Quarta e ultima puntata della nostra panoramica sulle stagioni in Coppa Italia maggiore del Catania. In questo articolo conclusivo ripercorriamo l’ultimo ventennio, dal ritorno rossazzurro in Coppa nel 2001 fino ai giorni nostri.
1988-2000: rossazzurri assenti. Le “altre catanesi”
Dal 1988 fino al 2000 il massimo sodalizio etneo si assenta dalla seconda competizione nazionale, complici dapprima i pessimi piazzamenti dell’era Attaguile e in seguito le note vicende che portano il club ad un immeritato capitombolo in categorie inferiori. Nel frattempo, però, proprio in quei dodici anni di mortificante assenza sarebbe scorretto tacere il fatto che altre realtà calcistiche della provincia ottengono il pass per la manifestazione. Stiamo ovviamente parlando di Giarre, Acireale e Atletico. Il Giarre è la prima a esordire nell’estate del 1990 allorquando è ospite dell’Ascoli di Costantino Rozzi. L’evento è circondato da grossa enfasi a livello nazionale e locale. Pur cedendo 1-0 di misura al “Del Duca”, i gialloblù ribaltano nella gara di ritorno in casa (2-0) eliminando il blasonato club marchigiano che nondimeno a fine stagione festeggia la promozione in massima serie. La “favola” ha un altro capitolo magico perché al secondo turno il Giarre se la deve vedere contro il Genoa più forte dal dopoguerra ad allora. Si gioca l’andata all’Esseneto di Agrigento davanti ad una folta folla che assiste ad un onorevole 0-0 nonostante il club della Lanterna abbia in organico il mitico Branco, oltre a Eranio, Collovati, Aguilera, Skuhravi e Osvaldo Bagnoli in panchina. Il 3-0 rossoblù di Marassi pone fine al sogno. Ma il Giarre partecipa anche alle edizioni ’92/93 e ’93/94, eliminato prima di nuovo dal Genoa e poi dall’Ancona.
Passiamo all’Acireale che per tre annate di fila gioca nella coppa dei grandi venendo eliminata subito al primo turno: ’93/94 (passa l’Ascoli), ’94/95 (Vicenza), ’95/96 (Palermo). Infine l’Atletico Catania, che sbarcando in coppa “vip” nell’estate ’97 sembra voler ribadire che la geografia del calcio cittadino è ormai cambiata. Gli atletisti sfidano il Verona perdendo andata (0-1) e ritorno (3-0). Copione ripetuto per la seconda e ultima partecipazione della squadra di Proto l’annata successiva, ’98/99, il Brescia passa vincendo entrambi i matches (0-1 a Catania e 4-0 al Rigamonti).
Il ritorno del Catania in Coppa Italia
2001/02: Salerno e le due in casa a Caltanissetta
Domenica 12 agosto 2001. Sono trascorsi quasi 14 anni dall’ultima partita del Catania in Coppa Italia maggiore. Finalmente la lunga assenza è stata rotta e i rossazzurri sono ospiti dell’ambiziosa Salernitana per la gara 1 del gruppo 8. Già al 51° la gara è in archivio con un rotondo 3-0 per i granata (Vignaroli rigore al 17°, Campedelli al 34° e Mascara al 51°). Gli etnei di Aldo Luigi Ammazzalorso non schierano l’undici migliore e a mezzora dalla fine c’è spazio anche per Totò Criniti che subentra a Marco Bonura. Per il fantasista calabrese sono gli ultimissimi scampoli in maglia rossazzurra dato che ha le valigie in mano. Cosa che riguarda sull’altro fronte anche Peppe Mascara in modo curioso: il talentino di Caltagirone è passato dall’Avellino alla Salernitana ma solo per la disputa del gironcino estivo di coppa Italia ’01/02 dato che il Palermo di Franco Sensi lo ha acquistato preferendolo al brasiliano Adailton.
Poco male: il Catania è già virtualmente fuori dopo quei primi 90 minuti. La formula prevede la qualificazione delle prime classificate degli otto gironi accedenti ad un primo turno di ottavi di finale cui ne segue un altro sempre di otto gare con l’ingresso delle big di A. Il team rossazzurro onora le ultime due gare giocate entrambe al “Pian del Lago” di Caltanissetta causa squalifica di tre turni del Massimino dopo la tragedia di Messina: si parte con un 1-1 contro il fortissimo Empoli di Silvio Baldini, vantaggio azzurro di Tavano al 15° e pari di Davide Cordone al 60°. La gara passa quasi in secondo piano sovrastata da un episodio caratterizzante il periodo: il presidente Riccardo Gaucci si presenta allo stadio nisseno guidando personalmente una Mercedes blu con a bordo una “sorpresa”. È il calciatore congolese Christian Kanjengele, attaccante ex Savoia conteso però anche dall’Avellino che per bocca del suo presidente Monachesi fa sapere che l’atleta avrebbe già firmato un contratto con la società irpina. Così, mentre nell’intervallo della partita Kanjengele fa una sorta di giro di campo a mo’ di trofeo sventolando idealmente un quinquennale contratto, i giornali sono pronti a pubblicare la solenne arrabbiatura avellinese che promette battaglia legale e lamenta una aggressione catanese dell’organico biancoverde, dato che i Gaucci hanno attinto parecchio in casa irpina per rifondare l’organico in vista della lotta alla promozione in B.
Il gironcino si chiude con una sconfitta di misura (0-1) contro l’Ancona di Ermanno Pieroni, club dove si è trasferito Alessandro Ambrosi che comunque non gioca quella partita. Segna Pompei al 90°, gli etnei chiudono ultimi con un solo punto. Passa l’Empoli. La Coppa va al Parma, ed è l’ultimo trofeo vinto dai ducali.
Gli anni della B
2002/03: torna il grande calcio
Il gironcino di qualificazione ’02/03 sembra fatto apposta per vidimare la fame di calcio di un Catania appena tornato in B dopo 15 anni: Bari, Cosenza e Crotone, un’unica trasferta in terra barese. Invece le cose vanno malissimo e quell’acerbo assaggio di cadetteria è un vero incubo.
Pareggio a reti bianche contro il Crotone al “Massimino”, poi il disastro del “San Nicola”: 4-0 per il Bari che passa al 25° su un’autorete di De Martis (di gran lunga fra i peggiori in campo) e domina in lungo e largo arrotondando solo nella mezzora finale con Spinesi, Cordova e Mora. Nel match conclusivo casalingo contro il Cosenza un’altra sonora mazzata: 1-3. Immancabile il fulmineo gol dell’ex Zampagna cui replica timidamente Bucchi. Antonelli e il brasiliano Marco Aurelio completano il tabellino. Quel giorno viene schierato in porta Domenico Di Dio, guardapali ventenne destinato a non lasciare traccia ma iscritto a referto come uno dei 5 portieri stagionali utilizzati. Intuita la buriana, Osvaldo Jaconi dà le dimissioni a fine gara e rinuncia al campionato cadetto. Una decisione incredibile che fa scomodare gli amanti di cabala, karma e destino. Perché Jaconi era stato già costretto a rinunciare nove anni prima, nel 1993, dato il mancato ripescaggio in C1. Ed era stato precedentemente esonerato durante la stagione ’87/88. Evidentemente una panchina che scotta per il baffuto trainer di Mandello del Lario, vistosamente ingrassato in quell’estate 2002.
2003/04: un sorteggio fatale
L’estate successiva è ancora più rovente, “rossazzurramente” parlando. Siamo in pieno caso Catania 2003 tra TAR, CGA, Coni e Federcalcio. L’idea di varare una Super-B a 24 squadre includendo oltre il Catania anche Genoa, Salernitana e Florentia Viola fa scattare un putiferio anche perché Cosenza e Pisa non sono state incluse tra le ripescate. Risultato: i gironcini di Coppa Italia ’03/04 vengono in gran parte disertati per protesta. Il giudice sportivo riesce a fatica a stabilire una qualificata per girone districandosi tra sonfitte a tavolino, penalizzazioni e sanzioni. Nel gruppo 8 si gioca solo la prima giornata: il Lecce passa ad Avellino 0-1 mentre il Catania di Colantuono e Angelozzi strappa un faticoso 1-1 al “Fanuzzi” di Brindisi. È un Catania ancora sperimentale con Concetti fra i pali, Bussi, Kanyengele e il giovane Fanelli che subentra proprio all’africano ad inizio ripresa. Il Brindisi gioca in C2 ma ha fortissime ambizioni (fallirà la promozione per un soffio nella finale play off contro il Vittoria). Lulù Oliveira pareggia a nove minuti dal termine il vantaggio messapico di Cosimo Francioso. A quel punto siciliani e salentino-messapici risultano primi a 7 punti con una rete ciascuno. Si rende necessario un sorteggio che premia la squadra biancazzurra cui viene accoppiato il Bologna nel secondo turno.
2004/05: un inutile secondo posto nel girone
Inizia l’era Pulvirenti e si migliora nel rendimento estivo: il girone di Coppa ’04/05 è condotto con onore. Si parte il 14 agosto 2005 con un 2-0 al neopromosso Catanzaro di Pierino Braglia. Nonostante sia ferragosto il “Massimino” è gremito e come da copione la stellina Marco Ferrante si accende già al 23° per l’1-0 con tanto di esultanza sotto la Curva Nord imitando in qualche modo un elefante (in pratica è un’autocitazione dei tempi in cui al Toro esultava mimando delle corna in testa). Nel nuovo Catania c’è solo un reduce della precedente gestione, Fabio Firmani. In campo trottano subito i “vecchioni” che verranno poi svenduti a gennaio: Miceli, Walem, Ferrante e Davor Vugrinec che sigla il definitivo 2-0 al 50°. Sulla sponda catanzarese fa scena muta il duo d’attacco Cammarata-Giorgio Corona, futuro rossazzurro.
Nel secondo match c’è la Salernitana di Aldo Luigi Ammazzalorso. I ragazzi di Costantini vanno in vantaggio con Sasà Bruno ma in verità sono i granata a dettare legge con la coppia Benjamin-Palladino, entrambi scuola Juve. Espulso Firmani ad inizio ripresa, con Paschetta in difesa e Ferrante nemmeno convocato causa contrattura, la Salernitana rimonta già in chiusura primo tempo (doppio Palladino) ma nella ripresa il Catania si rifà sotto cogliendo con Vugrinec una traversa e divorandosi con Paolo Bianco il punto del due pari. Finisce 2-1 per i granata. Quel gol divorato da Bianco forse avrebbe potuto valere la qualificazione, dato che nel turno conclusivo gli etnei regolano 3-1 l’Avellino di Antonello Cuccureddu. In gol Orazio Russo e Ferrante su rigore nella prima frazione; Ghirardello per i biancoverdi e il solito Sasà Bruno nel secondo tempo. Si fa male Thomas Manfredini mentre il trainer etneo Costantini nota scarsi progressi sul profilo del gioco e non lo nasconde. I 6 punti e il secondo posto nel girone alle spalle della qualificata Salernitana a punteggio pieno sono comunque un segnale positivo.
2005/06: rigori fatali a Pisa
Toccata e fuga per l’edizione ’05/06: il Catania del neotecnico Pasquale Marino è di scena a Pisa dove in panchina si è trasferito Emanuele Domenicali, allenatore dei miracoli al Gela. La formula prevede gara secca in casa della più debole. Le cronache parlano di un Catania forte ma svogliatissimo. Il Pisa potrebbe passare in vantaggio ma capitan Pantanelli para un debole rigore di Pasino. Gli etnei conquistano lo 0-1 con Riccardo Nardini al 23° ma subiscono al 78° il pari nerazzurro con Rubens Pasino. Si va ai supplementari e permane l’1-1 nonostante uno sciagurato Spinesi tenti un insensato cucchiaio che va a vuoto. Lotteria dei rigori che premia il club che fu caro a Romeo Anconetani. Fatale è un altro cucchiaio tentato da Orazio Russo al primo rigore che viene fallito. Segnano tutti fino alla fine ma il Pisa passa e sfida l’Atalanta nel prosieguo.
Gli anni della A 2006/2014
2006/07: la sconfitta di Taranto
L’epopea del Catania in Serie A si apre con un’autentica disfatta che è anche una clamorosa vendetta: il 19 agosto 2006 si gioca a Taranto, in notturna, contro un club di terza serie. Arbitra la signora Astrid Herberg di Messina. Non passa mezz’ora che il Catania è già in 9 per i rossi a Silvestri e all’esordiente Giorgio Corona. Marino è costretto a commutare il 4-3-3 in 4-3-1 col solo Spinesi di punta. A completare l’opera ci pensa il giovane attaccante pugliese che porta immancabilmente in vantaggio i suoi. Si chiama Emanuele Catania e non ci vuole molto a capire, dato il cognome, dove è nato. Nella ripresa altri due cartellini rossi prima a Spinesi e poi allo stesso Pasquale Marino quando ormai il punteggio premiava il Taranto 2-0 grazie al secondo sigillo definitivo di Mancini. Vendetta Taranto dopo 5 anni, Catania maledizione Coppa Italia che dura da una vita!
2007/08: la semifinale con la Roma
Il trend negativo sembra destinato a proseguire l’edizione successiva, ’07/08. Si gioca il terzo turno a eliminazione diretta, il Catania di Silvio Baldini, tre giorni dopo il turbolento esordio in campionato a Parma (2-2 con calcione di Baldini all’allenatore parmigiano Di Carlo), è a Trieste contro la squadra giuliana allenata da Rolando Maran. Gli alabardati schierano Da Dalt-Granochet-Sgrigna in attacco; i rossazzurri rispondono con un 4-2-3-1 col solo Morimoto di punta supportato da Nardini-Caserta e Babù. Fabio Caserta veste i gradi di capitano ma la querelle con Lo Monaco lo ha già portato alla corte di Zamparini a Palermo. Gioca da separato in casa la sua ultima partita rossazzurra. Lo 0-0 di partenza non si schioda nemmeno ai supplementari. In palio ci sono gli ottavi e il Milan. Rigori. Riappaiono i fantasmi di Pisa. Ma stavolta Ciro Polito è super: respinge il secondo e il quarto tiro, prima a Graffiedi poi a Testini. Occorrono quindi solo 4 rigori perché Mascara, Baiocco, Stovini e Izco segnano tutti regalando al Catania una qualificazione attesa da 43 anni!
A leggere oggi i nomi del Milan ’07/08 vengono i brividi: Cafu, Bonera, Kaladze, Pirlo, Ambrosini, Seedorf, Inzaghi, Kakà… eppure il Catania seppe eliminare i rossoneri dalla competizione, rossoneri forse saziati da altre competizioni come il mondiale per club regolarmente portato a casa in quel dicembre ’07. Giovedì 20 dicembre 2007, infatti, si disputa l’andata degli ottavi tra Milan e Catania a San Siro. Il team di Ancelotti è fresco campione del mondo e schiera un undici rimaneggiato con Digao in difesa (fratello di Kakà), Brocchi e Gourcouff a centrocampo e il giovanissimo Paloschi in attacco. Appena 4.000 presenti e come da copione i catanesi la fanno da padrone quanto a sostegno canoro. La gara è trasmessa da La7 e alla fine sarà vista da 1.800.000 spettatori con uno share superiore al talk-show di Rai Due “Anno Zero” condotto da Michele Santoro. Fa freddo e il primo tempo del Catania fa bollire i cuori rossazzurri in tutto il mondo. Al 19° è 0-1: Sardo lancia Mascara che serve Spinesi in area, destro tremendo e Kalac è battuto. Passano sette minuti e giunge lo 0-2 ancora con Sardo protagonista: stavolta l’esterno destro crossa sul suo out, Digao ancora una volta buca e Mascara con una rasoiata di destro “vede” la clamorosa qualificazione. C’è da soffrire nel secondo tempo. Mascara con un tiro dei suoi da centrocampo coglie una clamorosa traversa. Poi al 59° Paloschi innescato da Simic trova l’1-2 e il suo primo storico gol in carriera. Al 75° Catania in 10 per il rosso a Sardo. Ma il fortino etneo resiste anche grazie ad Albano Bizzarri che smanaccia sul palo il tiro a botta sicura di Digao. L’1-2 diventa definitivo. E dire che il Catania in campionato quasi due mesi prima era riuscito a strappare un imperioso 1-1 sempre a San Siro, ma stavolta col Milan “titolare”.
Il 16 gennaio 2008 sono ben 20.021 i paganti al Massimino. Arbitro Ayroldi di Molfetta, la colonnina di mercurio segna 12°. C’è aria di possibile beffa, ma Catania vuole sognare per una notte. Baldini ha messo la formazione-tipo con Edusei in mediana e il tridente Martinez-Spinesi-Mascara. Ancelotti ritrova le geometrie di Pirlo e in avanti il peso di Gilardino. Al minuto 11 un boato scuote lo stadio: da un angolo di Mascara con velo di Baiocco scaturisce un eurogol di Vargas di sinistro al volo da fuori area. Il laterale sinistro, forse alla sua migliore gara col Catania, si divincola dal laocoontico abbraccio dei compagni e fa un inchino allo stadio. La gara è epica, frenetica. Bizzarri mostra fondamentali da urlo salvando su Gilardino a ripetizione. Al 69° pareggio del Milan su contropiede orchestrato da Brocchi che serve Gilardino, da questi a Paloschi per il facile tap-in. Tra il 75° e il 78° vengono espulsi prima Sottil poi un indisponente Gattuso che fa la sceneggiata. Al triplice fischio è un tripudio condito con fuochi d’artificio. Ai quarti di finale c’è l’Udinese. C’è già chi parla di finale e di Europa…
Al Friuli per il match d’andata dei quarti ci sono appena 1.176 paganti. I tifosi etnei vorrebbero chiudere subito la pratica, si gioca in giorni e orari impossibili: giovedì 23 gennaio 2008, ore 15. Diretta Rai3, telecronisti Stefano Bizzotto e Sergio Brio. Duo leggermente sbilanciato in favore delle “zebre” di casa. Damiano Ferronetti porta l’Udinese in vantaggio all’8° ma dopo tre minuti su un corner di Giacomo Tedesco è Izco a trovare un eurogol stop e tiro di destro al volo. Alla mezzora una punizione di Peppe Colucci trova la testa del “Malaka” Martinez, rete dell’1-2. Il più per le semifinali sembra fatto anche perchè il Catania di Baldini domina l’Udinese di Pasquale Marino almeno fino al 65°. L’ingresso di Pepe e Quagliarella tra le fila friulane cambia l’inerzia del match. Pareggia Pepe su rigore al 71° e poi Felipe al 75° trova il fortuito 3-2 definitivo sugli sviluppi del solito corner che crea fin troppo panico in area etnea. Tutto rinviato al ritorno dove il Catania deve vincere cercando di subire non più di una rete.
Tutti in campo sette giorni dopo, mercoledì 30 gennaio 2008, sempre alle 15, sempre diretta su Rai3 ma con due telecronisti diversi. Ottomilaquattrocentoquarantatrè paganti si danno appuntamento sugli spalti. Dopo un solo giro di lancette ancora un maledetto corner su cui Vargas è passivo cagiona il sanguinoso 0-1 del solito Pepe, lasciato libero di mirare e segnare. Tutto finito? No! Da quel momento la partita diventa bellissima, il Catania si riversa all’attacco con un Sardo scatenato a sinistra. Biagianti occupa il ruolo di play basso in un 4-3-3 con a fianco Izco e Colucci. Al 44° un glaciale Spinesi dagli undici metri scarica tutta la rabbia agguantando il pari. Nella ripresa succede di tutto con lo stesso Spinesi sciupone in modo indecoroso, tanto che esce tra i fischi all’80° sostituito da Morimoto. Occasioni da un lato e dall’altro, Bizzarri fa mirabilie su Pepe e Floro Flores (di piede). Il tempo scorre, ci vorrebbe un miracolo. Che si materializza all’89°: Vargas dalla trequarti si invola a sinistra e consegna un pallone che Morimoto di destro trasforma nel gol più importante della storia del Catania. Il giapponese è letteralmente seppellito dall’abbraccio di compagni, panchinari e dirigenti. Baldini è stravolto dalla gioia, il suo Catania è in semifinale dove affronterà la Roma. L’altra semifinale è Lazio-Inter, conti alla mano in caso di finale contro i nerazzurri la qualificazione all’Europa League sarebbe automatica. Mezza Sicilia sogna l’Europa.
Quando Roma e Catania sono pronte per le semifinali tra metà aprile e inizio maggio il quadro in casa rossazzurra è completamente cambiato. La squadra ha conosciuto una netta involuzione scivolando nella zona rossa. I ko di Empoli e Livorno sembrano prefigurare il concreto rischio di perdere la A. Baldini si dimette a sette giornate dalla conclusione dopo la sconfitta interna contro il Torino, rescinde il giorno dopo e sulla panchina etnea si siede il debuttante Walter Zenga. Il Catania è in un mare di guai tattici: Spinesi è ormai un corpo estraneo. Il mercato di gennaio ha portato l’impalpabile Iñacio Pià e ha tolto Bizzarri. I tifosi sono inviperiti e cominciano ad incolpare anche Nino Pulvirenti, reo a detta di alcuni di concentrare i suoi sforzi finanziari sulla compagnia aerea. Le due semifinali diventano quasi due pallide comparsate, anzi: le malelingue guardano il calendario notando che nel turno conclusivo di campionato c’è Catania-Roma. I giallorossi sono molto interessati a vincere la loro nona coppa Italia, sarebbe la seconda consecutiva e la prima vinta con la nuova formula in gara unica proprio a Roma. Forse dunque il club della famiglia Sensi potrebbe non accanirsi in campionato in cambio di analogo non accanimento in coppa da parte catanese.
Il 16 aprile all’Olimpico un Catania sperimentale disegnato da Zenga con un inedito 4-4-2 dove Mascara e Gazzola fanno da esterni si arrende 1-0 ai capitolini. Segna Totti al primo della ripresa con un’eurorete delle sue: palla sotto la traversa sugli sviluppi di un destro “galactico” dalla distanza. I rossazzurri devono penare per arginare lo stesso capitano romanista e Ludovic Giuly, artefici di decine di occasioni fallite.
La partita di ritorno in terra catanese è un vero strazio nonostante ci siano i presupposti per rimontare. Si gioca giovedì 8 maggio, alle 21. Trasferta vietata agli ospiti come all’andata. Il clima è surreale: a due giornate dalla conclusione del campionato l’Elefante deve incrociare le dita e sperare in risultati favorevoli dagli altri campi obbligato com’è a ottenere il massimo dai suoi proibitivi impegni finali con Juve e Roma. Lo stadio è spento, preoccupato e distratto dalla lotta salvezza. Sul campo si va al piccolo trotto. La Roma passa in vantaggio al 26° con Aquilani dal dischetto. Due minuti dopo Christian Silvestri pareggia per i padroni di casa. Ci vorrebbero altri due gol per la finale. Sul campo però si vedono due squadre ansiose di chiuderla lì trascinandosi fino al triplice fischio di Morganti di Ascoli, 1-1 Roma in finale. Non è stato un bello spettacolo. I giornali del giorno dopo omettono un fatto accaduto a fine gara: diversi ultrà rossazzurri si dirigono all’imbocco di via Ferrante Aporti inscenando una vivace contestazione anti-Lo Monaco. Il team del “direttore” avrà fatto bene i conti? Per una serie di circostanze legate ad un incredibile crollo dell’Inter, la Roma è in piena lotta scudetto e dunque al Massimino per il match conclusivo di campionato il clima da “favore ricambiato” appare compromesso. Il finale (positivo) è noto e quindi si può passare oltre.
2008/09: tra esordi e promesse
Consolidata la sua posizione in massima serie, il Catania è troppo forte per ciccare nei primi turni di coppa Italia ma anche troppo debole per sognare almeno una nuova semifinale. L’edizione ’08/09 si apre in un’afosa serata di agosto al Massimino contro il Parma di Gigi Cagni. Servono i supplementari e poi una doppietta di Michele Paolucci per superare il turno. Per maggiori dettagli su questa gara vinta 2-1 rimandiamo al bellissimo articolo scritto da Emanuele Rizzo.
Nel turno successivo, sempre a Catania in gara secca, c’è da sfidare il Padova che milita in terza serie ma ha eliminato il Chievo vincendo a Verona. Tra i biancoscudati brilla la stellina di Pietro Baccolo, regista avanzato di cui si dice un gran bene. E difatti il 4-0 finale non inganni. Il gioco di Zenga non ruba l’occhio. La gara va ricordata per due motivi: l’esordio fra i pali rossazzurri di Thomas Kosicky, giovanissimo under 21 slovacco e l’unica rete di Nicolae Dica con il Catania. Anzi: l’unica rete in Italia del nazionale romeno arrivato con referenze monstre e presto rispedito in giro per il mondo nonostante il pomposo numero 10 sulle spalle. Dica-Morimoto nella prima frazione, Sabato-Morimoto nella seconda, questo lo score della gara.

I ragazzi di Zenga si fermano agli ottavi in casa Juve, il 14 gennaio ’09: si gioca all’Olimpico di Torino. Tre a zero per i bianconeri di Claudio Ranieri, apre le danze Marchionni al 4°, poi Giovinco e Del Piero sigillano tutto tra il 68° e il 70°.
2009/10: la mossa a sorpresa di mister Mihajlovic
Tutto facile anche nei primi due turni di Coppa ’09/10. Nel fortino del quartiere Cibali cadono Cremonese (1-0, Mascara) ed Empoli (2-0, Federico Moretti e Morimoto su rigore). La rete di Federico Moretti è da cineteca: stop e tocco di destro sotto la traversa dopo assist di testa di Plasmati. Contro l’Empoli siede in panchina ancora Gianluca Atzori, esonerato soltanto quattro giorni dopo a seguito del ko per 3-2 a Siena in campionato.
Agli ottavi si va a Marassi contro il Genoa, gara secca, mercoledì 13 gennaio 2010 alle 18:30. Caso vuole che tre giorni prima, sempre a Marassi, i rossoblù di Gasperini abbiano inferto ai rossazzurri un 2-0 non troppo meritato nel match di campionato valido come 19° turno. Sulla bollente panchina etnea staziona da alcune settimane Sinisa Mihajlovic che per la tenzone di coppa ha in serbo una mossa tattica inattesa e spiazzante. Facciamocela raccontare direttamente dal protagonista, Adrian Ricchiuti che a distanza di anni l’ha rievocata più volte:
“Ero venuto a Catania non so perché. Giocavo poco, le cose andavano male anche per la squadra. Non trovavo la posizione in campo. Poi con mister Mihajlovic ero finito in panchina, prossimo alla cessione. Per quella partita di Genova ci stavamo allenando a Savona. Io tiravo calci tanto per, svogliato e deluso per l’imminente cessione. Ad un certo punto l’allenatore mi dice: “Adrian, giocherai mediano contro il Genoa”. Mediano? Io? E invece fu la mia fortuna! La mia rinascita in Serie A!”
Sinisa piazza Ricchiuti mediano con Ledesma e Federico Moretti compagni di centrocampo. Lì davanti Plasmati è letale: dopo soli 8 minuti stiamo 0-2. Nella ripresa un furibondo grifone accorcia con Marco Rossi al 55°. Poi però in un solo minuto tra 58° e 59° resta in 9 per le espulsioni di Papastathopoulos e dello stesso Rossi. Il Catania mantiene l’1-2 e vola ai quarti dove ritrova la Roma, gara unica in terra romanista.
All’Olimpico la Sinisa’s band mette in serie ambasce l’armata giallorossa che Ranieri sta conducendo in vetta dopo un’epica rimonta. Il guardiapali etneo Campagnolo non fa passare uno spillo. A decidere la qualificazione è un’infausta doppia espulsione tra il 58° e il 71°: prima Bellusci (doppio giallo) poi Augustyn (fallo da ultimo uomo su Okaka) lasciano in 9 gli ospiti che capitolano al 73° con un tiro da fuori di De Rossi. 1-0, Roma in semifinale.
2010/11: ancora fatale il quarto di finale
Le due edizioni successive del secondo trofeo nazionale riserveranno poche emozioni. La stagione ’10/11 vede il primo match di coppa spostato a fine ottobre. Catania e Varese si contendono il pass per il 4° turno. Ci manca poco che Beppe Sannino, trainer varesotto, confezioni una beffa atroce all’incerto Catania di Marco Giampaolo. I rossazzurri, in vantaggio 3-1 al 55° (Pesce, Antenucci e Morimoto per il Catania; Eusepi per gli ospiti) si fanno riacciuffare dal rigore di Frara e da Eusepi. Servono i supplementari dove un eroico Spolli al 101° timbra il 4-3 finale e lenisce le lamentazioni della tifoseria organizzata sul piede di guerra per la questione “Tessera del Tifoso”.
Va molto meglio al 4° turno quando il Brescia di Iachini ne prende 5 al Massimino in un match giocato senza risparmi. Martinho, doppio Maxi Lopez, Pesce e Antenucci e il pokerissimo è servito dalla diretta tv di La7D con Ugo Francicanava telecronista (catanesissimo, figlio del giornalista Orazio).
Un 5-1 che però non spaventa la “Vecchia Signora” di Gigi Del Neri agli ottavi. Una gelida serata torinese fa da cornice al 2-0 finale (reti di Krasic e Pepe) punendo un Catania con troppe riserve (Fabio Sciacca gioca tutti i 90′).
2011/12: un’eliminazione disinteressata
Ancor più breve (solo due turni) è il cammino ’11/12 nonostante sulla panchina dell’Elefante sieda Vincenzino Montella, artefice di un ennesimo miracolo sportivo che si avvale finalmente del fantascientifico centro sportivo di Torre del Grifo inaugurato da pochi mesi. Il 21 agosto 2011 il solito Brescia (allenato da Peppe Scienza) stavolta resiste al vantaggio di Maxi Lopez (37°) e pareggia con Jonathas (55°). Tocca al “Papu” Gomez al 93° trovare il 2-1 inaugurando i suoi proverbiali gol sul filo della sirena. Rossazzurri in campo con insoliti calzettoni rossi quella sera.

Il Catania veleggia al sesto posto in campionato dopo 13 gare, la Coppa non interessa e il Novara di Attilio Tesser al Massimino coglie l’attimo. Uno a zero etneo con Davide Lanzafame, pareggio del “diablo” Granoche. Al 69° gli etnei conducono 2-1 grazie a Maxi Lopez che firma il nuovo vantaggio. Un finale sciagurato consente a Meggiorini di ribaltare la contesa con una doppietta tra il 77° e l’89°, 2-3.
2012/13: a testa alta
Con Rolando Maran in panchina si torna a disputare un’accettabile Coppa Italia con la deadline ormai consueta dei quarti di finale. Ma andiamo con ordine: Catania-Sassuolo 1-0 inaugura dunque la stagione ’12/13, consueto terzo turno di Coppa a cui il club, passato nel frattempo nelle mani di Sergio Gasparin quale nuovo a.d., partecipa di diritto saltando i primi due round estivi. Decide Gomez al 72°, è già il Sassuolo di Eusebio Di Francesco futuro protagonista in massima serie.
Il patron Pulvirenti però è tutt’altro che tranquillo e durante la presentazione degli sponsor stagionali difende la sua traballante WindJet annunciando denunce ad Alitalia. Il 4 dicembre ’12 al Massimino è di scena il Cittadella per un inedito confronto assoluto. La serata è da thrilling. I granata ospiti potrebbero segnare su rigore al 28° ma Frison vede sibilare a lato il tentativo di Bellazzini. Al 41° stavolta è 0-1 su punizione calciata all’incrocio dei pali da Andrea Paolucci. Il Catania è in bambola. Tuttavia si ripete la cabala dei cartellini rossi: il “Citta” resta in 9 al 69° dopo le espulsioni di Busellato e De Vito. Si gioca ad una porta sola. Il numero uno veneto Pierobon (43 anni) dopo acrobatici salvataggi capitola all’88° (Bergessio). Ai supplementari l’inerzia è rossazzurra: sfonda Lodi su punizione al 96°, poi “Gonzalito” al 102° scaccia le streghe. Ma che fatica!
Gli ottavi si giocano al Tardini contro il Parma di Donadoni. Ciccio Lodi al 19° dalla sua mattonella preferita pareggia il vantaggio gialloblù di Pabon, 1-1. Fa un freddo cane e ci si trascina ai supplementari e quindi ai rigori dove Barrientos si fa parare da Pavarini il primo tiro. Sembra il segnale della resa. Invece Eupalla sta con gli infreddoliti calciatori isolani. Frison para il terzo rigore di Parolo. Nel frattempo Alvarez, Lodi, Bergessio non sbagliano. Il quinto tentativo è fatale al crociato Paletta (palo). Tocca a Giovanni Marchese mettere nel sacco il 4-5 definitivo che segna il passaggio ai quarti.
Dove c’è la Lazio di Wladimir Petković, seconda in campionato alle spalle della Juve. Il 3-0 finale dei capitolini non inganni. Al 5° un palo nega a Izco il gol. Radu alla mezzora porta la Lazio in vantaggio. Ma la porta biancoceleste di Albano Bizzarri trema nella ripresa con Almiron, Bergessio e Capuano ad un passo dal pari. Al 61° 2-0 di Hernanes ma Castro ha sùbito la palla del 2-1. Esce con onore il Catania nonostante il tris di Hernanes (91°). La Lazio alzerà la Coppa.
2013/14: presagio di rovina
Da dimenticare la partecipazione alla Coppa Italia ’13/14. Catania di diritto agli ottavi dove l’avversario è il Siena allenato da Mario Beretta. Gara unica in Sicilia. Atmosfera cupa: i rossazzurri non si schiodano dall’ultimo posto in classifica. Le priorità sono altre ma il Siena, 13° in B, può essere una preda facile. Tanto più che già dopo quattro minuti Sebastian Leto sblocca in favore degli ospitanti. Ma è un Catania malato grave nel profondo e si sfalda subito: Paolucci pareggia al 24° ma non esulta per rispetto. Nella ripresa i bianconeri dilagano con Valiani, Pulzetti e Rosseti: 1-4, no comment. Al 90° Paolucci viene sostituito e salutato da un’orgia di sinceri applausi di rimpianto. Per Gino De Canio è già tempo di addio. Appena 8 punti nelle undici gare di campionato, torna Rolando Maran ma non si eviterà la retrocessione.
Gli ultimi anni senza più brillare
2014/15: scena muta
Il capitombolo in B fa scivolare in un attimo il rango calcistico di un Catania affidato alle misteriose capacità di Pablo Cosentino, dirigente plenipotenziario dalle scarse fortune. Uno striminzito 1-0 al Südtirol (gol di Martinho) agevola il passaggio al terzo turno di Coppa ’14/15.
Si gioca al Sant’Elia contro il Cagliari di Zeman. Per il Catania di Maurizio Pellegrino è scena muta: 2-0 rossoblù con le segnature di Sau e Farias in appena 18 minuti.
2015/16: una Coppa inutile
L’estate seguente, con il destino del club etneo appeso ad un filo per l’affare “i Treni del Gol”, il Catania può ancora giocare in Coppa Italia maggiore partendo dal 2° turno ’15/16 giocato in casa contro la Spal di Leonardo Semplici. Sul campo non c’è storia e gli estensi vincono 0-1 (Zigoni al 59°), tutto questo nonostante il neotecnico rossazzurro Pippo Pancaro possa schierare diversi atleti come Odjer, Gyömbér e Rosina che hanno mercato in B. Stavolta però l’imperdonabile errore lo fa la Spal: la CAF assegna il 3-0 a tavolino al Catania per la posizione irregolare di un atleta ferrarese. Si passa il turno quasi ridendosela sotto i baffi.

Dura poco perché l’accoppiamento per il terzo turno è col Cesena di Massimo Drago, ancora in casa. Il divario è imbarazzante, ma i romagnoli non riescono ad impedire il pareggio del giovane rossazzurro Ramos al 43°. Nella ripresa bastano sei minuti tra il 61° e il 67° con le marcature di Djuric e Ciano (due) e il Cesena torna a casa con un facilissimo 1-4.
2018/19: beffa in terra emiliana
Per ritrovare il Catania nuovamente in Coppa Italia “vip” passano tre anni. Domenica 29 luglio ’18, primissimo turno eliminatorio edizione ’18/19, 3-0 al Como vittima predestinata. Lodi su punizione, Mattia Rossetti e Curiale i bomber di serata.
Sono i giorni caldi del possibile ripescaggio in B ostacolato da una serie di piccoli cavilli che Lega di Serie B e FIGC intendono far valere. Per il momento, calendari e campionati sono rimandati e l’undici “sperimentale” di Andrea Sottil ne approfitta per maramaldeggiare in Coppa: prima dà una lezione di calcio a domicilio al Foggia di Grassadonia con un perentorio 1-3 (Rossetti al 12°, Lodi punizione al 70°, Gori al 72° e ancora un incontenibile Rossetti all’80°) schierando Lovric, Noce e Pozzebon.
Poi, domenica 12 agosto al Massimino cade un’altra “testa pesante”, il Verona di Fabio Grosso che pur in formazione-tipo crolla sotto l’uno-due tremendo griffato Tommaso Silvestri/Marotta tra 33° e 41°. Finalmente Sottil può schierare i “nuovi” che si presentano come meglio non si potrebbe con un 2-0 secco che permette il salto al 4° turno contro il Sassuolo di Roberto De Zerbi.
Il 5 dicembre 2018 si gioca a Reggio Emilia con 373 supporters etnei al seguito. Tolto dagli abituali catini micragnosi della C, il Catania volteggia sulle punte al Mapei Stadium. Un gran gol di Fran Brodić pareggia il vantaggio neroverde di Matri. Due legni e un gol annullato a Marotta negano un meritato passaggio di turno da giocare al San Paolo contro il Napoli. Invece Locatelli al minuto 81 confeziona la beffa per il 2-1 finale dei neroverdi.
2019/20: avversarie d’altri tempi
Il resto è storia recente con le due gare di Coppa Italia ’19/20. All’esordio c’è il Fanfulla di Lodi domenica 4 agosto ’19. I bianconeri lombardi sono lontani parenti del club che negli anni ’50 creava apprensione agli avversari. Il solito 3-0 nell’impianto di piazza Spedini è un vero balsamo per gli uomini di Camplone: il trainer catanese non può schierare i nuovi causa problema fideiussorio. In porta è costretto ad andare Pisseri, ormai ceduto alla Pistoiese. Sblocca Di Piazza (12°), raddoppia Sarno (42°) e chiude Curiale (78°).

Si va a Venezia per il secondo turno. Le malelingue diranno poi che l’intera trasferta è stata fatta in pullman causa gravissimi problemi societari mal nascosti. Contro una squadra di B il Catania non sfigura. Silvestri (veneziano doc) a fine primo tempo su corner di Lodi incorna altissimo pareggiando il vantaggio di Zuculini. Al 57° il veneziano Aramu pesca una pennelata su punizione, 2-1 per gli arancioneroverdi. Il Catania non si arrende al 70° traversa di Di Molfetta e al 77° incornata di Curiale salvata sulla linea da Lezzerini. Passano i veneziani ma il Catania esce a testa altissima.
Risultati
2001-02 (gruppo H):
Salernitana-Catania 3-0
Catania-Empoli 1-1
Catania-Ancona 0-1
2002-03 (girone 7):
Catania-Crotone 0-0
Bari-Catania 4-0
Catania-Cosenza 1-3
2003-04 (gruppo 8):
Brindisi-Catania 1-1
Catania-Avellino 3-0* (a tavolino)
Catania-Lecce 3-0* (a tavolino)
2004-05 (gruppo 7):
Catania-Catanzaro 2-0
Salernitana-Catania 2-1
Catania-Avellino 3-1
2005-06:
Pisa-Catania 1-1 d.t.s. poi 6-5 d.c.r.
2006-07:
Taranto-Catania 2-0
2007-08:
Triestina-Catania 0-0 d.t.s. poi 2-4 d.c.r.
Milan-Catania 1-2
Catania-Milan 1-1
Udinese-Catania 3-2
Catania-Udinese 2-1
Roma-Catania 1-0
Catania-Roma 1-1
2008-09:
Catania-Parma 2-1 d.t.s.
Catania-Padova 4-0
Juventus-Catania 3-0
2009-10:
Catania-Cremonese 1-0
Catania-Empoli 2-0
Genoa-Catania 1-2
Roma-Catania 1-0
2010-11:
Catania-Varese 4-3 d.t.s.
Catania-Brescia 5-1
Juventus-Catania 2-0
2011-12:
Catania-Brescia 2-1
Catania-Novara 2-3
2012-13:
Catania-Sassuolo 1-0
Catania-Cittadella 3-1 d.t.s.
Parma-Catania 1-1 d.t.s. poi 4-5 d.c.r.
Lazio-Catania 3-0
2013-14:
Catania-Siena 1-4
2014-15:
Catania-Südtirol 1-0
Cagliari-Catania 2-0
2015-16:
Catania-Spal 3-0* (a tavolino)
Catania-Cesena 1-4
2018-19:
Catania-Como 3-0
Foggia-Catania 1-3
Catania-Verona 2-0
Sassuolo-Catania 2-1
2019-20:
Catania-Fanfulla Lodi 3-0
Venezia-Catania 2-1
Le puntate precedenti della storia del Catania in Coppa Italia maggiore:
Prima puntata (1935-37)
Seconda puntata (1937-68)
Terza puntata (1968-88)
In copertina: il gol del pareggio di Silvestri nella semifinale di ritorno contro la Roma nel 2007/08 (foto: CalcioCatania.com)