Il gran derby di Sicilia torna al Massimino a distanza di nove mesi.
C’è da premettere che il Catania ha affrontato nella sua storia anche altre squadre palermitane: Palermo “B”, Aviosicula, 58° Corpo dei Vigili del Fuoco, ma qui considereremo solo le partite tra le due principali squadre. Oggi i due maggiori sodalizi dell’isola languono in terza serie dopo ere gloriose. Questo che arriva sarà il secondo confronto a Catania tra i rossazzurri ed il nuovo Palermo sorto nel 2019.
I natali in un… Natale!
La squadra riserve del Palermo gioca a Catania diverse volte già dal novembre 1932, in Prima Divisione. Il primo vero derby ufficiale tra le squadre maggiori, però, è quello datato 25 dicembre 1935, sotto un vulcano imbiancato di candida neve. Si tratta di una sfida di Coppa Italia, sedicesimi in gara secca. Il Campo dei Cent’Anni fa da teatro ad una tenzone che vede giocoforza i rappresentanti della parte orientale dell’isola a sfavore di pronostico contro un Palermo militante in serie A. Vince il Catania, invece, 1-0 con gol di Franzoni su punizione. Per maggiori dettagli su questa epica gara rimandiamo alla lettura dell’apposito articolo.

Anni Trenta
Con la retrocessione in cadetteria dei rosanero, ecco finalmente i primi derby di campionato. Il 28 febbraio ’37 la compagine del capoluogo di regione si vendica subito infliggendo lo 0-1 al team rosazzurro nel frattempo ribattezzato “Associazione Fascista Calcio Catania”. È Icardi al 52° su rigore a mettere in saccoccia l’intera posta. Un campionato di Serie B insolitamente “short” con sole 16 squadre. Terminato con la tragica retrocessione del Catania a seguito dei famosi plurispareggi disputati nel cuore dell’estate.
Arrivano guai ben peggiori e il rumore delle pesanti sfere di cuoio calciate dai propri beniamini è sostituito dal sinistro incedere dei carriarmati: tempo di guerra. Un salomonico 1-1 datato 29 ottobre ’39 (primo confronto disputato al Cibali) chiude un’era illusoria: tutto in un minuto, tra il 61° e il 62°, all’etneo Pinto fa seguito il pareggio rosanero di De Rosalia. Il Catania di György Orth dopo 7 turni è già con l’acqua alla gola, senza vittorie e col baratro della C ad un passo.
C’è poi l’anno contro la Juventina Palermo, squadra biancoazzurra che – dopo l’esclusione dal campionato del principale sodalizio – funge da prima squadra del capoluogo per quella stagione. Il 13 aprile 1941 la partita è rinviata per il mancato arrivo dell’arbitro e recuperata l’11 maggio, con la vittoria rossazzurra per 2-0, grazie alle reti di Greco e Buccheri nel finale.
L’anno dopo, con le due squadre palermitane riunitesi sotto il nuovo nome di Palermo-Juventina (mettendo quindi la parola “Palermo” davanti, ma mantenendo per il momento il biancoazzurro), c’è un nuovo rinvio, stavolta a causa delle bombe che piovono sulla costa ionica. Si gioca quindi il 1° gennaio 1942 ed è un roboante successo per gli uomini di Kertész: 4-1 con gol di Matteoni, Koenig, Schillani e Nebbia; inutile il gol ospite di Di Falco nel finale.
Un diluvio di pareggi
Un dato salta subito all’occhio nell’intervallo di tempo tra il 1956 e il 1977: ventuno anni di Catania-Palermo contraddistinti dal ricorrente segno “x” in schedina: dieci pareggi sui dodici confronti con ben sei 1-1.
Andiamo con ordine: l’1-1 del 22 gennaio ’56, penultima d’andata in B, segna peraltro il ritorno del Gran Derby dopo un’assenza di quasi 17 anni. I rosanero passano con Luosi al 29°, raggiunti dopo 13 minuti dal mitico Spikowski. A fine stagione Catania quinto a 40 punti, a -7 dai rosanero promossi in A.
Il 17 settembre del ’61 la sfida debutta ufficialmente in massima serie: al Cibali matura il classico risultato ad occhiali, uno 0-0 all’alba di un campionato ancora ricco di soddisfazioni. È però in Serie B che il Catania può finalmente festeggiare il primo successo in campionato sui rosanero: 1-0, l’11 dicembre ’66, tredicesimo turno di campionato. I rossazzurri hanno la meglio solo all’86° grazie ad un’autorete di De Bellis, riassaporando dopo ben 31 anni il gusto dei due punti contro l’odiato nemico.
Subito arriva la rivincita rosanero nel torneo successivo, undici mesi più tardi: l’11 novembre ’67 il Palermo è scortato da 7.000 tifosi al seguito e sul campo non c’è storia. Il rossazzurro Gianfranco Trombini riesce ad acciuffare subito lo 0-1 di Nova, ma già al 33° i siculoccidentali ripassano in vantaggio con Perucconi per l’1-2 definitivo. Siamo ancora alla 12a di campionato, ma il Cibali emette sentenza: l’allenatore etneo Dino Ballacci deve essere cacciato in tronco. In classifica il vascello catanese langue in acque limacciose con soli 5 punti e lo smacco del derby perso è troppo forte (il Palermo non vinceva a Catania da trent’anni). Per la cronaca, dopo una vana trattativa col trainer argentino Juan Carlos Lorenzo, la società affida la squadra a Gigi Valsecchi, mite gregario che però darà vita ad un irripetibile cinquina di vittorie dicembrine divenuta storica. Il Palermo torna in A da capolista.
Negli anni Settanta tutti 1-1, con gare più o meno simili. Si inizia con quello della Serie B 1971-72. Al vantaggio ospite di Ferrari nel primo tempo, risponde Baisi nella ripresa.

Il 6 gennaio ’74 allo 0-1 di Ignazio Arcoleo al 32° fa seguito dopo un solo giro di lancette il pareggio di Claudio Piccinetti, attaccante ex pratese dalle rare segnature.
Il 14 dicembre ’75 rosanero ancora avanti con Magherini (30°) poi raggiunti da Biondi (57°).
Infine il 20 marzo ’77 stesso copione, con i palermitani in vantaggio (Osellame al 31°) stoppati dopo dodici minuti dal gol di rapina di un certo Nino Cantone, ventitreenne mediano della “cantera etnea”, lettore di Sartre e coraggioso viaggiatore oltrecortina nell’est Europa. Per l’Elefante c’è un nuovo ruzzolone in Serie C e stavolta sono guai.

Gli anni ’80 e il “nuovo” Palermo
Per tutte le gare di Coppa Italia maggiore rimandiamo agli articoli appositi. Diciamo che in campionato è l’ora del riscatto rossazzurro. Il decennio si apre col rocambolesco 3-3 datato 21 dicembre ’80. Ad una settimana dal favoloso 1-4 di Bari l’ambiente etneo sogna di volare. La giornata è piovosa e sul campo le ampie pozzanghere non si contano. Ciononostante è un derby a ritmi altissimi e a 25 minuti dalla fine il Catania sembra aver messo in ghiaccio la vittoria conducendo 3-1: Ciccio Ciampoli, professione difensore, saltando come un’anatra sulle paludi ha messo dentro un’inimmagginabile doppietta. Calloni per il temporaneo 1-1 e Barlassina gli altri marcatori ma gli ultimi dodici minuti sono di puro veleno per i rossazzurri: prima Calloni su rigore segna il 3-2, poi Bencina sbuca in mischia ben oltre il 90° e agguanta il pari. Sugli spalti c’è chi impreca contro l’arbitro barese Paparesta, reo di aver voluto consumare una presunta vendetta per il suo Bari strapazzato sette giorni prima.

Il 3 gennaio ’82 il 3-0 maturato al 66° (Gamberini e doppio Cantarutti tra il 59° e il 66°!) è appena mitigato dal gol di De Rosa su rigore a 14 dal termine. Ma stavolta il “miracolo” non riesce ai rosanero e l’austera giacchetta nera Barbaresco di Cormons è al di sopra di ogni sospetto. I tre gol rossazzurri sono tutti segnati sotto una caldissima tribuna C, regno incontrastato della Falange d’Assalto, tra i club ultras più ammirati in quel periodo aurorale del tifo organizzato. La cronaca narra di un portiere rosanero, Piagnerelli, letteralmente preso a sassate dagli etnei in grande giornata nonostante il pessimo green del Cibali: si parte con una staffilata di Morra all’incrocio dei pali deviata in corner. Castagnini dalla bandierina e destro tremendo di Gamberini da fuori area, 1-0. Traversa di Castagnini poco dopo. L’azione del 2-0 è da manuale con Vella che sradica palla in mediana servendo Crialesi, in area Cantarutti riceve e di destro deposita in rete. Ancora Crialesi imbecca Cantarutti in area il cui sinistro al volo spedito in rete fa spellare le mani ai trentamila del Cibali. Una curiosità sul rigore rosanero: il fallo è su Giampiero Gasperini, all’epoca in forza ai siculoccidentali.
Più pratico il 2-0 catanese datato 20 marzo ’83, ventiseiesimo turno. Di Mastalli su rigore e Mosti di testa sugli sviluppi di un corner le marcature. I ragazzi di Di Marzio corrono verso la A ma in tribuna siede l’ispettore della Lega Calcio Maurizio Nasalli Rocca. Il derby è sotto osservazione dopo lo 0-2 a tavolino della Favorita l’anno prima.
Un altro successo rossazzurro matura l’1 dicembre ’85 ed è di Sandro Pellegrini (giovane e talentuoso mediano di scuola Toro) alla mezzora il gol risolutore. Un derby incattivito da sfottò e… illogiche coincidenze: con la maglia rosanero ci sono al Cibali Claudio Ranieri e Orazio Sorbello, quest’ultimo oggetto di fischi e improperi. Qui si chiude la storia del S.S.C. Palermo. Il fallimento estivo del club presieduto da Salvatore Matta costringe i fans rosanero ad un anno senza calcio prima di ripartire dalla C/2.
Finalmente, il 28 maggio ’89, dopo quasi 4 anni è di nuovo derby! Che per la prima volta si disputa in terza serie, la C/1: una penultima di campionato con il Palermo di Giorgio Rumignani clamorosamente in corsa per la promozione in B dato che il calendario mette a confronto nel turno conclusivo a Trapani proprio Palermo e Foggia, le due contendenti alla seconda piazza. I rosanero sono accompagnati al Cibali da quasi 4.000 sostenitori che occupano l’intera tribuna B e prima della gara mostrano migliaia di cartelloni con la scritta “B”. Uno smacco ai “cugini” che comunque rispondono a tono: la Curva Sud è stracolma e, come si leggerà in seguito sulla rivista “Supertifo“, quel giorno in curva ci sono decine di striscioni riferentisi a distinti gruppi ultrà rossazzurri. Segnale che il movimento in città è in tumultuoso fermento. La coreografia però è blasfema in quanto sulla recinzione della curva ignote mani issano una croce con un manichino rosanero legato.
Sul campo il Catania di Melo Russo non fa sconti: alla mezzora entra Mastalli e dopo 5 minuti una punizione di Marini, forse deviata dallo stesso Ennio, trafigge Taglialatela. Catania in vantaggio e Palermo praticamente vicino a riporre i sogni di un doppio salto in un anno C/2-Serie B. Soltanto a 14 minuti dalla fine i rosanero indovinano un tiro da lontano e pareggiano: è dell’allora sconosciuto Manicone il gol dell’1-1, con la complicità di un Onorati non proprio “felino”. Qualche incidente fa da cornice al derby giocato sotto un sole stupendo. Gli aficionados palermitano salutano Catania portandosi a casa pezzi di tribuna B, già all’epoca prossima alla chiusura.
Gli anni ‘90
Catania e Palermo piazzano le tende in terza serie e i derby di questo decennio sono caratterizzati da un crescente odio condito da incidenti anche gravi.
Nel marzo 1990 ce ne sono due di derby al Cibali a distanza di 4 giorni, entrambi terminati 1-1: l’11 marzo in campionato i rossazzurri schiacciano gli ospiti sul piano del gioco. Segna Cipriani al 14° il suo primo gol nel derby. In Curva Sud scorrazza un maialino rosanero che gli ultras vorrebbero macellare con un’ascia bifronte brandita minacciosamente. Tra i rosanero ci sono assenze pesanti perchè Cotroneo e Bucciarelli stanno smaltendo un’epatite. Al 61° pari fortunoso di De Sensi, terzino goleador. Il Catania di Sormani si rifà sotto stracciando la compagine allenata da Francesco Liguori. Ci si mette l’arbitro Bazzoli di Merano che annulla un gol a D’Ottavio, bolgia allo stadio. Poi comincia la guerriglia per le strade: 20 fermati e 5 contusi, piazza Montessori teatro di assalti ai torpedoni rosanero.
Quattro giorni dopo si ripete in Coppa Italia di C: il Catania, siamo ai quarti di finale ritorno, dovrebbe rimontare l’1-3 dell’andata e va in vantaggio con Giancarlo Marini, ma al 74° una sfortunata autorete di Manieri spezza il sogno dato da un impressionante assedio rossazzurro.
Il 9 dicembre 1990 è il gran giorno dell’inaugurazione della nuova curva Nord. I tifosi rosanero riescono a strappare circa 800 biglietti e si sistemano in tribuna A. Sul campo, però, la capolista perde grazie ad una “bomba” su punizione del solito Cipriani che batte Pappalardo proprio sotto la traboccante ex tribuna C al 41°. Nella ripresa Cecconi sulla linea salva la vittoria sulla punizione di Biffi. E come da copione scoppia la guerriglia con 8 arresti processati per direttissima. In ogni caso è il primo derby vinto dal Catania in C/1, vittoria assente in casa rossazzurra da 5 anni.
Per la stagione ’90/91 si gioca anche in Coppa Italia di C a fine gennaio, ottavi di ritorno al Cibali: platonico 1-0 etneo risolto al 62° dalla “freccia” Vincenzino Esposito. Passa però il Palermo di Enzo Ferrari, forte del 2-0 alla Favorita.
Un’altra tenzone sfortunata per il sodalizio etneo è quella datata 28 settembre ’92, e si era appena alla 5ª di campionato. Tante novità: Massimino tornato presidente, lo spettacolo di due curve ultrà rossazzurre esaurite con coreografie da brividi. Lo 0-0 finale non rende giustizia al giovane e baldanzoso Catania di Bianchetti. Ridicolizzato il lento Palermo di Angelo Orazi graziato nella ripresa dall’arbitro Ercolino di Cassino, reo di annullare un gol regolarissimo a Pelosi. Capitolo extracampo: 45 agenti contusi e un curioso tragicomico episodio: ormai a fine gara la carovana dei pullman rosanero tenta di attraversare piazza Bonadies, la polizia raduna alcuni facinorosi di parte catanese e letteralmente li chiude in chiesa dove era in corso un matrimonio… (sposa terrorizzata).

Il 2-1 esterno del Palermo al Cibali in Coppa (il 13 gennaio ’93, strana formula con gironcino a tre Catania-Catanzaro-Palermo) passa quasi inosservato anche se la rimonta panormita dopo l’1-0 di Pelosi porta le firme di Luca Cecconi (ex) e Lorenzo Battaglia (futuro ex…). Sconfitta inosservata, ma che funge da propellente per il derby di campionato in casa Palermo del 21/02/93, quello dello 0-2.
A questo punto tramonta un’epoca: il Catania è costretto a ripartire dall’Eccellenza e quindi per la stagione ’93/94 ci sono 4 categorie di differenza in favore del Palermo neopromosso in B.
I due gloriosi club si rincontrano a fine decennio. Si parte dal girone estivo di Coppa Italia di C ’98/99: sul campo non c’è storia. Il Catania di Pierino Cucchi sin da subito fa capire che la C/1 non deve sfuggire e rifila un sonoro 2-0 ai più blasonati cugini che svolgono il ritiro estivo a Pedara, cittadina-portafortuna del tecnico Morgia. Malgrado il recente ripescaggio in terza serie grazie al fallimento dell’Ischia, i rosanero sono asfaltati e tutto si decide in tre minuti, tra il 63° e il 65°, con le segnature di Lugnan e Passiatore. I rossazzurri arrivano primi nel gironcino a 5 squadre spingendosi fino ai quarti di finale. C’è però una sgradevole nota a margine di questo derby di Coppa: l’espulsione del rosanero Biffi, il quale abbandona il campo rivolgendo un gestaccio alla Curva Sud (il calciatore si porta vistosamente le mani sulle proprie parti basse). Roberto Biffi è un vero decano del nuovo Palermo essendo presente da quasi un decennio, un vero uomo-squadra.
A questo punto ci concediamo un piccolo flash-forward, perchè i “gestacci” nel derby non restano un fatto isolato e contribuiscono a gettare benzina sul fuoco su una rivalità che tracima via via nella volgarità e nella cronaca nera: in Palermo-Catania 2-2 di Coppa ’99/00 il rosanero Filippo Furiani, esultando per il proprio gol del 2-2, si rivolge al settore ospiti con un plateale gesto volgare. Sempre alla Favorita, ma in B nel ’02/03, è stavolta il rossazzurro Gianni Martuscello a rendersi protagonista di quello che appare il gesto dell’ombrello, rivolto al tifo palermitano dopo la sua segnatura del 3-3 (peraltro ex della gara).
Per fortuna accadono episodi di solidarietà: durante il campionato di serie B ’02/03 due lutti drammatici colpiscono il rosanero Daniele Di Donato e il rossazzurro Christian Bucchi: Roberta Foglia, la giovane moglie di Di Donato, viene rinvenuta senza un motivo apparente priva di vita nella sua casa. Pochi mesi dopo, la circostanza ha dell’incredibile, la stessa cosa capita alla compagna di Bucchi. Il calcio è scosso, le tifoserie si mobilitano: quella rossazzurra si stringe attorno alla famigliola del vedovo rosanero mentre i palermitani fanno lo stesso con Bucchi che nel frattempo ha lasciato il Catania.
L’ultimo derby degli anni ’90 si gioca il 30 ottobre ’99, sedicesimi di Coppa Italia di C ritorno. Luca Lugnan si presenta da avversario, il Cibali lo fischia. Al Catania basta un nervoso 0-0 per passare il turno dopo il 2-2 dell’andata.
Gli anni 2000
Un altro 0-0, stavolta noioso, apre il ventunesimo secolo il 17 aprile del 2000, un lunedì sera. La serata è piovigginosa, dirige Dondarini. Unici brividi li procura il neosindaco etneo Umberto Scapagnini, portato a spalla per un illogico giro di campo durante il quale il primo cittadino mima con una mano serrata sulla bocca la lettera “A”, ovvero “con me andremo presto in A”.
Nel frattempo i due club hanno cambiato padroni: a Palermo è sbarcato Franco Sensi (che controlla anche il Foggia) che però lascia la gestione societaria ai fratelli D’Antoni, uno dei quali (Sergio, famoso sindacalista) ha una sfrenata passione cestistica. A Catania ci sono i Gaucci e le musiche cambiano.
Il 10 gennaio 2001 i rossazzurri buttano di nuovo fuori i rosa dalla Coppa grazie ad una rimonta negli ultimi 9 minuti, il 2-1 a tempo scaduto lo firma l’argentino Juan Manuel Turchi, che però poi lascia il Catania.
Il derby di campionato del 4 marzo 2001 è imperioso: stadio esaurito, coreografie esagerate (la rimozione di migliaia di coriandoli scagliati in campo dalla Sud ritarda spasmodicamente il calcio d’inizio; in tribuna B spettacolo della A.N.R.). Il Catania di Guerini, in gran rimonta, vuole tentare di arrivare primo e la capolista rosanero trema: Ambrosi però fallisce un rigore all’alba del match che poi va sullo 0-1 col gol di Bombardini al 20°. Al 64° Pasquale Apa trova il meritatissimo 1-1. E il Palermo conquisterà poi la B in modo a dir poco rocambolesco approfittando del chiacchierato ko ad Avellino del Messina.

Elefanti ed aquile tornano a singolar tenzone in cadetteria: il 18 novembre 2002, 12ª di campionato, sulla panchina etnea debutta John Benjamin Toshack e per una sera il claudicante Catania fa a fettine l’ambizioso club di Zamparini: 2-0, Cordone e Oliveira giustiziano Sicignano, Santana e un giovanissimo Peppe Mascara.
Altro bagno di folla l’anno successivo, il 9 novembre 2003, tredicesimo turno. Il Catania di Colantuono viaggia a sorpresa in altissima classifica mentre il Palermo di Silvio Baldini ancora non convince. La sorte stavolta arride alla “pars occidentalis” dell’isola. Subito Corini su rigore porta i rosa sullo 0-1. È un Palermo grandi firme, Luca Toni guida l’attacco. L’azione del rigore è dubbia: forse è proprio Toni ad azzoppare Sasà Monaco, sostituito da Terra. Poi sale in cattedra il portiere rosa Gianluca Berti, che sventa di tutto e si vede graziato da un palo di Mascara ma para anche un rigore a Lulù Oliveira ormai sullo 0-2 (Zauli aveva siglato il raddoppio al 66°). In salastampa Baldini elogia quello che 4 anni dopo diverrà il suo club mentre il guardiapali palermitano è lapidario e schietto: “Chiamatelo culo, se volete!”.
Gli anni della recente Serie A
Veniamo ad ere calcistiche più recenti, dove etnei e palermitani si ritrovano dalla seconda metà degli anni Zero. Togliamoci subito il dente: il 2 febbraio 2007 tutto è fuorché una regolare “gara di calcio”. Per quel che vale, il gol del definitivo 1-2 di Di Michele appare viziato da puerili irregolarità non ravvisate da una terna arbitrale (capitanata da Farina di Ovada) evidentemente scossa.
Da quella tragica nottata Catania e il Catania si riprendono, e lo fanno in modo splendido! Dal 2007 al 2011 seguono 5 successi su 5 al Massimino con la miseria di un unico gol rosanero contro i 13 rossazzurri! Si parte col 3-1 del 2 dicembre 2007: Baldini allena il Catania, Fabio Caserta (che segna) ha addosso la camiseta panormita. Per gli etnei vanno in rete Mascara, Spinesi su rigore e “Malaka” Martinez.
Il 19 ottobre ’08 gli ultimi 21′ incoronano il Catania “campione di Sicilia”: dirige Rocchi, al 69° sfonda Martinez, all’87° Mascara su rigore. Un 2-0 che sancisce il sorpasso in classifica dopo 7 turni: Catania 14 punti, Palermo 12.
Sabato 3 aprile 2010 Maxi Lopez festeggia 26 anni e si regala una irripetibile doppietta contro l’odiato nemico che comunque veleggia con la Sampdoria al 4° posto, ancora 2-0!
Passa un anno esatto e il 3 aprile 2011 i 23 gradi del Massimino annebbiano le aquile: 4-0! Tutto nella ripresa: 48° autorete di Balzaretti, 61° Bergessio, 68° Ledesma, 77° Pesce.

Ultimo “grano” di questo rosario di trionfi il 2-0 del 18 dicembre ’11, di Lodi (punizione da urlo) e Maxi Lopez su rigore i gol. Alla 16ª giornata nuovo sorpasso catanese sui cugini: Catania 21, Palermo 20.

Infine, l’ultimo precedente in A, che ha un epilogo inatteso. Sì, perché il 21 aprile 2013 il Catania di Maran è ottavo, in piena zona Europa League. Diciannove punti sotto langue il Palermo di Sannino, la cui salvezza appare disperata a 6 turni dalla conclusione. Ai rossazzurri viene chiesto di “matare” per sempre lo scomodo nemico. Nonostante tante occasioni, l’Elefante va in vantaggio con Barrientos soltanto al 69°. Sembra fatta ma 20 secondi oltre il 95° accade l’assurdo: l’etneo Bellusci tenta un’inutile sortita offensiva. Ne scaturisce una punizione rosanero con la quale Hernandez offre ad Ilicic il pallone dell’1-1 finale. Increduli i 600 supporters rosanero, pazzi di gioia nonostante alla fine del campionato la loro squadra andrà in B e il Catania otterrà il record assoluto di punti in A.

Di nuovo in Serie C
Veniamo infine all’epoca recente. Il nuovo Palermo FC fondato nel 2019 incontra il Catania per la prima volta nel 2020/21 in casa propria e in piena pandemia, presentandosi con 11 giocatori in campo ed un portiere di riserva in panchina, ma fa un figurone e sfiora l’impresa.
Nella gara di ritorno al Cibali, il 3 marzo 2021, ci si aspetta un moto di rivalsa dei rossazzurri, e la partita sembra incanalarsi sui binari giusti con l’espulsione del rosanero Marconi al 35’.
Clamorosamente, però, gli etnei perdono 0-1 grazie all’eurogol del veterano Santana nel secondo tempo. Palermitani che tornano ad espugnare lo stadio Massimino dopo quattordici anni.
Catania-Palermo: tutti i precedenti
1935-36: Catania-Palermo 1-0 (Coppa Italia)
1936-37: Catania-Palermo 0-1 (Serie B)
1939-40: Catania-Palermo 1-1 (Serie B)
1940-41: Catania-Juventina 2-0 (Serie C)
1941-42: Catania-Palermo Juventina 4-1 (Serie C)
1955-56: Catania-Palermo 1-1 (Serie B)
1957-58: Catania-Palermo 0-0 (Serie B)
1958-59: Catania-Palermo 0-0 (Serie B)
1961-62: Catania-Palermo 0-0 (Serie A)
1962-63: Catania-Palermo 0-0 (Serie A)
1966-67: Catania-Palermo 1-0 (Serie B)
1967-68: Catania-Palermo 1-2 (Serie B)
1968-69: Catania-Palermo 1-1 (Coppa Italia)
1971-72: Catania-Palermo 1-1 (Serie B)
1973-74: Catania-Palermo 1-1 (Serie B)
1975-76: Catania-Palermo 1-1 (Serie B)
1976-77: Catania-Palermo 1-1 (Serie B)
1980-81: Catania-Palermo 2-3 (Coppa Italia)
1980-81: Catania-Palermo 3-3 (Serie B)
1981-82: Catania-Palermo 3-1 (Serie B)
1982-83: Catania-Palermo 2-0 (Serie B)
1985-86: Catania-Palermo 1-0 (Serie B)
1988-89: Catania-Palermo 1-1 (Serie C1)
1989-90: Catania-Palermo 1-1 (C. Italia di C)
1989-90: Catania-Palermo 1-1 (Serie C1)
1990-91: Catania-Palermo 1-0 (C. Italia di C)
1990-91: Catania-Palermo 1-0 (Serie C1)
1992-93: Catania-Palermo 0-0 (Serie C1)
1992-93: Catania-Palermo 1-2 (C. Italia di C)
1998-99: Catania-Palermo 2-0 (C. Italia di C)
1999-00: Catania-Palermo 0-0 (C. Italia di C)
1999-00: Catania-Palermo 0-0 (Serie C1)
2000-01: Catania-Palermo 2-1 (C. Italia di C)
2000-01: Catania-Palermo 1-1 (Serie C1)
2002-03: Catania-Palermo 2-0 (Serie B)
2003-04: Catania-Palermo 0-2 (Serie B)
2006-07: Catania-Palermo 1-2 (Serie A)
2007-08: Catania-Palermo 3-1 (Serie A)
2008-09: Catania-Palermo 2-0 (Serie A)
2009-10: Catania-Palermo 2-0 (Serie A)
2010-11: Catania-Palermo 4-0 (Serie A)
2011-12: Catania-Palermo 2-0 (Serie A)
2012-13: Catania-Palermo 1-1 (Serie A)
2020-21: Catania-Palermo 0-1 (Serie C)
Partite: 44.
Vittorie Catania: 17 | Pareggi: 20 | Vittorie Palermo: 7
Reti Catania: 55 | Reti Palermo: 32
La foto di copertina (Maxi Lopez marcato da Goian) è tratta da CalcioCatania.com.
Tutte le foto senza fonte sono tratte da giornali d’epoca o dalla collezione di Sergio Capizzi.
Articolo aggiornato il 2 dicembre 2021.