il tabellino

Sant’Agata-Catania 2-2
13 marzo 1994 – Eccellenza girone A

Sant’Agata: Siracusano, Sirna (66° Reale),  Ciardo (60° Brancatelli), La Rocca, Condipodero, Serraino, Cannistraci, Letizia, Causerano, Scorsa, Olivo. All.: Borgia.

Catania: Rescigno, Iuculano, Pomo (80° Provenzano), Binda, Sparti, Pincio, Biondelli, Rigano, Mariano (85° Corrente), Di Gregorio, Belnome. All.: Barlassina.

Arbitro: Piracci (Roma)

Reti: 23° Mariano, 31° Cannistraci, 32° Di Gregorio. 69° Scorsa.

Ammoniti: Belnome.

 

 

Cutelliano di "lungo corso" (7 anni), poi universitario a lettere moderne. Ha fatto radio quotidianamente dal 2005 al 2010 e poi a spicchi negli anni seguenti. Film calcistici del cuore: "L'arbitro" (2013) con Stefano Accorsi e "Il presidente del Borgorosso F.C.".