L’incipit del celebre film “Magnolia” sentenzia che nulla accade per caso e che molto spesso il destino di molte persone è intrecciato l’uno alle altre inconsapevolmente. C’è una data precisa nella storia di Catania e Acireale che sembra confermare questa tesi. Questa data è domenica 28 maggio 2006. Riviviamola in questo breve racconto.
Sono da poco trascorse le 18:00 di una assolatissima domenica di fine maggio. Nel capoluogo etneo è in corso una festa scatenata in ogni angolo di città. Il Catania ha da poco più di un’ora conquistato la promozione in Serie A dopo un’attesa durata 23 anni. È la quinta volta che il sodalizio rossazzurro ottiene il salto nella massima serie. Ma è la prima volta assoluta che ciò avviene nello stadio di casa, dato che, come qualunque tifoso sa, la squadra allenata da Pasquale Marino ha piegato la resistenza di un tenace Albinoleffe vincendo l’ultima partita della stagione regolare cadetta durata ben 42 giornate.
Le scene di giubilo cittadino sono un vero carnevale fuori stagione, un fiume di bandiere, sciarpe, cortei ovunque. In Corso Italia, all’altezza del Palazzo di Giustizia, un’autovettura clacsonante fa la gimkana tra i tifosi. Un ragazzo dai tratti nordici si sporge malfermo dal finestrino dell’auto agitando una sciarpa in modo forsennato.
Basta poco e decine di persone riconoscono il passeggero “scalmanato”: è Umberto Del Core! Attaccante di riserva dello squadrone rossazzurro. È proprio lui l’autore della storica segnatura del 2-1 sull’Albinoleffe. Il gol che vale la Serie A. La sua corsa sfrenata senza maglietta dopo il gol, rincorso da Pietro Lo Monaco, è già storia e diverrà nel tempo simbolo indelebile di una stagione calcistica irripetibile. Per la cronaca, il mezzo a quattro ruote su cui si svolge questa scena è guidato da una ragazza dal vistoso fenotipo mediterraneo: è la moglie di Ciro Polito. Coraggiosa nel tuffarsi al centro di una festa-promozione che si protrae fino alle prime luci dell’alba di lunedì.
Questo succede a Catania, nel pomeriggio di domenica 28 maggio 2006. Spostiamoci più a nord, ad Acireale. Nelle stesse ore. La città delle 100 campane è silente. Peggio: i suoi cittadini trattengono il respiro: sanno che la festa dell’amato-odiato Catania arriverà in qualche modo anche da loro. Sotto forma di ciclomotori sfreccianti, carichi di giovani rossazzurri con bandiere e sciarpe, desiderosi di urlare una gioia rimasta in gola per 22 lunghissimi anni.
Ma Acireale sportiva è triste: nelle stesse ore in cui al “Massimino” trentamila innamorati dell’Elefante scortano verso la gloria la squadra del cuore, allo stadio “Tupparello” si consuma una tragedia calcistica irrimediabile. I granata di casa, ospitando la Juve Stabia nella gara di ritorno dei play out di Serie C, devono solo batterla con qualsiasi punteggio per mantenere il posto in Terza Serie. Questo perché nella partita d’andata disputata in Campania i granata hanno perso con un solo gol di scarto (2-1) grazie ad una rete dell’acese Merito giunta a soli sei minuti dalla conclusione. L’Acireale ha il vantaggio della migliore posizione in classifica, per cui non occorre far calcoli e basta una semplice vittoria per salvarsi. Pertanto, nel retour match del “Tupparello” di quel 28 maggio tutto sembra andare come previsto: vantaggio granata con Alfageme alla mezzora e tutti guardinghi ad aspettare il triplice fischio del signor Zanzi di Lugo. Il Destino ha però deciso un finale tragico: al 90° esatto lo stabiese Agnelli si incaponisce su un pallone e trova il pareggio, travolto dai compagni in esultanza. Uno a uno. L’Acireale torna in C2 dopo tre anni. Anzi no: la retrocessione è solo l’anticamera per il fallimento e la ripartenza dai dilettanti. Per Acireale sportiva il 28 maggio 2006 è l’inizio delle tenebre calcistiche che perdurano tuttora.
Ma non è stato sempre così. Vi è stato un tempo in cui tra Acireale e Catania c’erano 5 categorie di differenza. In favore dei granata.
Catania-Acireale: il primo derby
Andiamo a rifare la storia dei precedenti, partendo dal primissimo giocato in piazza Esposizione l’8 gennaio 1933, ultima giornata d’andata del piccolo girone di Prima Divisione con appena 11 squadre. I granata si portano sul clamoroso 0-2 con Pellini (11°) e Foresto (47°). Rimonta etnea nella ripresa: Bianzino in dieci minuti (62° e 72°) acciuffa il pari e Alberto Pignatelli al minuto 86° trova un 3-2 utile a fine anno a mantenere i rossazzurri tre lunghezze sopra i granata.
Anni ’40
Il derby con gli acesi torna nel dopoguerra con sfide tutt’altro che scontate: due partite nella stagione ’46/47, la prima del “rifondato” Catania. In campionato è 0-0 il 19 gennaio ’47. Un mese dopo, il 16 febbraio, è ancora 0-0 in Coppa L.I.S.. Un’annata anonima.
Più calde le stagioni successive: il 21 marzo ’48, davanti ad un folto pubblico, il Catania piega un forte Acireale che ha nel portiere Rega un elemento di spicco. Giovanni Prevosti sblocca il punteggio al 20°. Ma i granata gelano il Cibali con il pari di Zafferana al 47°. Solo a 13 minuti dalla fine giunge un salvifico 2-1 firmato dal leggendario Armando Perrone.
La compagine granata vende carissima la pelle anche l’anno successivo, stagione ’48/49: il 13 marzo ’49 si celebra la 5a di ritorno (24a giornata). Catania e Avellino lottano per il salto in cadetteria. Il derby del Cibali è ancora un confronto tra portieri: Cesare Goffi per i rossazzurri e Scaglioni per i granata (Amedeo Rega, passato dalla società acese a quella catanese, quel giorno non gioca). La “ruota” di piazza Spedini fa uscire un altro 0-0, l’Elefante mastica amaro ma stringe i denti e va avanti.
La sestina per antonomasia
Il più celebre Catania-Acireale giocato al Cibali è senz’altro quello del 1974/75, il più narrato campionato di C a cui il Catania abbia preso parte. A dirla tutta, c’è un primo derby stagionale l’11 settembre ’74 (ultima giornata del gironcino estivo di Coppa Italia Serie C): un rotondo 3-0 rossazzurro casalingo permette alla squadra da poco affidata ad Egizio Rubino di superare il primo turno. Non è però tutto facile: il Catania si avvantaggia dell’uscita anzitempo del guardiapali acese Gregorutti (sostituito da Tudisco). Solo al 65° Spagnolo sblocca la gara e nel finale tra l’83° (autorete di Gianetto) e l’88° con Ciceri gli etnei di casa arrotondano opportunisticamente.
In campionato si gioca il 1° giugno 1975, 35° turno. È una festa quasi irridente: l’undici acese sfoggia una maglia su cui campeggia un’enorme “A”. I tifosi rossazzurri, però, sono in apprensione dopo il pasticciaccio dell’incontro Benevento-Bari, dapprima “congelata” dalla CAF sul pari funestato da incidenti e poi successivamente ripetuta con la vittoria dei pugliesi. La rabbia etnea si scarica sui cugini acesi: al 26° sfonda Adelchi “Dick Fulmine” Malaman. Dieci minuti dopo Claudio Ciceri raddoppia per la sicurezza. Nella ripresa, una pioggia di meteoriti si abbatte sulla porta del povero Gregorutti: 68° Biondi; 69° Spagnolo; 72° rigore di Ciceri; 86° ancora Spagnolo! Sei a zero! Una domenica trionfale al Cibali, dalle radio a fine gara si apprende della sconfitta per 2-0 del Bari a Marsala. La B si avvicina a tre giornate dalla fine!
Catania-Acireale: gli anni ’90
Quando il derby Catania-Acireale ritorna, a quasi vent’anni di distanza, al Cibali è un continuo ricordo del 6-0: “Nel ’75 all’Acireale gliene facevamo 6! Oggi, invece…”. Nostalgia e rimpianto. L’1-0 del 22 agosto ’90, secondo turno del gironcino di Coppa Italia C, è quasi di prammatica. Segna Pelosi al 28°, il Cibali ha solo la tribuna A agibile e per la verità lo stadio cittadino è temporaneamentee casa dello stesso Acireale e del Giarre i cui impianti sono in via di inerbamento. L’Aci ’90/91 è comunque fra i più forti della sua storia, vincerà meritatamente il Girone D di C2 raggiungendo il Catania.
L’annata ’91/92 dunque si apre con un risultato bestiale: domenica 18 agosto ’91, prima giornata del solito gironcino di Coppa, un Catania in piena confusione societaria scende in campo rimaneggiatissimo e gioca quasi pro-forma. Passa in vantaggio con Luca Cecconi dopo 9 giri di lancette. Poi si scatenano le “pantere” granata. Pareggia Infantino al 37°. Dario Di Dio fa il classico figurone dell’ex segnando al 52° e al 78°. Un minuto dopo Santino Nuccio marca l’umiliante 1-4.
Quattro schiaffi tutti siciliani ad un Catania che si rifà in parte in campionato: 2-0 il 15 marzo 1992, Nicoli al 32° e Leo Vanzetto al 21° s.t.. Caramanno “mata” Busetta e il Catania si issa temporaneamente al 4° posto. Stadio quasi silente: anzi, i tanti acesi intervenuti (sistemati in tribuna A) danno sfoggio canoro non indifferente.
Il campionato ’92/93 è quello del redde rationem rossazzurro. Catania-Acireale del 21 marzo ’93 vale per entrambe il salto in B. Gli uomini di Papadopulo “calano” al Cibali con i galloni della vicecapolista. Gli acesi, per la prima storica volta, sopravanzano in classifica i cugini catanesi che sono comunque in chiara ascesa grazie a tre successi di fila contro Casarano, Palermo e Perugia. L’impianto di piazza Spedini si riempie, in un bel pomeriggio di sole. I supporters granata vengono sistemati in tribuna B, accanto alla curva nord. Arbitra Pacifici di Roma. Lo 0-0 fa comodo agli ospiti. Ma il Catania di Bianchetti, con coraggio, si batte leoninamente tentando di togliere il lucchetto all’intelligente catenaccio granata. L’occasione arriva: Willy Pittana, intorno al 74°, ha tra i piedi sottoporta la palla che vale una stagione. Spedisce la sfera in curva e si dispera. I residui minuti scivolano, lo 0-0 finale è pesantissimo per l’Acireale. Il Catania, invece, ha giocato la sua ultima cartuccia e da lì spegne i motori fino a fine stagione.
Bandiere granata a Ognina
Chiunque abbia a cuore le sorti del Catania sa cosa è stata l’estate del 1993. Radiazione rossazzurra, giunta a fine luglio. Negli stessi giorni ad Acireale si confeziona il miracolo anche grazie all’avvocato Enzo Trantino. Il noto legale, nel dedalo di ricorsi contro il Perugia di Luciano Gaucci, riesce a far prevalere le ragioni granata. Acireale promosso in B d’ufficio.
Si narra che, divenuta ufficiale la promozione in cadetteria, una nutrita pattuglia di supporters acesi si sia diretta in scooter verso Catania facendo irruzione in piazza Mancini Battaglia, quartiere Ognina. Scorrazzando in tondo, con bandiere e vessilli granata al vento, i tifosi esplosero tutta la loro gioia nel primo lembo di terra nemica.
L’episodio non trova a tutt’oggi riscontri oggettivi. Ma serve per introdurre l’abisso in cui precipitò la Catania del pallone dalla stagione 1993/94: alla fine di ricorsi e battaglie, rossazzurri costretti a ripartire dall’Eccellenza. Acireale, invece, oasi felice in Serie B. Mentre al Tupparello venivano a sgambettare il tedesco Effemberg e un certo Gabriel Omar Batistuta, allo stadio Cibali il club di casa faticava a impattare contro Paternò, Sant’Agata Militello e Villafranca Tirrena. Quattro-cinque le categorie di differenza tra granata e rossazzurri all’epoca. Situazione che si perpetuò tra alti e bassi per ben sei lunghi anni, tanti ne occorsero per riportare “la chiesa al centro del villaggio”. Ovvero: il Catania davanti l’Acireale.
1 novembre 2000: l’ultimo precedente
Ricordiamo en passant l’ultimo precedente, di Coppa Italia C 2000/01, avvenuto durante i primi mesi della presidenza Gaucci. Catania-Acireale si disputa la sera del giorno d’Ognissanti dell’anno 2000, gara di ritorno dei sedicesimi di Coppa. Rossazzurri sconfitti 1-0 nel match d’andata. Il derby in serale contro i granata capita a fagiolo per sanare un inizio pessimo dell’avventura gaucciana. Il 5-1 subìto a Palermo e il catastrofico 1-3 casalingo contro il Giulianova hanno fatto drizzare le antenne ai tanti mestatori che gravitano intorno alla società catanese. Per fortuna, Iezzo e compagni rialzano la testa sbloccando la partita al 17° con Massimo Cicconi. I supplementari sembrano inevitabili col trascorrere dei minuti e ci vuole una magia di Marco Capparella su punizione all’ 85° per schiudere le porte degli ottavi al Catania che così batte 2-0 l’Acireale tornando al successo interno nel derby dopo 8 anni.
Catania-Acireale: tutti i precedenti
1932-33: Catania-Acireale 3-2 (Prima Divisione)
1946-47: Catania-Acireale 0-0 (Serie C Sud)
1946-47: Catania-Acireale 0-0 (Coppa L.I.S.)
1947-48: Catania-Acireale 2-1 (Serie C)
1948-49: Catania-Acireale 0-0 (Serie C)
1974-75: Catania-Acireale 3-0 (Coppa Italia Serie C)
1974-75: Catania-Acireale 6-0 (Serie C)
1990-91: Catania-Acireale 1-0 (Coppa Italia Serie C)
1991-92: Catania-Acireale 1-4 (Coppa Italia Serie C)
1991-92: Catania-Acireale 2-0 (Serie C1)
1992-93: Catania-Acireale 0-0 (Serie C1)
2000-01: Catania-Acireale 2-0 (Coppa Italia Serie C)
In copertina: la coreografia della Curva Sud per Catania-Acireale 1992/93.