Nel 1944, dopo le vicissitudini passate a causa dello sbarco delle truppe anglo-americane, in Sicilia c’è voglia di dimenticare le angherie e gli orrori della guerra e tornare alla quotidianità. Il movimento calcistico, timidamente e seppur in maniera raffazzonata, riprende pian piano il suo normale svolgimento. In questo contesto, una figura molto interessante è quella di Giovanni Musumeci, la cui storia è emblematica del periodo storico vissuto dal calcio catanese.
1944-1946: la Virtus Catania e le altre tre squadre catanesi
Siamo nel dicembre 1944. È ancora lontana a venire la riunificazione dei territori e dei confini nazionali, pertanto l’attività si svolge esclusivamente a carattere regionale, con l’istituzione del Campionato Siciliano che vede ai nastri di partenza ben quattro squadre catanesi. Le formazioni etnee, che annoverano tra le proprie file anche vari elementi dell’ormai dismesso AFC Catania, sono suddivise in due gironi: nel girone C sono presenti Catanese ed Elefante, mentre nel girone D Etna e Virtus Catania.
Nell’attacco della Virtus gioca un giovanotto che nel ruolo di ala sinistra si fa valere. Il suo nome è Giovanni Musumeci, catanese classe 1919. Giovanni sale subito alla ribalta calcistica quando sul neutro di Lentini infligge una doppietta al Megara Augusta, ma nonostante i buoni propositi e l’impegno, il torneo per la sua formazione si conclude con il penultimo posto davanti proprio alla compagine augustana.
L’anno successivo si registra finalmente la ripresa dell’attività sportiva su scala nazionale e la rinnovata FIGC istituisce la Serie C Centro-Sud. Intanto Catanese ed Elefante, unitesi sotto un’unica ala, assorbono pure l’Etna, rimanendo così soltanto due squadre entrambe inglobate nel girone F, Catanese appunto, e la Virtus. L’esordio di quest’ultima al Cibali il 4 novembre del 1945 davanti a cinquemila spettatori contro il Gazzi, delinea un incontro in cui la squadra messinese preme senza riuscire a trovare la via del gol. Rete che invece i padroni di casa trovano proprio grazie a Giovanni Musumeci a metà del primo tempo da un azione di calcio d’angolo.

Il campionato però ancora una volta ha un triste epilogo per la compagine virtusina, costretta a chiudere al penultimo posto davanti alla consorella Catanese.
Nel corso della stagione, comunque, per Giovanni e i suoi compagni c’è stato modo di sconfiggere la formazione capolista finale: il 2 dicembre 1945, a sette minuti dal termine di una partita egregiamente combattuta dalla Virtus Catania contro il Leone Palermo, Musumeci con un ottimo passaggio serve Castro che, frattanto liberatosi dalle grinfie del difensore avversario Tedeschini, batte imparabilmente il portiere. Davide sconfigge Golia 1-0. Fra i pali della squadra panormita c’è Paolino Calò, che anni dopo verrà tristemente alla ribalta delle cronache inerenti il maxiprocesso del 1986, allorché il pentito Buscetta ne sottolineerà la veste di uomo d’onore e la parentela col più famigerato Pippo, “cassiere della mafia” appartenente alla cosca dei corleonesi.
Giovanni Musumeci al Calcio Catania
Accantonando ogni digressione, arriviamo al fatidico ottobre 1946. Sono passate poche settimane quando dall’unione d’intenti dei due esponenti di Catanese e Virtus, si decide di fondersi in un’unica società che possa riportare i colori cittadini nel calcio che conta. Il Club Calcio Catania iscritto al campionato di Serie C 1946-47 è allestito in tutta fretta.
Prima uscita per gli atleti convocati e ancora senza un allenatore alla loro guida (Bergia arriverà poco dopo), è un’amichevole contro il Pescara terminata in favore degli abruzzesi col risultato di 3-1. Giovanni Musumeci gioca titolare, ma è poi sostituito da Carbone. Il Catania, che conseguentemente si rinforza con gli innesti di alcuni calciatori provenienti dal Nord Italia tra i quali su tutti spicca il portiere ex Juve Cesare Goffi, in questa stagione oltre a partecipare al campionato di Serie C disputa pure la Coppa LIS (Lega Interregionale Sud), e proprio in questa manifestazione accade un fatto curioso: il 1°dicembre 1946 come da cartello la compagine rossazzurra dovrebbe affrontare i messinesi del Giostra, ma la squadra dello stretto tramite un telegramma comunica il proprio forfait a causa di numerosi giocatori indisponibili per infortunio. È così, fatto più unico che raro fino ad allora nel panorama calcistico etneo, che va in scena un incontro tra il Catania e una selezione di ballerine della compagnia “Mercedes-Fleurville-Brillarelli” che in quei giorni è di scena al Teatro Sangiorgi. I giornali dell’epoca purtroppo non portano riscontri e notizie sul risultato di questa simpatica contesa.

Notizie che invece, con doverosi spunti di cronaca, si hanno riguardo alla sfida in casa contro la Reggina che vede protagonista il buon Musumeci. Il giorno della Festa dei Lavoratori annota infatti una delle partite più belle in questa stagione un po’ opaca e transitoria per i colori rossazzurri. Il nostro Giovanni a due minuti dallo scadere del primo tempo, servito egregiamente da un dirompente Emilio Greco in percussione sulla fascia sinistra, alquanto libero da marcatura con un micidiale diagonale rasoterra coglie l’estremo reggino Modafferi nell’intento di uscire dai pali, trafiggendolo inesorabilmente.
Il campionato però vede concludere la squadra a metà classifica in un torneo senza infamia ne lode. La coda alla Serie C poi prosegue con la finale di Coppa LIS che il Catania è riuscito a raggiungere. Di fronte la compagine del Gragnano, che dopo aver impattato al Cibali per 2-2, tramortisce i rossazzurri nella decisiva sfida di ritorno, sconfiggendoli con un pesante 6-0. È questa l’ultima partita ufficiale col Catania per Giovanni Musumeci. La nostra ala chiude la stagione con un computo di 13 presenze e 5 reti (tre in entrambe le sfide col Comunale Siracusa, una alla Reggina e una alla Villese), ma il malcontento dei tifosi e soprattutto della stampa addita quale responsabile della grigia stagione rossazzurra la scarsa vena realizzativa degli attaccanti.

Per il campionato 1947-48 a Catania approdano attaccanti dal curriculum pesante quali Cadei e Prevosti. Musumeci, che comunque rimane in rosa, è costretto a fare posto e ad accontentarsi di giocare con le riserve. La nostra ala si segnala mattatore di turno in una serratissima sfida casalinga coi cadetti siracusani dove riesce a ribaltare con una doppietta il risultato di 2-3 in favore degli aretusei, in un pirotecnico 4-3 per i rossazzurri.
Poco meno di un mese e lo ritroviamo in campo nell’amichevole organizzata dal comitato per le festività agatine, contro i viennesi del Wiener SportClub. Il vecchio Cocò Nicolosi tenta di mantenere a galla la barca che affonda, ma alla fine la formazione di casa deve cedere le armi alla maggiore classe della compagine ospite. Un roboante 9-1 fissa il punteggio con Giovanni che subentra a gara in corso a Nunzio “Pupu niuru” Scuderi. Tra i pali rossazzurri si mette in bella mostra con alcune parate il giovane Angelino Grimaldi (poi sostituito da Monaco), sfortunato portiere che morirà prematuramente a causa di un brutto male soltanto pochi anni dopo.

Dopo il Catania, tra Riposto e Paternò
Giovanni, terminata così la sua avventura col Catania, rimane svincolato e insieme ad alcuni compagni anch’essi rimasti senza squadra, contribuisce a costituire l’associazione dei “Liberi calciatori catanesi”, il cui scopo è riunire i giocatori del vivaio locale liberi da impegni contrattuali.
La fondazione del nuovo ente avviene nei locali di via Giovanni Di Prima, civico 11. Nell’organigramma, dopo lo svolgimento di regolari elezioni, troviamo tra gli ex rossazzurri il nostro in qualità di consigliere al pari di Fardella e Bucolo, Chiarenza vicepresidente e Gentile istruttore tecnico. La squadra viene in seguito affiliata regolarmente alla Lega Regionale Sicula ed esordisce in amichevole a Noto il 16 ottobre 1949 perdendo 1-0 contro la formazione ospitante. A parte il portiere Riceputo, Giuffrida, Gentile e Jacona, gli altri giocatori dei “liberi”, tra i quali Giovanni, in questa partita si dimostrano pesanti e a corto di allenamento.
Il Riposto, però, crede nella bontà del calciatore e lo ingaggia insieme a Bucolo e Mirabella. Giovanni fa il suo esordio il 4 dicembre 1949 alla seconda giornata del torneo di Prima Divisione Siciliana nel derby contro il Taormina segnando una doppietta, e nel turno successivo contro il Nicosia si ripete con una punizione magistrale che serve Coco mandandolo in rete e, segnando poi il gol personale intercettando un colpo di testa proprio del compagno su menzionato, insaccando il pallone magistralmente a fil di palo. Sembra che tutto debba andare a gonfie vele, i ripostesi pare possano giocarsela per il vertice, ma poco a poco il Gela viene fuori come uno schiacciasassi e per la squadra ionica non rimane che raccogliere le briciole del quinto posto.

A fine stagione il nostro calciatore è inserito nelle liste di trasferimento dalla società ripostese, e a cercarlo ci pensano i dirigenti dell’Ibla Paternò che allestisce un complesso formato da molti ex catanesi: Jacona, Mirabella, Bucolo, Fardella, Castro e appunto Musumeci infoltiscono le schiere del complesso paternese che disputa un discreto torneo concluso a metà classifica.
Dopo la carriera calcistica Giovanni mette su famiglia. Sposatosi con la signorina Giuseppina Monaco, diventa papà di quattro figli maschi: Carmelo, Stefano, Alessandro e Fabio Angelo. Di tutti, colui che segue le orme del padre nell’arte pedatoria è Stefano che negli anni Settanta è uno dei maggiori talenti calcistici del vivaio siciliano e, nel ruolo di centrocampista, indossa le maglie di Massiminiana, Ragusa in Serie C, Mascalucia e altre compagini isolane.

Giovanni Musumeci se n’è andato per sempre il giorno di Santo Stefano del 1995 all’età di 76 anni, lasciando in dote ai propri cari i suoi insegnamenti e la passione per la maglia rossazzurra. Ai tifosi che lo hanno visto giocare ha dispensato i sorrisi sinceri di una gioventù che a forza, grazie al calcio, è riuscita a dimenticare le brutture e le macerie procurate dal secondo conflitto mondiale, mentre per chi non lo ha conosciuto l’epitaffio che segue lo definisce in toto: “Fu la prima ala sinistra in rossazzurro”.