Al momento stai visualizzando La misteriosa vita di Armando Perrone

Nell’autunno del 1996, la notizia che dovrà rifarsi il processo per la strage delle Fosse Ardeatine, conclusosi con l’assoluzione per l’ex capitano delle SS Erich Priebke, riempie le pagine dei quotidiani italiani.

Il magistrato siciliano Antonio Intelisano che indaga e scava negli archivi della procura militare, ha recuperato le generalità di colui che potrebbe dare una svolta e testimoniare contro il tedesco, nello specifico in merito ai fatti accaduti il 4 giugno 1944 in località “La Storta” a Roma. Il super testimone risulta essere un anziano signore catanese che a occhio e croce va per gli ottant’anni o giù di lì. Peccato che, si scoprirà presto, quel signore è morto tragicamente 37 anni addietro. Il tizio su cui si fondavano le speranze di dirigere in porto il nuovo processo contro Priebke all’anagrafe risponde al nome di Armando Perrone.

Armando Perrone Priebke
Articolo de “La Sicilia” del 17 ottobre 1996

 

Classe 1921, nato a Catania da una famiglia benestante, sul finire degli anni Trenta entra a far parte delle giovanili rossazzurre.

Ludi Juvaniles Cutelli Catania
Ludi Juveniles, 5 giugno 1938: la squadra del liceo Cutelli terza classificata. Perrone è il secondo in piedi da sinistra [foto archivio Capizzi]

 

Con la maglia del Catania fa il suo esordio in prima squadra nel campionato di Serie B 1939-40, precisamente nella trasferta contro il Molinella del 3 marzo 1940 in cui i rossazzurri pareggiano in rimonta 3-3. La stagione, che vede gli etnei retrocedere dopo un solo anno, si conclude per Armando con un computo di 4 presenze, score che bissa l’annata successiva segnando anche una rete, nello specifico nella gara casalinga con il Trani, mettendo di testa il pallone in fondo al sacco. Perrone è la classica ala col 7 sulle spalle, ma all’occorrenza può giostrare anche da centravanti.

Scomparso dalle scene calcistiche per alcune stagioni, si rivede in squadra nel nuovo Catania nel campionato 1946-47 (7 presenze e una sola rete, famosa per essere la prima marcatura ufficiale nella storia del sodalizio targato 1946, alla prima di campionato contro il Termini), ed è protagonista nell’annata successiva: l’armata rossazzurra contende il primato alla forte Reggina nel girone T di Serie C innescando un testa a testa durissimo fino alle ultime battute di campionato.

Mirabella e Perrone Catania
I rossazzurri Mirabella e Perrone [foto archivio Capizzi-Cocuzza]

 

 

Perrone disputa solo 5 gare ma centra ben 7 bersagli, decisivi per mettere al tappeto Trapani e Acireale, ma soprattutto realizza una doppietta nell’ultima decisiva sfida contro il Megara Augusta che regala il definitivo primato nel torneo alla formazione siciliana nei confronti della squadra calabrese.

Amichevole Catania contro ballerine 1946
1 dicembre 1946: la foto dell’amichevole tra il Catania e la compagnia di ballerine “Mercedes-Fleurville-Brillarelli”, con Perrone primo in piedi da sinistra [foto tratta da “Tutto il Catania minuto per minuto” e “Il cielo è rosa sopra il Cibali”]

 

Nel vittorioso torneo successivo che apre le porte della cadetteria agli etnei, Perrone gioca a mezzo servizio (solo dodici le presenze), ma insieme a Prevosti risulta il marcatore più prolifico della compagine catanese con ben sette reti. Il capolavoro lo realizza in casa del Crotone, allorché i calabresi in vantaggio di due reti vengono raggiunti da una tripletta dell’ala coi baffetti. Il nostro è presente in campo anche nell’incriminata partita contro l’Igea Virtus, finita sotto la lente della giustizia sportiva per l’irregolare posizione del rossazzurro Cavicchioli, e che lascia strascichi fino allo spareggio contro l’Avellino e oltre. Successivamente scende di categoria e lo troviamo a Taormina, in prima divisione siciliana, e più giù in seconda divisione con la squadra dei Dipendenti Comunali.

Perrone Calcio Catania
Perrone esulta per un gol [foto archivio Capizzi-Cocuzza]

 

Agli albori degli anni cinquanta sposa Aida Po, diventando padre di una femminuccia, Marilina, e un maschietto, Maurizio. L’8 aprile del 1959, però, la vita presenta il più spietato dei conti da pagare. Verso le 22:30 Armando che era stato al Circolo della Jonica, si allontana per andare verso Acireale. Sulla strada di ritorno, intorno alla grande curva del bivio di Capomulini, la sua Fiat 600 va a cozzare contro un’abitazione ubicata dalla parte opposta, dopo aver percorso a velocità sostenuta il rettilineo in discesa che c’è prima della curva. La mancanza di tracce di frenata sull’asfalto fa pensare ad un probabile malore improvviso alla guida. Il corpo di Perrone rimane incastrato tra le lamiere contorte dell’auto dalla quale sarà difficile estrarlo, e la frattura riportata alla base cranica gli è fatale. Armando a soli 38 anni lascia le scene della vita, portando con sé nella tomba molti segreti e tanti misteri.

Articolo morte Armando Perrone
Immagine tratta dall’articolo de “La Sicilia” che racconta dell’incidente mortale di Perrone

 

Gli anni che non lo vedono protagonista sui campi di calcio lo vogliono impegnato sul fronte bellico. Arruolato come bersagliere e paracadutista, viene successivamente assoldato dalle SS tedesche.

Quando nel giugno del 1944 i nazisti battono in ritirata per l’avanzare delle truppe alleate, fa parte del gruppo che scorta quattordici tra partigiani e antifascisti prigionieri che, caricati su un camion dal carcere di via Tasso a Roma, devono essere deportati al nord Italia, in prossimità di Verona. In realtà, nei pressi de “La Storta”, verranno crivellati dai colpi di fucile dei militari teutonici guidati dall’ufficiale Hans Kahrau; tra di essi spicca il nome di Bruno Buozzi, ex segretario della Fiom-Cgil.

Bruno Buozzi
Bruno Buozzi, sindacalista e politico, fu una delle vittime della strage de “La Storta”.

 

Armando Perrone, che nel 1947 per tale vicenda compare in Assise a Roma di fronte alla Corte presieduta dal giudice Sciaudone, dichiara come riportato da Gabriele Ranzato nel suo volume “La liberazione di Roma. Alleati e Resistenza”, che «approfittando del fatto che il camion si era guastato in prossimità del luogo in cui gli antifascisti erano stati massacrati, aveva potuto allontanarsi e tornare a Roma». Così, usufruendo delle leggi dell’epoca sull’amnistia per reati bellici, viene assolto.

Gian Paolo Pelizzaro, giornalista che ha curato un dossier su “L’eccidio de La Storta” per il mensile “La storia in rete”, riporta lo stralcio della definitiva sentenza giunta, dopo un tribolato dibattimento, l’11 giugno del 1948, in cui si sottolinea come non fossero emersi «elementi sufficienti e tranquillizzanti per trarre la convinzione che il Perrone abbia partecipato o, quanto meno, presenziato alla fucilazione nel vallone vicino alla località “Spizzichina” di casa Grazioli alla “Storta”».

Accade poi che nel 1997 gli atti del fascicolo processuale a suo carico scompaiono misteriosamente dagli archivi della Corte d’Appello e dell’Archivio di Stato di Roma, impedendone formalmente l’accesso e l’utilizzo a Intelisano nel nuovo processo da istituire contro Priebke, allo scopo di accertare per quest’ultimo la responsabilità di presunto mandante per la sopracitata strage di quel 4 giugno 1944.

Una triste pagina che ha segnato la storia del nostro paese e che ha reso sventurato protagonista un uomo che ha dovuto lasciare i verdi campi di calcio per scendere in quelli ben più polverosi di guerra. Vicenda dolorosa della quale rimangono soltanto i misteri e gli interrogativi. Misteri sepolti per sempre quella notte di aprile del ’59.

______

Ai fini della ricostruzione storica dei fatti di cronaca e degli eventi bellici, l’autore ha consultato le seguenti fonti:

  • Quotidiano “La Sicilia”, ottobre 1996
  • Gabriele Ranzato, “La liberazione di Roma. Alleati e Resistenza”, Laterza, 2019
  • Gian Paolo Pelizzaro, “14 colpi alla nuca in 3 minuti”, n.44 di “Storia in rete”, giugno 2009

 

 

Nato in una domenica da trasferta quando Luvanor riuscì a segnare in quel di Pisa, è un collezionista di materiale calcistico in particolar modo rossazzurro. Gregario di “Quelli del '46”, ama raccontare aneddoti curiosi che riguardano la storia del Catania.