La storia dei Castrovillari-Catania è un esemplare viaggio indietro nel tempo alla seconda metà degli anni ’90. Quattro precedenti, tutti nell’allora C2 tra il 1996 e il ’99, con nessun successo rossazzurro e appena due reti realizzate dai siculo-orientali nonostante i 360 minuti complessivi di gioco.
Poco prima che Angelo volasse via
La prima volta che gli etnei varcano i cancelli del “Polisportivo 1° Maggio” di via Veterani dello Sport in Castrovillari cade in un gelido pomeriggio invernale, domenica 18 febbraio 1996, ventitreesima giornata. A dire il vero, lo stadio da circa un anno è stato intitolato a Mimmo Rende, illuminato dirigente locale scomparso troppo presto. Per il Catania di Mario Russo è un periodaccio, l’attesa riscossa del girone di ritorno è solo nei cuori dei tifosi più ottimisti: le due sconfitte consecutive ad Avezzano e contro il Marsala hanno imbufalito il popolo dell’Elefante costretto a sorbirsi il successo dei lilibetani al Cibali su un terreno ricolmo di fango e acqua. Le piogge abbondanti sono la costante in un inverno ’95/96 tra i più umidi mai visti in città.
A Castrovillari arbitra Ferrarini di Parma. Naccari e D’Isidoro in avanti, Maurizio Pellegrino, Fabio Ercoli e Pasquale Marino tra mediana e trequarti. I rossoneri calabri viaggiano ad alta quota rinforzati da vecchie volpi delle aree di rigore (Balestrieri e Petrucci) e con un centrocampo fortissimo. Ne viene fuori la solita partita esterna del Catania di quegli anni, tesa a conservare il pari ad occhiali nonostante l’epoca dei 3 punti a vittoria fosse già in vigore da tre stagioni. Come da copione, arriva il gol dei padroni di casa nonostante il dispositivo di 5 difensori messo in campo dal riccioluto tecnico salentino: a sfondare, beffardamente, è proprio un difensore, De Sanzo, a 7 minuti dalla fine. Inutile e tardivo il cambio con Crisafulli che entra al posto di Pellegrino. I lupi del Pollino vincono 1-0. Quella di Castrovillari è la penultima partita con il presidente Angelo Massimino vivente. La settimana successiva, al Cibali, uno 0-0 pauroso e grigio contro il Teramo è, a posteriori, il mesto addio al presidente più iconico di tutti i tempi. Pochi giorni dopo, il 4 marzo 1996, il fatale incidente d’auto nei pressi di Palermo cagiona la morte di un uomo segnato nel fisico da anni amari di battaglie contro il “Palazzo” e da contestazioni dei tifosi, cicliche e puntuali anche nella stessa stagione ’95/96.
L’esodo del “San Vito” di Cosenza
Stagione ’96/97, per la precisione domenica 13 aprile 1997, 29a giornata. Non si gioca a Castrovillari ma sul neutro di Cosenza. La stagione rossazzurra è assai frizzante. La squadra affidata a Gianni Mei è in grande ascesa, i play off sono ormai certi e si cerca perfino di agguantare le primissime posizioni. È un Catania che viaggia con una media inglese a dir poco olimpionica. Accompagnato in Calabria da un esodo di tifosi che ricalca quello vissuto 9 anni prima per lo spareggio-salvezza contro la Nocerina, il sodalizio rossazzurro stando alle cronache si porta appresso 2000 tifosi catanesi contro gli appena 100 castrovilleresi.
Etnei subito all’assalto: quando ancora il 5° di gioco non è del tutto trascorso, D’Isidoro da ottima posizione serve un Pasquale Marino molto distante dai legni difesi da Dei. La bordata imprendibile da fuori area del numero 10 è terrificante e non lascia scampo al guardiapali calabrese. L’urlo dei tifosi ospiti scuote le fondamenta dello stadio silano, 0-1 e si va al riposo con altre due occasionissime fallite da Orazio Russo. Nel secondo tempo gli spauriti padroni di casa si destano dal torpore e cominciano ad attaccare a testa bassa. Dirige Baglioni di Prato, uno dei migliori fischietti della serie C. Al 63° si materializza il pareggio rossonero grazie ad un tiro dalla distanza di Andreoli, per certi versi una rete speculare a quella di Marino. L’1-1 non si schioderà più malgrado il miglior secondo tempo disputato dai calabresi. Sul taccuino del cronista l’ultimo brivido è rossazzurro: lo scatenato Orazio Russo (che disputa una delle migliori stagioni in rossazzurro pur essendo in prestito dal Lecce) sfiora il colpaccio.

Ai piedi di un Maestro
La stagione successiva, ’97/98, si torna al “Mimmo Rende” poco prima di Natale, domenica 7 dicembre ’97, tredicesima d’andata. In panchina c’è sempre Gianni Mei ma l’andazzo è asfittico: dopo 12 turni sono appena 15 i punti in carniere. Lo stadio catanese è spesso semivuoto: gli eredi Massimino tirano un po’ la cinghia dopo un’annata di grossi investimenti. I tifosi hanno anche maldigerito l’eliminazione nel gironcino estivo di coppa Italia serie C. Piperissa e Malafronte, i due attaccanti presi in estate per fare faville, dopo 1080 minuti di gioco sono quasi assenti dal carniere reti rossazzurro con una sola marcatura a testa.
Claudio Piperissa (il cui insolito cognome viene ripetuto dai tifosi a mo’ di mantra divertente) scende in campo da titolare nel pomeriggio di Castrovillari. Si è guadagnato da Mei la casacca numero 9 dopo aver steso al cibali l’Olbia sette giorni prima. Il vero protagonista della gara è però Gigi Marulla, iconico centravanti ormai sul viale del tramonto. Le 35 primavere ormai sulle spalle gli consigliano la via di casa accettando l’ingaggio della società rossonera che, manco a dirlo, gli affida ambizioni inconfessabili. Marulla torna in Calabria per giocare in C2 e la cosa fa rumore. Dirige Dondarini di Finale Emilia e il primo tempo termina col risultato ad occhiali. Basta però poco al bomber di Stilo per incendiare il “Mimmo Rende”: al 52° batte un rigore impeccabile trafiggendo il biondo portiere rossazzurro Saul Santarelli che pure ha fama di pararigori, 1-0 per l’undici del Pollino, il cui massiccio montuoso contorna coi suoi picchi innevatissimi il piccolo stadio silano. La curva sud dove hanno sede gli “Ultras Castro” non è certo la lussurreggiante gradinata nord del Marassi di Genova, dove per anni Marulla è stato Re, ma ci ha messo un attimo a incoronare il suo condottiero. Non basta però l’ex genoano a mettere in ghiaccio i 3 punti perchè un Catania opaco trova comunque il pareggio al 64°. Subìto il gol, Mei al 56° manda Di Julio a far la doccia e inserisce Peppe Malafronte al suo posto. L’ex-Pro Cisterna lo ripaga quasi subito calciando il pallone deviato nella propria porta da Chiappetta, 1-1 su autorete. Si torna in Sicilia comunque con mugugni e Gianni Mei viene poi esonerato due settimane dopo. Fatali al tecnico di Fano due scialbi pari interni contro Tricase e Bisceglie.
Gigi Marulla è morto nel 2015 a soli 52 anni. La Cosenza sportiva gli ha immediatamente intitolato lo stadio cittadino. Il cannoniere di Stilo è a tutti gli effetti una intramontabile bandiera del club silano avendo indossato la casacca rossoblù per ben 11 stagioni complessive con 330 presenze e 89 marcature realizzate.
L’ultimo precedente
Ancora in pieno inverno, proprio in quella che è l’ultima stagione da calciatore di Marulla, si gioca l’ultimo Castrovillari-Catania in data 10 gennaio 1999 (prima di ritorno C2 ’98/99) e vede la squadra rossazzurra presentarsi da capolista del girone e campione d’inverno in carica. Il “Castro” non è nella sua annata migliore. Ma già in occasione del match d’andata ha rifilato un brutto sgambetto alla corazzata di Pierino Cucchi. E lo fa anche nella sfida del “Mimmo Rende”: Passiatore non può giocare e Cucchi piazza Lugnan centravanti con Raffaele Esposito ala sinistra. Non funziona. Ciulli di Roma dirige una partita che si trascina su un anonimo zero a zero fino al 70° quando il Catania viene punito da una rete di Cazzella. Il trainer etneo corre immediatamente ai ripari: Faieta per Di Cunzolo e Ripaldi per Esposito. Sei minuti dopo anche Gaetano Calà Campana, 20 anni, è gettato nella mischia al posto di Matteo Rossi. Ma il bunker del Castrovillari regge anche grazie a Gigi Marulla che gioca tutta la partita consentendo ai suoi di fregiarsi di una vittoria di prestigio.

Castrovillari-Catania: tutti i precedenti
1995/96: Castrovillari-Catania 1-0 (Serie C2)
1996/97: Castrovillari-Catania 1-1 (Serie C2)
1997/98: Castrovillari-Catania 1-1 (Serie C2)
1998/99: Castrovillari-Catania 1-0 (Serie C2)