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Aldo Moro, brillantina e caccia al cervo

Domenica 7 maggio 1978, trentatreesima giornata campionato Serie C girone C. In un Cibali che trattiene il fiato si affrontano Catania e Ragusa, è il primo storico derby ibleo-etneo in gare ufficiali a Catania. La squadra dell’elefante vuole riconquistare la Serie B e ha da poco cambiato guida tecnica. Le sconfitte di Sorrento e Trapani sono costate il posto al lunatico Carlo Matteucci e Angelo Massimino, spiazzando la tifoseria, decide di rimpiazzarlo con una vecchia conoscenza di piazza Spedini, Guido Mazzetti.
Il trainer umbro, conscio di avere appena 9 giornate di tempo, rivolta la squadra come un guanto. Trova gol e punti e mette nel mirino la vetta solitaria a scapito della sorprendente Nocerina. Prima dello scontro diretto proprio in terra molossa ci sono Pro Cavese e Ragusa da battere tra le mura amiche. Contro i blu di Cava è 1-0 grazie all’unica marcatura di Emilio Frigerio a 17 minuti dalla fine.

Ed ecco il Ragusa. Il “rapace” deve evitare il declassamento nella nascente C2 per cui Tripepi e compagni non possono farsi bastare il pari. L’atmosfera è tesa: sono i giorni del drammatico sequestro Moro. Da tempo il silenzio dei sequestratori fa temere il peggio circa le sorti dello statista. Che infatti verrà trovato morto ammazzato il 9 maggio ’78, appena due giorni dopo il derby del Cibali che un Catania di cuore (ma non brillantissimo) si aggiudica grazie all’unica segnatura di Damiano Morra siglata poco oltre la mezzora. Uno a zero e tutti pronti per Nocera. Uscendo dallo stadio non si parla d’altro che del destino del presidente della Democrazia Cristiana. I più frivoli provano ad ingannare l’angoscia tuffandosi nelle novità cinematografiche americane, dato che circolano già le reclamés di due film destinati a segnare un’epoca: “Grease” (che uscirà il mese successivo) e “Il cacciatore”, atteso invece per la stagione autunnale. Una speciale notazione la facciamo per Morra che veste il prestigioso numero “10” in occasione del vittorioso derby contro gli iblei. È un’annata d’oro per il mediano di origini argentine che giocherà tutte e 42 le partite stagionali risultando con 6 reti il vice-bomber della squadra rossazzurra. Non basterà per l’ottenimento della cadetteria.

 

Mosti che non divennero vini

Dal tragico ’78 alla tardissima estate siciliana del 1994, ultimo precedente ufficiale tra le due squadre. Il CND ’94/95 vede Catania e Ragusa fianco a fianco per un possibile salto di categoria. Il derby al Cibali è in programma per il 15 ottobre 1994, appena 7a giornata di campionato. Si gioca di sabato, nel primo pomeriggio. In realtà le regole imporrebbero a tutto il CND di giocare il sabato pomeriggio, lasciando la domenica al calcio professionistico. La società rossazzurra, però, è riuscita ad ottenere una deroga per disputare alla domenica le sue gare. Deroga che trova talvolta un ostacolo insormontabile: se l’Atletico (che gioca la C1) ha in programma partite casalinghe in contemporanea, il green domenicale del Cibali è dei ragazzi di Franco Proto.

Contro il Ragusa di Santino Nuccio si parte con la consueta sostituzione dei due portierini, praticamente al primo minuto di gioco: Riccetelli entra al posto di Noto. Lo stesso fa la società iblea: il più esperto Lucenti (fratello di Giorgio, futuro rossazzurro) sostituisce il baby Barchitta. Si tratta di un penoso escamotage che permette formalmente di aggirare il diktat della Lega circa l’impiego obbligatorio di alcuni “under”. Mancando un’indicazione precisa sul tempo di impiego per i suddetti under, le società non fanno altro che metterli titolari fra i pali sostituendoli dopo pochi attimi dal fischio d’inizio. I due guardiapali diventano gli unici protagonisti di una partita che finisce col pari ad occhiali: 0-0.

Nove punti in 7 gare: quella rossazzurra, in fondo, è una barca solida che “corricchia” appena sotto le battistrada. La tifoseria però mugugna: dopo anni di umiliazioni si vorrebbe stracciare il campionato, specie se si tratta di un torneo interregionale. Ebbene, ciò non sta accadendo. Gli strali si indirizzano su Piergiuseppe Mosti, focoso trentanovenne trainer apuano e vecchia gloria rossazzurra. Il suo “gioco” non convince: già troppi mezzi passi falsi. Non giova a favore del tecnico toscano il fatto che schieri spesso titolare il figlio Luca, giovanissimo attaccante nemmeno sedicenne. Il quotidiano locale pubblica una curiosa foto che ritrae Mosti senior a torso nudo in panchina durante una partita (complice il caldo estivo, la camicia si era ridotta ad uno straccio madido di sudore!). Il destino dell’allenatore è segnato: il tempo di altre quattro partite e giunge puntualissimo l’esonero da parte di Massimino che ingaggerà Busetta al termine di un’abile manovra diplomatica.
Mosti come Silvio e Francesco Baldini: tutti e tre allenatori di Massa. Tutti e tre accomunati dal medesimo destino: per un motivo o per un altro, la panchina rossazzurra ha scottato sotto le loro gambe.

 

Catania-Ragusa: tutti i precedenti

1977/78: Catania-Ragusa 1-0 (Serie C)
1994/95: Catania-Ragusa 0-0 (CND)

 

In copertina: la rete di Damiano Morra nel 1977/78.

 

 

 

Cutelliano di "lungo corso" (7 anni), poi universitario a lettere moderne. Ha fatto radio quotidianamente dal 2005 al 2010 e poi a spicchi negli anni seguenti. Film calcistici del cuore: "L'arbitro" (2013) con Stefano Accorsi e "Il presidente del Borgorosso F.C.".