Catania-Trapani è inedito per la Serie D, ma ci sono comunque due precedenti in quarta serie in quella che era la vecchia C2. Un derby forse atipico ma che, contro squadre che rappresentano il capoluogo trapanese, si disputa da ben 89 anni.
I due match degli anni Trenta
Primissimo precedente datato 26 febbraio 1933 allorquando i cancelli del “Campo dei Cent’anni” di piazza Esposizione fanno ruotare i cardini per ospitare la Juventus Trapani, formazione che con i rossazzurri gioca nel campionato di Prima Divisione. Quindicesima giornata di un campionato che ne consta appena 22. Il Catania allenato dal magiaro Lajos Czeizler insegue con convinzione il sogno vetta della classifica; lo fa in forza di un “momento magico” sancito da due recenti amichevoli casalinghe con forti club di Serie A: la leggendaria Juve anni ’30 (2-2) e la Lazio (travolta 5-1).
Per la Juve Trapani non c’è scampo: 6-0 etneo con quattro segnature nei primi 43 minuti di gioco. Apre le danze Cocò Nicolosi dopo 15 minuti, Raffaele Pulzone raddoppia 10 minuti dopo, poi tocca ad Alberto Pignatelli (38°) e ancora Nicolosi (43°). Secondo tempo tuttaltro che accademico: al 55° un’autorete di Poccardi e la 77° un gol di Enrico Engel umiliano la formazione trapanese. Rea, in realtà, di aver scatenato un’indegna guerriglia in campo nel match d’andata perso dal Catania 3-1 (ne riparleremo in occasione della sfida di ritorno in terra granata). Chiudiamo dicendo che la “vendetta” rossazzurra contro i cugini della Sicilia occidentale non ha veri riflessi positivi sul torneo. L’allenatore magiaro viene esonerato tre partite dopo e il Catania ’32/33 chiude a 9 punti dal primo posto. Sogni da rinviare.
All’anno successivo: il Catania di Geza Kertesz si sbarazza dei granata della Juve Trapani con un secco 3-1 il 26 novembre ’33, 11° turno sempre di Prima Divisione. Sblocca Giovanni Degni al 38°. Nella ripresa doppietta del bomberissimo Ercole Bodini tra 58° e 80° (l’attaccante segnerà 21 reti in 29 gare stagionali!) prima della rete della bandiera di Vignozzi a sei giri di lancette dalla conclusione. Alla fine di quel torneo ’33/34 sarà Serie B, la prima storica cadetteria rossazzurra.
Anni Quaranta
Contro la Juventus Trapani si disputa un ultimo confronto nella stagione ’42/43: l’8 novembre 1942, prima giornata di un girone di Serie C con appena 10 partecipanti, fortemente condizionato dall’inasprirsi delle vicende belliche. Vince il Catania 4-1 e a sbloccare il confronto dopo 22′ è Umberto Marcoccio, fratello di Ignazio futuro patròn rossazzurro. Una doppietta di Ivo Tesi (38° e 72°), un rigore del granata Ciani (77°) e un altro penalty del prolificissimo Marco Romano (83°) chiudono il pomeriggio del Cibali. Come è noto a chi legge i nostri pezzi, quel Catania proverà ad agguantare la Serie B ma verrà fermato dalla guerra e dai bombardamenti alleati.
Nella seconda metà degli anni Quaranta al Cibali è di scena non più la Juventus ma il Drepanum Trapani, sempre in Serie C. Il 6 aprile 1947 Drepanum dà forfait, non si presenta e i rossazzurri di Cesare Goffi vincono 2-0 a tavolino.
Il 23 novembre ’47 rossazzurri ancora vittoriosi 1-0 grazie ad una perla firmata da Arnaldo Cadei al 26°. Il giovane attaccante ha già ammaliato i cuori dei tifosi coi suoi blitz improvvisi e risolutivi. Sono anni in cui questo derby è molto sentito, soprattutto per via dei roventi confronti in terra trapanese. Lo è anche quello di questa stagione ’47/48. Ne riparleremo.
Il 5 giugno 1949 Catania-Drepanum è decisiva per il salto in cadetteria. In calendario figura come 36° turno del torneo di Serie C ’48/49 e, per una serie di coincidenze, è in realtà l’ultima giornata di campionato per il sodalizio etneo che lotta strenuamente contro l’Avellino per ottenere il primo posto. La squadra rossazzurra si impone, non senza fatica, per 2-1. Si rivela risolutivo, a 5 minuti dalla fine, il gol di Giovanni Prevosti che illumina un pomeriggio thrilling dato che il Drepanum al 63° con Graziano aveva pareggiatto il vantaggio catanese di Messora (14°). Terminato il match, la compagine dell’Etna allenata da Jozsef Bánás può solo fare da spettatrice alle giornate 37 e 38 nelle quali non gioca per il ritiro della Scafatese e per il normale turno di riposo. Alla fine di rocambolesche vicissitudini, Catania e Avellino spareggeranno a Milano per la promozione. Sul campo vincono i lupi. Per i tribunali, invece, è B rossazzurra come narriamo nel dettaglio in alcuni articoli precedenti.
Anni Settanta
Mentre la Trapani calcistica resta per un venticinquennio ferma ad una dimensione sostanzialmente minore, la Catania del pallone tocca invece vertici inimmaginabili nello stesso periodo, tra gli anni Cinquanta e i primi Settanta. Sicché questo derby passa di moda e le “baruffe” ante guerra sono un ricordo sbiadito o perfino rimosso. Il Trapani Calcio torna a giocare un derby fra le quattro mura del vecchio Cibali domenica 30 marzo 1975, 27° turno di un infuocata serie C ’74/75. Non è il miglior momento per la corazzata rossazzurra allenata da Egizio Rubino: in casa, Ciceri e compagni stanno steccando troppe occasioni. E mancano i 2 punti anche contro i granata il cui guardiapali Tortora (poi passato alla Reggina) mette in cassaforte lo 0-0 finale.
Toccata e fuga in B per la squadra del presidente Massimino. Il Trapani è di nuovo ospite il 13 novembre 1977, decima di campionato. Catania col vento in poppa, guidato in panca da un “vate” della Serie C, Carlo Matteucci. Matura il più classico dei punteggi: 2-0. L’arbitro Patrussi di Arezzo indica il dischetto a fine primo tempo, Emilio Frigerio fa centro realizzando uno dei suoi pochi gol stagionali. Il secondo gol porta la firma del mediano Fusaro, al 59°. A fine stagione, nonostante il 13° posto, il Trapani non ottiene l’accesso alla neonata e più ristretta Serie C1. Derby “congelato” per i successivi venti anni nei quali i due club vivono vicende alterne ma molto diverse.
Anni Novanta
Anno di grazia 1995: il leggendario Trapani allenato da Ignazio Arcoleo è la rivelazione della C1 girone B e sono in parecchi ad immaginare il salto in cadetteria dei granata, fermàti in semifinale dal Gualdo Tadino in Umbria da un golletto subìto ormai a tempo scaduto. Una sliding door fatale nella storia del club siculo-occidentale che da quel momento inizia una inesorabile parabola discendente che lo porta a ritroso verso la C2 dove ritrova il Catania nella stagione ’97/98. Il derby al Massimino casca ormai alla fine di un torneo fra i peggiori della storia rossazzurra, domenica 10 maggio ’98, 33° e penultimo turno di campionato. I granata hanno ormai la testa ai play off dopo aver amaramente mancato il primo posto soffiato loro dal più quadrato Marsala allenato da Massimo Morgia. Il Catania di Franco Gagliardi vuole solo chiudere al più presto una stagione d’attesa e niente più. Ne nasce un derby combattuto nonostante il pochissimo pubblico presente. Arbitra Dondarini di Finale Emilia, fischietto atteso da una folgorante carriera. Etnei subito in gol con Umberto Brutto al 4°. Tutto si infiamma in una pirotecnica ripresa: dove il protagonista assoluto è Peppe Mosca, indimenticato ex trascinatore del Catania busettiano di CND. Il bomber taorminese prima pareggia al 50°, poi al 90° gela i pochi tifosi rossazzurri realizzando il punto del 3-2 finale dopo che il club di casa si era riportato in vantaggio al minuto 82 con un rigore di Alessandro Furlanetto seguito quattro minuti dopo dal 3-1 di Roberto Ricca.
Due, invece, i derby per la stagione ’98/99. Stavolta i ruoli si invertono: il Catania di Piero Cucchi è la candidata alla promozione, gli eredi Massimino hanno messo sul tavolo un vero e proprio “all in”, si punta il tutto per tutto e non bisogna fallire. Si parte il 23 settembre ’98 col confronto nel gironcino siculo di Coppa Italia di C. Non c’è storia: 3-0 rossazzurro, la sblocca alla mezzora Roberto Manca (il bomber dei derby sin dalle prime battute!) poi nel finale arrotondano Brutto (82°) e Pietro Tarantino (86°). Il successo giunto alla quinta e ultima giornata del gironcino promuove a pieni voti il Catania come prima classificata accedente al turno successivo dove l’attende la stracittadina.
In campionato le due squadre si riaffrontano il 6 dicembre 1998, tredicesima giornata. È un ottimo momento per gli etnei, reduci da 3 successi di fila e ormai capolisti del girone. Arbitra Cruciani di Pesaro che dovrà faticare parecchio a domare il forte traffico presente nelle due rispettive aree di rigore. Un Catania meno lucido del solito fatica a trovare la zampata vincente. Il tempo scorre e al 47° i granata si trovano ad usufruire di un calcio di rigore che Ferrara realizza portando i suoi in vantaggio. Sembra una gara stregata e ti accorgi da giornate come questa che è la tua annata. Roberto Manca potrebbe pareggiare dal dischetto ma becca il palo pieno. A sei minuti dal triplice sibilo il Catania si vede riassegnato un calcio di rigore che Pietro Tarantino stavolta trasforma facendosi perdonare il precedente pesante errore casalingo dal dischetto contro la Cavese: 1-1 finale e testa al fondamentale derby del Celeste di Messina di una settimana dopo (quello delle magliette donate dai tifosi).
La storia recente degli anni Dieci
Partiamo con l’unico precedente in serie cadetta, disputato sabato 11 aprile 2015 alle ore 15:00. Il Catania, terzultimo a 8 partite dalla conclusione, è in una crisi senza fine ma proviene da due successi di fila. Trapani a +4 sui rossazzurri, c’è già Serse Cosmi in panchina. Il derby è preceduto da un sinistro episodio di cronaca: crolla un pilone su uno dei viadotti della Palermo-Catania. Tragedia evitata ma il viaggio in pullman della squadra granata diventa un’odissea di ben 8 ore. Non va meglio ai tifosi trapanesi (ben 1200) costretti a raggiungere Catania alla spicciolata. Il cassiere conta 17.271 spettatori totali per 56.903 euro di incasso.
Gli ospiti costretti a rinunciare a Curiale e Rizzato, etnei privi di Odjer. Dominio trapanese nel primo tempo chiuso sullo 0-1 grazie ad un rigore trasformato dall’ex Terlizzi al 9° (che non esulta) e provocato da un discusso fallo di mano di Rinaudo.
Secondo tempo del tutto inatteso: una punizione di Rosina deviata da Schiavi (49°) e un’autogol dello stesso Terlizzi su tiro di Maniero (52°) ribaltano completamente il corso di una tenzone apparsa a senso unico nel primo tempo. Al 60° l’espulsione del granata Ciaramitaro chiude le porte a ogni contro-rimonta dei cosmiani. Al 63° segna “el Pata” Castro e al 91° Schiavi firma la prima doppietta in carriera: 4-1 rossazzurro. Ma c’è già chi, uscendo dallo stadio, rimugina su quanto visto sul rettangolo di gioco: “Com’è che sto Catania mezzo morto ha vinto 3 gare di fila?!”. La risposta arriverà il 23 giugno ’15 con “i Treni del gol”. Poco altro da aggiungere.
Proseguiamo con l’unico successo pieno del Trapani, ottenuto lunedì 23 aprile ’18, posticipo serale televisivo in C. A tre giornate dalla conclusione il Catania di Lucarelli non crede più di poter agganciare il Lecce in vetta. E fa male: intanto, nonostante i malumori della “giornata rossazzurra”, al Massimino si presentano in 18.711 paganti (232.712 euro d’incasso!). Il Trapani di mister Calori “profuma” calcio sin dalle prime battute con una mediana a 5 che ridicolizza il terzetto di centrocampisti rossazzurri. Granata in vantaggio solo al 50° con Palumbo. Tre minuti dopo il raddoppio di Pagliarulo è stoppato dal guardalinee, rete annullata. Gara che resta in bilico fino al 93° allorquando Marras, assistito da Steffè, zittisce lo stadio: zero a due. Stadio che non esulta due minuti dopo in occasione del rigore che Lodi trasforma (facendosi anche male) per l’1-2 finale. Gioia Trapani: coi 3 punti di piazza Spedini raggiunge e scavalca il Catania al secondo posto in virtù degli scontri diretti.
Infine, i due ultimi derby della stagione ’18/19 che vedono sulla panchina granata Vincenzo Italiano, uno dei migliori tecnici italiani in circolazione. Si parte con l’illusorio 3-1 rossazzurro di martedì 16 ottobre ’18, turno infrasettimanale valido per la 7a giornata di Serie C. Campo pesante causa maltempo dei giorni precedenti, Trapani capolista ma Catania con 3 gare in meno causa pasticcio estivo per il ripescaggio fantasma in Serie B. Primo tempo tutto per i ragazzi di Italiano con due reti fallite d’un soffio e un rigore di Evacuo spedito sulla traversa. Nel secondo tempo qualcuno gira l’interruttore e si scatena Ciccio Lodi, un vero castiga-granata: 48° su rigore poi al 61° un rigore in movimento su assist di Manneh; in mezzo il 2-0 al 51° di Marotta (eurorete). Inutile il gol di Golfo al 71°, 3-1 etneo con mister Sottil felice per il trend superlativo.
Tutt’altro esito per l’andata della semifinale play off, mercoledì 29 maggio 2019. “Prima del quadro, la cornice” avrebbe detto Fabrizio Maffei: 19.416 paganti, 304.828 euro di incasso al Massimino, questa la sognante cornice dello stadio. C’è un popolo (quello rossazzurro) convinto che sia venuto il momento del Catania. E che quella col Trapani sia la vera finale. Bastano pochi minuti e lo stadio capisce l’amara verità: i granata di Italiano, riposatisi durante i primi turni play off, filano che è un piacere. Già dopo 120 secondi Tulli ricastiga il Catania, 0-1. Non c’è reazione. Anzi: Pisseri tiene a galla il galeone sottiliano. Ma fino al 67°, minuto fatale per lo 0-2 trapanese firmato da Ferretti che approfitta di un imbarazzante pasticcio difensivo. C’è già chi, deluso e arrabbiato, discende i gradini dello stadio e va via. In estasi, invece, i 407 tifosi ospiti coi quali il gemellaggio regge, ma con enorme amaro in bocca. Servirebbe quello che in gergo pallanotistico si chiama “palombella”. E così, quasi fossimo nel famoso film di Nanni Moretti ambientato ad Acireale, mentre Italiano decide di strafare schierando la punta Evacuo, Lodi batte una punizione al di qua della metà campo. Il portiere ospite Dini è fuori dai pali e il drop lodiano s’insacca alla perfezione sotto la Nord, 1-2. Mancano 17 minuti. Lo stadio si rianima, tocca a Manneh procacciarsi il penalty che Lodi scarica di rabbia in rete, a 3 giri di lancette dalla fine. È un 2-2 finale perfino stretto per il miglior Trapani visto a Catania. Granata poi giustamente promossi in Serie B.
Catania-Trapani: tutti i precedenti
1932-33: Catania-Juventus Trapani 6-0 (Prima Divisione)
1933-34: Catania-Juventus Trapani 3-1 (Prima Divisione)
1942-43: Catania-Juventus Trapani 4-1 (Serie C)
1946-47: Catania-Drepanum Trapani 2-0* (Serie C Sud)
1947-48: Catania-Drepanum Trapani 1-0 (Serie C)
1948-49: Catania-Drepanum Trapani 2-1 (Serie C)
1974-75: Catania-Trapani 0-0 (Serie C)
1977-78: Catania-Trapani 2-0 (Serie C)
1997-98: Catania-Trapani 3-2 (Serie C/2)
1998-99: Catania-Trapani 3-0 (coppa Italia serie C)
1998-99: Catania-Trapani 1-1 (Serie C/2)
2014-15: Catania-Trapani 4-1 (Serie B)
2017-18: Catania-Trapani 1-2 (Serie C)
2018-19: Catania-Trapani 3-1 (Serie C)
2018-19: Catania-Trapani 2-2 (Play off Serie C)
In copertina: l’esultanza di Lodi dopo il secondo gol nel 2018/19 (foto di CalcioCatania.com).