Al momento stai visualizzando Aida Rienzi, un’eroina del calcio femminile

Corrono gli anni Settanta quando Mario Saracino, storico allenatore della Salernitana, decide di organizzare la prima squadra femminile nella città campana. Durante i provini per selezionare le atlete, una ragazza bloccando un tiro violento con una sola mano, entra nelle grazie del mister che la elegge subito portiere.

La ragazza, ancora non lo sa, è destinata a diventare un simbolo del calcio femminile in granata. La numero uno del calcio femminile salernitano risponde al nome di Aida Rienzi. È nata proprio a Salerno il 24 giugno del 1952, ed è cresciuta a San Paolo del Brasile da cui fa rientro nella propria città natale intorno all’età di 12 anni.

Aida è una promessa del nuoto, ma accetta con passione la sfida di difendere la porta del “Vestuti”. Nel 1976 con la Salernitana vince la Serie A interregionale (secondo livello del calcio femminile). La squadra fa il vuoto nel proprio raggruppamento, nonostante due sconfitte subite, una delle quali in casa contro la Jolly Componibili che, avendo pareggiato l’incontro d’andata a Catania, si rivela bestia nera per Aida e compagne.

Quel 27 giugno del ’76 sembra cominciare in scioltezza quando Carmen Summa, poderosa difensore granata, porta in vantaggio le proprie compagne al decimo minuto di gioco. Puntuali come una scure piantata sulla testa, piovono però un gol di Maria Carrubba e una doppietta di Caterina Zuccaro a ribaltare il risultato.

Poco male, la Salernitana oltre a vincere il girone e approdare al massimo campionato, conquista pure il titolo tricolore interregionale, battendo in finale il Pordenone. È il 31 ottobre 1976, la formazione non più guidata da Saracino bensì da Coppola, regala una piccola gioia alla città, visti e considerati i risultati non proprio lusinghieri conseguiti dai colleghi maschi che arrancano in Serie C.

La felicità dura poco però, poiché al volgere della stagione 1977, in cui la compagine è perennemente fanalino di coda del campionato, la società chiude i battenti per via dei grossi debiti accumulati. C’è ancora gloria invece per Aida che insieme all’inseparabile amica Patrizia Onorato, viene ingaggiata proprio da quella Jolly che due stagioni addietro si è rivelata un ostacolo insormontabile e che adesso fa parte dell’élite del calcio in gonnella.

“Chiesi e ottenni dal presidente Cutispoti che oltre me prendesse anche Aida. Facevo la spola, non vivevo a Catania, scendevo solo nel weekend per giocare la partita, io mi allenavo e conducevo la mia vita normalmente per tutta la settimana a Salerno, anche perché ero in procinto di laurearmi”.

Raggiunta al telefono qualche anno addietro da chi vi scrive, per la stesura di un’intervista pubblicata ne “Il cielo è rosa sopra il Cibali”, Patrizia Onorato ricorda uno dei momenti più importanti del calcio femminile sotto l’Etna.

Patrizia Onorato e Aida Rienzi - Catania
Patrizia Onorato e Aida Rienzi (foto di Domenico Nappa)

 

Siamo alle soglie di giugno del 1978, il campionato è bell’è cominciato da più di un mese, e se per Patrizia trovare posto nello scacchiere rossazzurro è semplice, visti i provvedimenti disciplinari presi nei confronti di Lonero e Zuccaro da parte del team catanese, difficile è per Aida inserirsi, avendo davanti due brave guardiapali quali Mariella Virgilio e Pina Loritto. Al posto di quest’ultima subentra durante il match casalingo contro il Livorno subendo un gol su rigore dalla labronica Maggianetti. Rete ininfluente comunque ai fini del risultato visto il punteggio di 6-1 appannaggio delle etnee. La portiere campana colleziona un altro gettone di presenza contro il Verona, subentrando stavolta a Mariella Virgilio nell’ultimo quarto d’ora di gara mantenendo la porta imbattuta. Due fugaci apparizioni che però non scalfiscono il fregio del titolo tricolore, stavolta quello assoluto dopo il titolo interregionale conquistato a Salerno.

Smessi i panni di calciatrice, Aida decide di riportare il calcio salernitano in auge fondando nel 1982 l’Associazione calcio femminile Salernitana, coadiuvata dall’amica di sempre Patrizia Onorato e dal pasticciere Raffaele Bassano. La squadra vive con alterne fortune, disputando prevalentemente campionati di Serie B e C, fino al 2010.

Aida Rienzi è presidentessa del sodalizio da lei creato fino al 2008, prima di cedere le redini al figlio Domenico che tenta fin quando gli è possibile di tenere a galla la società granata. Grazie all’opera meritoria di Aida, molte ragazze hanno avuto l’opportunità di avvicinarsi a questo sport e di tenere alta la bandiera del calcio femminile a Salerno. Per loro è stata come una seconda madre, e tutte hanno pianto profondamente quel 14 maggio del 2012, quando un male incurabile se l’è portata via per sempre.

È lieta notizia quella di domenica scorsa invece, che registra l’apposizione di una targa in suo onore nel muro dei ricordi allo stadio Vestuti, da parte dell’amministrazione comunale, in collaborazione con le associazioni Salernitani Doc e Macte Animo. A dieci anni dalla sua scomparsa, un gesto simbolico che fa di lei un’eroina i cui sacrifici non sono stati vani.

Targa Aida Rienzi Salernitana
La targa sul muro dei ricordi allo stadio “Vestuti” di Salerno (foto tratta dal profilo Facebook di Teresa De Marco)

 

 

 

 

Nato in una domenica da trasferta quando Luvanor riuscì a segnare in quel di Pisa, è un collezionista di materiale calcistico in particolar modo rossazzurro. Gregario di “Quelli del '46”, ama raccontare aneddoti curiosi che riguardano la storia del Catania.