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Messina è forse la città in cui la Catania calcistica ha disputato più derby. Dal lontano 29 dicembre ’29 per ben 54 volte i ragazzi in casacca rossazzurra hanno percorso i 75,6 kilometri che separano i due capoluoghi. In tempi recenti, la A18 consente di recarsi negli stadi peloritani appena un paio d’ore prima del fischio d’inizio. Per i più romantici, ricordiamo ere più remote in cui si partiva con buon anticipo da Ognina percorrendo la vecchia e amena SS114 Orientale Sicula.

Qui vi proponiamo una ricca rassegna di scontri che include anche alcune “seconde squadre storiche” della città peloritana e il periodo ’45/46 con Virtus e Catanese. Sterile ci pare la polemica sul “vero” Messina: la squadra principale della città dello Stretto ha nel corso degli anni dovuto subire fallimenti e cambi di denominazione in un’eterna rinascita sportiva le cui trame risultano complicate e ingannevoli all’apparenza. L’attuale massimo sodalizio giallorosso, infatti, nasce nel 2017 ma ha assunto denominazione e stemma del tutto simili a quelli in uso all’A.C.R. Messina degli anni ’80.

Aggiungiamo infine che la particolarità di questo derby risiede nel novero delle categorie e competizioni in cui si è disputato: A, B, C, C1, C2, CND, Lega Pro, Prima e Seconda Divisione ante-guerra, Coppa Italia di Serie C, play off promozione e spareggi salvezza… manca all’appello solo la Coppa Italia maggiore.

Un’ultima annotazione prima della cronistoria vera e propria: Messina-Catania è anche sfida di bomber, soprattutto sulla sponda catanese. Corsi e ricorsi, storie di doppiette e triplette, blitz improvvisi, tiri della domenica, deviazioni impercettibili sottoporta e profezie fatte per radio e confermate sul campo. Buona lettura!

 

Anni Trenta con “delitto”

A ridosso del cenone di San Silvestro del 1929, per l’esattezza il 29 dicembre ’29, il neonato Catania si reca a Messina. Non per affrontare il massimo sodalizio messinese (che milita in Prima Divisione) bensì la Peloro che “su questa linea temporale” (consentiteci la citazione dalla saga “Ritorno al futuro”) figura in Seconda Divisione come altro club cittadino. Senza giri di parole, è un disastro: 6-0 giallorosso con doppietta di Marzullo, tripletta di Celeste II e sigillo di Pugliatti. Tutto in appena 68 minuti. Notte fonda, dunque, chi meglio di un Marzullo potrebbe beffardamente esemplificare la debacle al battesimo ufficiale?

Scherzi a parte, i rossazzurri salgono comunque in Prima Divisione e così il 7 dicembre 1930 si svolge finalmente un Messina-Catania vero e proprio: 1-0 per l’undici dello Stretto. Sofferto e risolto al 72° da un rigore di Ferretti.

La stagione 1931/32 è l’anno del Messina promosso in Serie B a fine campionato. Catania non ancora pronto al salto e quindi in riva allo Stretto c’è un discreto bagno di sangue: 6-3 per i padroni di casa l’11 ottobre ’31, seconda di campionato. Anche se il match non è esattamente a senso unico, anzi: Catania subito in vantaggio con Bergia una prima volta e poi con Pogliano una seconda volta. Rimonta giallorossa con Re e Borgo II ma al 57° è ancora Gilberto Pogliano a fissare il punteggio sul 3-3. Complice il gravissimo infortunio occorso a Lorenzo Bergia che durante uno scontro di gioco si frattura una tibia, la ciurma rossazzurra affoga in 12 minuti dal 74° all’86° sotto i colpi di Borgo I, Mandosso e Cevenini.

Poco male: il 24 aprile ’32 si gioca sul neutro di Acireale in casa di una Peloro ridimensionata. Etnei corsari con un sonante 1-4 con le doppiette di Bianzino e Cini. Un duo d’attacco capace di 27 reti in due (15 Piero Cini; 12 Mario Bianzino). Le 11 marcature stagionali di Pogliano completano il quadro dei primissimi goleador che in terra peloritana spaccano le reti avversarie.

E la tradizione viene replicata il 12 febbraio ’33, sempre in casa Peloro: ancora 1-4 e stavolta sul tabellino finisce un certo Nicolò Nicolosi con una tripletta.

Campionato 1933/34, arriva anche il momento del Catania per il salto in cadetteria sotto la guida di Géza Kertész. Si gioca a Messina contro la Peloro il 5 novembre ’33: vittoria di misura per 0-1 con rete di Bianzino all’80°. Peccato che il ritiro anticipato della Peloro dal torneo di Prima Divisione annulli il match e lo tramuti in “gara mai disputata”.

Il primo Messina-Catania di Serie B cade il 19 maggio 1935, a tre giornate dalla conclusione di un campionato che ha visto i colori rossazzurri sognare a tratti il Grande Salto. 3-0 per i giallorossi, il cronista annota: autorete Bedendo, Gerbi e Ferretti.

 

Tre sfide nel 1936/37

Un capitolo a parte merita la stagione di B 1936/37, quella dell’Associazione Fascista Calcio Catania. Le due compagini siculo-orientali si trascinano tra alti e bassi. Il 21 febbraio 1937 il club rossazzurro va a compiere il suo primo blitz esterno contro il massimo sodalizio dello Stretto: 1-2 con due unghiate di Nicolosi tra il 44° e il 63°, il primo dei due gol su rigore. Accorcia Villotti a 21′ dalla fine e c’è da soffrire.

Tante volte abbiamo avuto occasione di narrare il tragico epilogo sportivo di questa stagione. In coda maxi mucchio a quota 28 con Venezia, Pro Vercelli, Messina e Catania. Spareggio salvezza a quattro con gare d’andata e ritorno nel mese di giugno. È una farsa: finiscono tutte a quota 6 punti, ciascuna vince le gare casalinghe e perde quelle esterne.

C’è un tacito accordo tra i quattro club per invalidare tutto e allargare i quadri per la B dell’anno successivo. Il 4-3 di Messina datato 27 giugno 1937 non è dunque gara vera.

Lo è invece quella del 4 luglio 1937 sul neutro di Palermo, stadio “Michele Marrone”. Il “palazzo” non ha gradito la combine e ordina “spareggi veri” con semifinali e finale in gara unica, si parte dal match in terra palermitana contro il Messina. La canicola è insopportabile e i peloritani ne approfittano chiudendo i conti in appena 15 minuti coi gol di Gardini e Gerbi. Messina salvo, Catania in finale contro il Venezia contro cui ne becca 4 e retrocede. Un vero e proprio delitto sportivo perdere la B così.

Uno 0-0 chiude l’era dei confronti ante-guerra: il 12 marzo 1939 i rossazzurri di mister Degni primi in classifica hanno la testa agli spareggi per la B. Il Messina per una volta insegue a lunga distanza. Il risultato ad occhiali è quasi lusinghiero per i padroni di casa.

 

La parentesi bellica “senza il Catania”

Sono anni di confusione anche sportiva a cavallo tra periodo bellico e dopoguerra, gli etnei affrontano la Passamonte Messina il 24 gennaio ’43, 12° turno di un torneo di Serie C destinato ad essere cestinato a causa dei soverchianti eventi bellici. Il Catania facilmente passa per 1-3 contro la Passamonte (al Cibali era finita 9-0) segnano Scridel, Presselli e un’autorete di Tiano. Resta curiosamente a secco Marco Romano, maturo e dimenticato bomber etneo autore a fine torneo di ben 26 reti in appena 17 gare! La squadra rossazzurra allenata da Berardo Frisoni, come raccontato più volte, gioca appena un match degli spareggi promozione per la B. Poi il corso della Storia porrà fine all’esistenza stessa del sodalizio catanese.

Passano pochi anni ed ecco Catanese e Virtus Catania impegnate nel torneo di C ’45/46. Nessuno vuol prendersi la responsabilità di far giocare una squadra il cui nome riecheggi il passato fascista della nazione, per cui il calcio alle falde dell’Etna si è biforcato in due compagini distinte e dai nomi volutamente sfuggenti. A conti fatti, i viaggi a Messina sono 4 perché c’è da scontrarsi contro Arsenale Messina e Gazzi. Tre sconfitte e un unico pareggio per 1-1 ottenuto dalla Virtus in casa Arsenale il 9 dicembre ’45 con reti di Caprì al 57° per i ragazzi dello Stretto e pari ospite di Castro 8 minuti dopo. Per il resto: 5-0 tra Arsenale e Catanese; doppio 1-0 del Gazzi sulle due etnee.

 

Inizia l’era post-46

Dalla stagione 1946/47 parte la storia ufficiale dell’attuale Club Calcio Catania. I rossazzurri perdono 2-0 contro il Giostra e fanno 0-0 contro il Messina nelle due trasferte peloritane di quella prima annata in C.

Due successi, invece, nella C ’47/48: 0-1 in casa dell’Arsenale (81° Cadei) e 0-3 contro il Messina (gol di Calvani, Cadei e Prevosti). Catania primo tra infinite polemiche, ma in palio c’era solo il passaggio ad una C più ristretta. Niente di più.

Il decennio si chiude con le due trasferte della stagione ’48/49 di serie C: il 14 novembre ’48 un inspiegabile naufragio in casa dell’Arsenale costa un pesante 5-1 in favore dei peloritani. Il 22 maggio ’49, invece, Messina-Catania è match di altissima classifica a soli 4 turni dalla fine. I rossazzurri allenati da Bánás sono costretti da un’autorete di Molon al 6° ad inseguire per 72 minuti allorquando un rigore di Ottorino Bossi firma l’1-1 finale. Come si sa, il Catania presieduto da Lorenzo Fazio ottiene poi la sospirata promozione in B dopo un’accanita battaglia legale estiva.

 

Anni Cinquanta: la leggenda di Patino

Durante tutto il decennio dei Cinquanta il derby Messina-Catania si disputa 10 volte in Serie B e diventa un vero incubo per i giallorossi. L’Elefante prevale in quattro occasioni consecutive e sforna anche un castigatore seriale che entra immediatamente nell’immaginario collettivo degli sportivi delle due sponde. La serie positiva rossazzurra parte con un 1-1 datato 17 dicembre ’50: alla rete peloritana di Voogt al 58° risponde Ciccio Randon ventun minuti dopo.

L’unico successo messinese di questi 10 confronti, per 1-0, cade alla 9a di campionato stagione ’52/53, il 16 novembre ’52: il punto della vittoria porta la firma del centravanti Brach a soli due minuti dalla conclusione. La compagine etnea, come è noto, perde poi la A contro il Legnano nello spareggio bruciante di Firenze.

L’annata successiva si cambia musica e lo spartito è a sole tinte rossazzurre: il 22 novembre 1953 Francesco Bassetti al 73° sbanca Messina per lo 0-1 finale. Questa vittoria in terra peloritana coincide col decimo turno di campionato ed è la quarta di una fantascientifica serie di 7 successi consecutivi tra la 7a e la 13a giornata. Il Catania di coach Andreoli è già in rampa di lancio per la prima storica promozione in A. Da cui però si ridiscende subito anche se non per motivi calcistici. Poco male, il 15 gennaio ’56, di nuovo in B, basta un gol dell’eterno Guido Klein al 42° per un ennesimo 0-1.

Ed eccoci al protagonista di questa fase: il suo nome è Francesco Patino, prelevato appena ventunenne dal Modica nell’estate 1956. Il Catania ’56/57, quello del noto triumvirato dirigenziale Pesce-Orlando-Giuffrida, è intenzionato a riprendersi la serie A ingiustamente sottratta un anno prima. Il derby del “Celeste” datato 10 marzo 1957, 23° turno, è per cuori fortissimi. Stadio colmo oltre ogni limite con gente accovacciata a ridosso del rettangolo di gioco. Messina imbattuto in casa. Patino è titolare con la casacca “11” e porta i rossazzurri in vantaggio al 31°. Si gioca perlopiù nella metà campo etnea e Nicoletti al 52° perviene al momentaneo 1-1. Al 70° e all’84°, però, ancora Patino zittisce il pubblico di casa e dà al derby una dimensione inadeguata a ciò che si è visto in campo: l’1-3 è severo ma fa nascere il mito del “castigatore” che si ripete l’anno successivo, il 2 marzo ’58, stavolta è uno 0-2 secco griffato Angelo Caroli (34°) e ovviamente Patino (75°).

Una nuova Serie A arriva solo nel 1960 ma il derby in riva allo Stretto di quell’annata culminata con la promozione termina 0-0. Per quanto riguarda Patino, rimandiamo all’intervista che abbiamo realizzato in trasmissione nel 2017, allorquando il bomber azzeccò un’azzardata profezia.

Francesco Patino
Francesco Patino, in rossazzurro dal 1955 al 1958.

 

 

La A dei Sessanta e il “bellissimo dicembre”

Sono due le stagioni di massima serie del XX secolo in cui si disputa il derby della Sicilia orientale. Lo 0-0 del 22 marzo ’63 fa da preludio ai “botti” della stagione successiva.

Messina-Catania ’64/65 è in calendario l’11 ottobre 1964, 5a giornata. Ebbene, in quel campionato il Catania era partito a razzo ottenendo 6 punti nelle prime 4 gare. Pari in casa Milan e casa Lazio. Al Cibali franano Juve e Genoa.
A Messina, Facchin e compagni scendono in campo per difendere la vetta del campionato che dividono in condominio con altri 3 club. Arbitra Lo Bello di Siracusa. Il Catania gioca nettamente meglio, proprio Carlo Facchin al 21° pareggia il vantaggio-lampo dei giallorossi con Bagatti. Giancarlo Danova sbaglia un rigore, invece il messinese Landri, al 69°, il suo penalty lo manda in fondo alla rete difesa da Vavassori. Morale: 2-1 per il club dello Stretto e addio vetta solitaria.

 

Il nuovo capitombolo in Serie B è foriero di mugugni, rabbie ma anche di storie fiabesco-sportive. Come quella del dicembre 1967 allorquando il Catania, affidato alle cure dello schivo Luigi Valsecchi dopo il turbolento esonero di Ballacci, azzecca una serie monstre di 5 successi di fila tra il 3 e il 31 dicembre ’67. Un mese natalizio di sole vittorie! Si gioca pure il giorno di San Silvestro al “Celeste”: 0-2 rossazzurro con i gol di Fara (65°) e Gavazzi (86°). I 6000 catanesi presenti si spellano le mani per il pallonetto di Fara che uccella in un colpo solo tre difensori messinesi. Proprio Mario Fara, emergente mediano etneo, gioca talmente bene da suscitare l’ovazione del tecnico peloritano Umberto Mannocci che paragona Fara ai nazionali Bulgarelli e Rivera!

 

La Coppa Italia di C degli anni ’70

Esaurite le furenti speranze sessantottine, i due principali sodalizi calcistici della Sicilia orientale seguono destini diversi. Messina galleggia nelle serie inferiori. Catania lotta ma nel 1974 e nel 1977 conosce l’onta della Serie C. Categoria che comporta anche l’onere della relativa coppa Italia semiprofessionisti. È proprio un match di Coppa Italia di C che apre le visite al “Celeste” per la stagione 1974/75: il 12 febbraio ’75, ottavi di finale andata, il Catania “riserve” è fin troppo forte per Musa e compagni. Sul campo è 1-1 ma sono gli etnei a gonfiare il petto, raggiunti a fatica al 53° dall’ex Picat Re dopo essere stati a lungo in vantaggio grazie alla rete del bomber di Bivona Ciccio Colombo. Una curiosità: il match è arbitrato da Longhi di Roma che 9 anni dopo dirigerà un atipico Catania-Inter 0-0 di Serie A e diverrà poi moviolista della Rai.

Altro spartito il 2 marzo 1975, 24a giornata, il Messina del primissimo ciclo Franco Scoglio infligge ai rossazzurri l’unica sconfitta stagionale dopo 30 (!) risultati utili di fila (Coppa Italia inclusa). Protagonista assoluto è proprio il trainer eoliano che col suo fare sanguigno (non ancora mitigato dalla vena filosofica acquisita in seguito) aizza la piazza messinese. Strategia vincente, infatti nonostante il gol-lampo di Guido Angelozzi, una doppietta di Tripepi stende l’undici del Castello Ursino.

I giallorossi si impongono a fine decennio nei due match estivi di Coppa Italia di C, ormai il Catania snobba la manifestazione per incanalare le energie sul campionato.

 

1987: il derby dei due fratelli Massimino

Dopo ben 20 anni si rigioca il derby in serie cadetta, avviene il 17 maggio 1987, ad appena 6 partite dalla conclusione del campionato. I rapporti di forza si sono ribaltati in un attimo: i peloritani allenati da Franco Scoglio (ancora lui!) sono in lotta per la Serie A. I rossazzurri giacciono catalettici in coda e rassegnati, a quanto pare, al colpo di grazia. Che volentieri vorrebbero infliggere loro gli ultras giallorossi dei NOCS e della GGR in Curva Sud: il “Celeste” è un catino infuocato in una domenica di sole estivo. Da Catania pochi tifosi sono riusciti a presenziare; taluni, a torso nudo, indossano sciarpette attorno alla testa alla maniera dei film di azione bellica del periodo.
La particolarità di questa gara risiede nella figura dei due presidenti: Massimino entrambi, Angelo per il Catania e Salvatore per il Messina. Tanti siciliani in campo sulle due sponde, a partire dai due cannonieri Schillaci e Sorbello. Le cose non vanno però come previsto, anzi; un gran tiro di Allievi da lontano trova Bosaglia fuori dai pali, al 40° è 0-1. Gelo al “Celeste”, e rabbia: passano i minuti e gli uomini allenati da Bruno Pace sentono i due punti come cosa loro. La tensione però è insostenibile, l’arbitro Sguizzato espelle proprio Pace che dà disposizioni a Walter Alfredo Novellino di sostituirsi a lui benché sia ancora calciatore. Poi è Nicola Garzieri a farsi cacciare all’84°; è il preludio al pari che giunge in modo rocambolesco a 4 minuti dalla fine su un tiro di Nicolò Napoli forse deviato da Polenta. In realtà, è Turi Massimino a svelare a fine gara l’autore occulto dell’1-1: “È stato Del Rosso a toccare per ultimo, io ero seduto proprio dietro la porta”. Il caso vuole che Fabrizio Del Rosso, pochi mesi dopo, vesta il rossazzurro come centravanti titolare in Serie C1.

 

Gli anni ’90, fino al derby con le maglie dei tifosi

All’inizio anni ’90, due sono i confronti della stagione ’92/93. Squillante l’1-3 di Coppa Italia di C messo in calendario l’11 novembre ’92.

In campionato invece matura un inutile 0-0 con data 28 marzo ’93, 26° turno. Nonostante sia l’ottavo risultato utile di fila, per i rossazzurri di Salvo Bianchetti la rincorsa-promozione giunge malinconicamente al capolinea e sette giorni dopo, col 2-0 patito a Giarre, è già tempo di riporre le ambizioni e pensare alla stagione successiva.

A dir poco kafkiano-pirandelliano è ciò che lega AS Messina-Catania 1-1 al destino della panchina etnea per l’annata di CND ’94/95. È appena l’8a giornata, gli etnei guidati dal trainer Piero Mosti sin lì faticano vistosamente in campionato e anche al “Celeste” è beffa perché De Luca pareggia su rigore a due minuti dal 90° il bel vantaggio catanese di Maurizio Pellegrino. La particolarità sta nel fatto che Angelo Busetta siede sulla panchina peloritana. Per poco, però: rapido arriva il divorzio col club dello Stretto, e già alla 12a giornata Busetta è il nuovo allenatore del Catania debuttando nel vincente match di Rotonda e conducendo poi l’Elefante in Serie C2. Un vero e proprio vulnus nel regolamento dell’epoca permette dunque un illogico passaggio di casacca oggi seriamente vietato.

Gli anni ’90 culminano con il leggendario 0-0 di Serie C2 datato 13 dicembre 1998. L’episodio-clou di questa gara combattutissima con stadio esaurito è senz’altro la donazione da parte dei tifosi ospiti di decine di casacche rossazzurre per permettere al Catania di Cucchi di poter giocare, lo narriamo in un questo articolo.

Messina-Catania 1998-99
I tifosi rossazzurri presenti il 13 dicembre 1998 al “Celeste” di Messina.

 

L’ultima tenzone del XX secolo al “Celeste” è il confronto di Coppa Italia di C datato 5 marzo 1999. In palio c’è la semifinale, la gara in notturna si protrae fino a lambire la mezzanotte tra supplementari e rigori. Passa il Messina per 5-3 e i rossazzurri di Cucchi cominciano a temere i rivali allenati da Cuoghi, protagonisti di una prodigiosa rimonta in classifica.

 

Il nuovo millennio: dalla B alla A, fino alla Lega Pro

L’ultimo ventennio di incroci Messina-Catania è tutt’altro che banale. Per cominciare, i due sodalizi sono in lizza per il salto in cadetteria per l’annata di C1 ’00/01. In campionato blitz rossazzurro il 5 febbraio ’01 con una doppietta di Alessandro Ambrosi scolpita nella memoria dei tifosi. Incidenti, stadio “Celeste” stracolmo con parte degli ultras ospiti incastrati a gara in corso in uno spicchio di Curva Nord. Il pubblico di casa non gradisce e un copri-water raggiunge il terreno di gioco nonostante il patròn peloritano Emanuele Aliotta tenti di calmare la maretta.

 

La “vendetta” messinese si compie il 17 giugno 2001 allorquando il “Celeste” ospita la finale ritorno dei playoff. Al Messina basterebbe un pareggio da difendere però fino al 120°. Il Catania di Guerini non ha scelta: deve solo vincere per salire in Serie B. Pochi i biglietti disponibili per gli aficionados rossazzurri. Il Comune quindi piazza un… minischermo sulla Tribuna B del “Massimino” per permettere la visione a chi non può andare.
Un fatto gravissimo macchia il pre-gara: il tifoso giallorosso Tonino Currò è colpito da un oggetto esplodente in Curva Nord. Resta per giorni appeso ad un filo ed infine spira. Sono stati i catanesi? Un tragico errore di messinesi che armeggiavano con botti e mortaretti vicino allo stesso sfortunato tifoso? Dopo oltre 20 anni una verità processuale pare non esistere. Il terreno di gioco, invece, è perentorio: 1-0 per il Messina (rigore di Sullo). Il Catania, stanco e forse pago della pazzesca rimonta del girone di ritorno, arranca fino a fine gara quando esplode la festa. Al “Massimino”, Riccardo Gaucci (rimasto a Catania) scaglia per rabbia il telefonino a terra rompendolo. Il giorno dopo, una foto galeotta ritrae i rossazzurri a cena dopo il derby: Ambrosi ha addosso un berretto da pescatore, i compagni sorridono. Risultato: squadra rifondata o quasi.

Tonino Currò
Una foto di Tonino Currò (tratta dal sito Pianeta Messina).

 

Sono anni in cui la Messina pallonara alza nettamente la testa e i cugini catanesi patiscono la rivalità. Il 3-3 di Serie B ’02/03 con l’irripetibile tripletta del Falco Lulù Oliveira è offuscata da un campionato disastroso.

 

Peggio, molto peggio va il 29 febbraio 2004: la squadra rossazzurra guidata da Colantuono vorrebbe fortemente agganciarsi al treno della A. Ma il Messina di Bortolo Mutti in casa è uno schiaccia sassi implacabile. Giallombardo e compagni durano mezz’ora, poi crollano sotto i colpi di Arturo Di Napoli, Sullo e Giampà, questo è l’ultimo storico derby giocato al “Giovanni Celeste”. 3-0, tutti a casa e Messina in A a fine stagione:

L’albero preferito dai tifosi catanesi per la stagione 2004/05 è il rododendro…

scrive un editorialista satirico sul quotidiano La Sicilia. Il riferimento è al rosichìo catanese per la doppia Serie A conquistata da Palermo e Messina insieme.

Dura poco, però, la massima serie dei peloritani. Nel 2007 è già tempo di smontare le tende. Il derby dell’11 febbraio 2007 risente dei tragici fatti del 2 febbraio. Si gioca a porte chiuse per volere del GOS, è il primo storico confronto al “San Filippo”. I giallorossi di Cavasin sono con un piede in B, tirano fuori l’orgoglio andando in vantaggio con Marco Zanchi al 35°. Al 60° Mascara inventa una punizione di piatto destro che fa spellare i palmi ai tifosi davanti le tv. L’ultima mezz’ora il Catania comanda il gioco, ma la sensazione è che l’ordine sia quello di non infierire e l’1-1 è il risultato finale.

Messina-Catania 2007
Un’azione di gioco di Messina-Catania dell’11 febbraio 2007.

 

Il resto è storia recentissima. Nel 2016/17, in Coppa Italia di C, i locali allenati da Cristiano Lucarelli si impongono per 2-0 con doppietta di Madonia.

L’ultimo confronto risale a pochi mesi dopo, stessa stagione: il 26 febbraio 2017 arride ai colori dell’Etna. Giallorossi in vantaggio con Milinkovic al 58° su rigore. Il Catania, a lungo in 10 per il rosso a Drausio, rimonta negli ultimi 17′ su un campo allentato dalla costante pioggia: al 73° pari dell’ex Demiro Pozzebon. Lo stesso Pozzebon manda a lato un rigore dieci giri di lancette più tardi. Il minuto-chiave è l’85°: spizzata di Tavares e bellissimo destro a giro di Barisic (altro ex) per l’1-2 definitivo. Prima e unica vittoria dell’èra Petrone.

 

Messina-Catania: tutti i precedenti

1930/31: Messina-Catania 1-0 (I Divisione)
1931/32: Messina-Catania 6-3 (I Divisione)
1934/35: Messina-Catania 3-0 (Serie B)
1935/36: Messina-Catania 1-0 (Serie B)
1936/37: Messina-Catania 1-2 (Serie B)
1936/37: Messina-Catania 4-3 (Serie B: spareggi salvezza 6a g.)
1936/37: Messina-Catania 2-0 (Serie B: spareggi salvezza semifinale)
1938/39: Messina-Catania 0-0 (Serie C)
1946/47: Messina-Catania 0-0 (Serie C)
1947/48: Messina-Catania 0-3 (Serie C)
1948/49: Messina-Catania 1-1 (Serie C)
1950/51: Messina-Catania 1-1 (Serie B)
1951/52: Messina-Catania 0-0 (Serie B)
1952/53: Messina-Catania 1-0 (Serie B)
1953/54: Messina-Catania 0-1 (Serie B)
1955/56: Messina-Catania 0-1 (Serie B)
1956/57: Messina-Catania 1-3 (Serie B)
1957/58: Messina-Catania 0-2 (Serie B)
1958/59: Messina-Catania 0-0 (Serie B)
1959/60: Messina-Catania 0-0 (Serie B)
1963/64: Messina-Catania 0-0 (Serie A)
1964/65: Messina-Catania 2-1 (Serie A)
1966/67: Messina-Catania 0-0 (Serie B)
1967/68: Messina-Catania 0-2 (Serie B)
1974/75: Messina-Catania 1-1 (Coppa Italia di C)
1974/75: Messina-Catania 2-1 (Serie C)
1977/78: Messina-Catania 1-0 (Coppa Italia di C)
1979/80: Messina-Catania 1-0 (Coppa Italia di C)
1986/87: Messina-Catania 1-1 (Serie B)
1992/93: Messina-Catania 1-3 (Coppa Italia di C)
1992/93: Messina-Catania 0-0 (Serie C1)
1994/95: Messina-Catania 1-1 (CND)
1998/99: Messina-Catania 0-0 (Serie C2)
1998/99: Messina-Catania 5-3 dcr (Coppa Italia di C)
2000/01: Messina-Catania 0-2 (Serie C1)
2000/01: Messina-Catania 1-0 (play-off C1)
2002/03: Messina-Catania 3-3 (Serie B)
2003/04: Messina-Catania 3-0 (Serie B)
2006/07: Messina-Catania 1-1 (Serie A)
2015/16: Messina-Catania 0-0 (Lega Pro)
2016/17: Messina-Catania 2-0 (Coppa Italia di C)
2016/17: Messina-Catania 1-2 (Lega Pro)

 

Altre sfide:

1929/30: Peloro-Catania 6-0 (II Divisione)
1931/32: Peloro-Catania 1-4 (I Divisione)
1932/33: Peloro-Catania 1-4 (I Divisione)
1933/34: Peloro-Catania 0-1 (I Divisione; annullata per ritiro Peloro dal campionato)
1942/43: Passamonte Messina-Catania 1-3 (Serie C)
1945/46: Arsenale Messina-Catanese Elefante 5-0 (Serie C)
1945/46: Arsenale Messina-Virtus Catania 1-1 (Serie C)
1945/46: Gazzi-Virtus Catania 1-0 (Serie C)
1945/46: Gazzi-Catanese Elefante 1-0 (Serie C)
1946/47: Giostra Messina-Catania 2-0 (Serie C)
1947/48: Arsenale Messina-Catania 0-1 (Serie C)
1948/49: Arsenale Messina-Catania 5-1 (Serie C)

 

In copertina: l’esulta di Pozzebon nell’ultimo match al “San Filippo” (foto: CalcioCatania.com).

 

 

Cutelliano di "lungo corso" (7 anni), poi universitario a lettere moderne. Ha fatto radio quotidianamente dal 2005 al 2010 e poi a spicchi negli anni seguenti. Film calcistici del cuore: "L'arbitro" (2013) con Stefano Accorsi e "Il presidente del Borgorosso F.C.".