Il Catania giocherà sul neutro di Lentini almeno le prossime due gare casalinghe (non più tre, vista l’esclusione dal campionato del Trapani) dell’attuale torneo di Serie C ’20/21.
Quante altre volte è accaduto alla società etnea di essere stata costretta a “emigrare” non per cause di giustizia sportiva? Ne abbiamo trovate quasi una decina risalenti all’ultimo trentennio di storia.
1990: Catania-Brindisi 3-1 a Giarre
La memoria ci porta alla data del 3 giugno 1990, ultima di campionato in Serie C1 girone B. Il Cibali è un vero mini-cantiere: la ultimanda curva Nord e gli altri settori degli spalti necessitano interventi. Il tanto martoriato manto erboso deve essere curato per tempo e il club del presidente Attaguile ritiene di concludere la stagione al Regionale di Giarre dove è in programma il match contro il Brindisi. La squadra messapica era partita nelle zone alte per la promozione in B, ma una clamorosa crisi societaria (rara in quegli anni) ha di fatto condotto il club sull’orlo della retrocessione in C2, tanto che dirigente unico del sodalizio è tal Giacomo Palazzo che ricopre in sé tutti ruoli, incluso quello ufficiale di allenatore (nella realtà è il trio di calciatori Greco-Orati-Prima a fungere da guida tecnica). Si gioca su un terreno ancora in terra battuta e con appena un migliaio di tifosi rossazzurri al seguito. Nonostante il Catania di Sormani non abbia nulla da chiedere, non si fa intenerire dai biancazzurri ospiti che tendono l’orecchio alla vicina Siracusa dove il Campania Puteolana ha bisogno di qualche punto per raggiungere o scavalcare l’equipe pugliese di scena a Giarre.
Niente sconti: 3-1 rossazzurro con i gol di Scienza e Cipriani nel primo tempo e di Greco per gli ospiti nella ripresa prima del sigillo definitivo dell’argentino Gustavo Cesar Ghezzi. Una bella partita nonostante il sabbioso fondo campo e un Brindisi imbottito di vecchie glorie del calcio come Luciano Orati, Marcello Prima, Loseto e lo stesso Greco. Il pareggio in extremis della Puteolana al De Simone costringe la squadra pugliese allo spareggio-retrocessione vinto poi 3-2 dalla squadra di Pozzuoli. A fine gara, negli spogliatoi, il clima sulle due sponde è tutt’altro che disteso: Giancarlo Marini dice addio con rabbia al club rossazzurro e lo fa anche Beppe Scienza ormai maturo per categorie importanti. Sarà anche l’ultima gara catanese per Gustavo Ghezzi, talento purissimo gestito dalla società in modo approssimativo e svenduto alle buste qualche mese dopo. Sul fronte brindisino Marcello Prima, giarrese fino ad una stagione prima, contempla i suoi vecchi spalti con brutti presentimenti per lo spareggio. Un’ultima curiosità su quel giorno: il club calcistico di casa, il Giarre di Walter Nicoletti, si gioca tutto a Monopoli per una clamorosa promozione in Serie B sfumata d’un soffio a causa degli sfavorevoli risultati degli altri campi.
Le difficoltà del ’90/91. Ci sembra opportuno spendere due parole per quanto accaduto nella parte iniziale della stagione. Le difficoltà logistiche coinvolgevano contemporaneamente Catania, Giarre e Acireale. Sia il Regionale giarrese che il Comunale acese si stavano dotando di manto erboso e quindi gialloblu e granata decisero di giocare al Cibali la Coppa Italia di C e le prime gare di campionato. Tutto questo mentre il povero Cibali doveva ospitare anche le gare dei rossazzurri con un’unica tribuna aperta sino agli inizi di dicembre, la tribuna A. Capitava che si giocassero due gare di fila a distanza di una ventina di ore l’una dall’altra!
1994: Catania-Gravina 0-3 ad Acireale
Domenica 2 ottobre 1994, i calendari di Serie C1 e di CND hanno giocato un brutto tiro agli appassionati catanesi del pallone. I due sodalizi cittadini giocano entrambi in casa: l’Atletico contro l’Ischia mentre il Catania (’46) ospita il Gravina. Che fare? Tra polemiche e veleni il Comune dà la precedenza al neonato club di Franco Proto: l’Atletico si servirà del Cibali mentre il Catania si “autoesilia” ad Acireale nel nuovo stadio Tupparello, tana dei granata in Serie B.
Duemila anime fedeli al liotru si assiepano su spalti colorati solo di rosso e di azzurro. Il sole è a picco sul campo e fa un caldo boia, la partita sembra una formalità. E invece si rivela una trappola mortale: sblocca il gravinese Alfio Scalia al 45° esatto. Nella ripresa l’ancora incerto undici di Piero Mosti cozza contro i guantoni del portiere ospite Ciccio Saitta. Al minuto 70° tocca a Miano portare i suoi sul clamoroso 0-2 e chiudere i conti dinnanzi ad un imbambolato Catania; gli ultras etnei si arrabbiano, ritirano striscioni e bandiere e improvvisano una feroce contestazione al tecnico Mosti e alla dirigenza. Le cronache narrano di spalti vandalizzati e dunque l’immancabile contrappasso si traduce nella rete dello 0-3 di Manca e in un palo colpito da Scalia. Naufragio totale. E le brutte notizie non sono finite visto che l’Atletico ha vinto 2-1 scacciando le nubi nere dal suo cielo. Negli spogliatoi un raggiante Giovanni Campanella, allenatore del Gravina, dichiara che quello è il giorno più bello della sua vita. Non sa di mentire a se stesso dato che la “maledizione Gravina” proseguirà beffarda nella gara di ritorno.

Le 3 gare d’inizio stagione 1997/98: ad Acireale, Caltanissetta e Giarre
C’è qualcuno che ricorda qualche protagonista delle Universiadi siciliane del 1997? O la composizione finale del medagliere? Probabilmente no. Annunciate da un assordante battage pubblicitario teso forse ad esaltare i meriti della classe politica siciliana pro-tempore, le Universiadi lasciarono brutti ricordini ad alcuni impianti sportivi come ad esempio allo stadio. Il Catania (e anche l’Atletico: stavolta il destino è in comune) è costretto a non poter utilizzare il suo stadio fino a metà settembre ’97.
La commissione provinciale di vigilanza riscontra problemi sul manto erboso ma soprattutto sui varchi di ingresso allo stadio, sulle separazioni tra settori, sulla mancanza di “offendicoli anti-scavalcamento”. Antonio Guarnaccia, assessore allo sport del Comune di Catania, promette tempi celeri.
L’intera Coppa Italia di C è fatta in trasferta: alla 3^ giornata del gironcino i rossazzurri ospitano l’Acireale. Ma il match… si gioca proprio ad Acireale. Nonostante i granata di Antonello Cuccureddu militino in C1, gli etnei di Gianni Mei ridicolizzano gli acesi con un poderoso 3-1 cagionato anche dalla disastrosa vena del portiere Marchioro. Un’autorete di Migliaccio e un gol di Matteo Rossi chiudono 2-0 la prima frazione. Ferrigno accorcia al 56° per i granata che sono senza tifo organizzato causa sciopero. Al 77° un rigore di Davide Faieta chiude i conti.
Nel frattempo il campionato di C2 ’97/98 è iniziato. Alla seconda di campionato, domenica 7 settembre ’97, Catania-Astrea si disputa nel moderno Pian del Lago di Caltanissetta. Quattromila spettatori con buona partecipazione nissena. Fondocampo ottimo, ma pomeriggio ventoso. L’undici rossazzurro gioca una gran partita sbloccando il risultato con Faieta, al 23°. Non la chiude e al 57° viene punito da un pareggio viziato da due errori non visti dall’arbitro Ambrosino di Torre del Greco: una rimessa laterale errata da cui nasce il passaggio per il ministeriale Crepaldi il quale segna, si, ma aiutandosi con una mano. Solo 1-1 al triplice fischio. In tribuna, però, fa sfoggio di sé l’immarcescibile Turi Massimino scortato dall’avvocato Enzo Ingrassia: l’ex dominus dell’ACR Messina vorrebbe rientrare nel calcio e assumere la diretta presidenza del club etneo. La trattativa pare a buon punto.
L’esilio rossazzurro termina a Giarre quattro giorni dopo, penultimo turno del girone di Coppa Italia C. Catania e Marsala si dividono la posta (1-1) davanti ad un migliaio di spettatori in un afoso giovedì pomeriggio settembrino. Tutto in 3 minuti: Malafronte per i padroni di casa al 21°, Spocchi al 24° per i lilibetani tra le cui fila annotiamo l’espulsione del baffuto e vincente tecnico Morgia. Catania eliminato dalla competizione.
Le due partite a Lentini, causa Nazionale
Sempre nella stessa stagione, si verificano altre sue “migrazioni“ forzate. Mercoledì 28 gennaio 1998 è una di quelle date da imprimere a fuoco nella storia dell’impianto di piazza Spedini: la Nazionale azzurra debutta finalmente a Catania in una gara amichevole contro la neonata Slovacchia. Biglietti introvabili, stadio ricolmo, passerella per volti noti cittadini. Il 3-0 azzurro (Ravanelli-Del Piero-Di Matteo tutti nel secondo tempo) ripaga le 681.970.000 lire di incasso dato da 23.921 paganti.
Ma c’è uno scotto da pagare. Il Catania, malmesso in classifica già di suo, avrebbe uno sfizioso doppio turno casalingo tra l’11 e il 17 gennaio contro Chieti e Frosinone. Ovviamente il Cibali è off-limits causa nazionale. Il “neutro cause logistiche” fa ricadere la scelta sull’Angelino Nobile di Lentini. La “cura-Gagliardi”, ovvero il nuovo tecnico subentrato a Gianni Mei, sembra assomigliare ad un digiuno ramadanico. Contro il Chieti allenato da Carlo Florimbi (in seguito artefice della promozione in B dell’FC Messina) matura un rabbioso 0-0 coi rossazzurri rimasti in 10 già al 35° per il rosso al perno Furlanetto. Se è possibile il match di nemmeno una settimana dopo contro il Frosinone, sempre a Lentini, è ancor più scialbo e la rabbia dei tifosi tocca picchi irreali. Il gol di Lorenzo Intrieri a due minuti dalla fine fa vincere la partita ad una squadra senza forza, 1-0.

2000: Catania-Fermana 5-2 a Caltanissetta
Nella prima casalinga della stagione 2000-01, il Catania torna al Pian del Lago, disputandovi il match contro la Fermana. Il Cibali, infatti, ha bisogno di interventi al manto erboso e contro i marchigiani si opta per l’esilio nisseno.
Finisce 5-2, con reti di Orfei (su rigore), Marino, Turchi, Passiatore ed Orfei (ancora su rigore) per i rossazzurri, Lemme e Bonfanti per i gialloblu. Da ricordare, la fuga del pubblico sotto la tribuna principale per ripararsi da un violentissimo temporale abbattutosi durante il match.
2002: Catania-Ascoli 1-1 a Caltanissetta
Chiudiamo la nostra carrellata sui campi neutri per cause logistiche con una partita di Serie B ’02/03. Le cause della temporanea “migrazione” sono qui quantomeno inedite: terremoto ed eruzione vulcanica dell’Etna del 2002. Il primo ha colpito duramente in particolare alcune zone dell’acese mentre la seconda ha “imbiancato” (ovvero “annerito”) la città di Catania rendendo pericolose le strade, insinuandosi dappertutto con il suo potenziale corrosivo. Il Massimino non è certo escluso, anzi: l’incerto e traballante Catania allenato da Maurizio Pellegrino ha in calendario un doppio turno interno a cavallo tra il 2 e il 5 novembre 2002 contro Ascoli (10^ giornata) e Napoli (recupero della 1^). Impossibile garantire le condizioni di sicurezza contro i marchigiani, pertanto la gara viene dirottata a Caltanissetta, stadio Pian del Lago, da alcuni anni sede gaucciana preferita per i match in campo neutro (però per squalifiche varie). Contro i bianconeri c’è bisogno di rimediare al catastrofico 4-0 di Trieste. Fini e compagni riescono a trovare il gol con un rigore di Lulù Oliveira a 17 minuti dalla fine. Non è una gran partita, ma contro la “bestia nera” Ascoli quei tre punti sono essenziali. In pieno recupero purtroppo Brienza e l’arbitro Bergonzi architettano un rigore che fa imbufalire Luciano Gaucci: Gaetano Fontana, autentico castigatore del Catania puntualmente nei finali di gara, pareggia dal dischetto per l’amarissimo 1-1 finale. Si giocherà invece regolarmente al Cibali tre giorni dopo.


Riepilogo
Catania-Brindisi 3-1 (a Giarre)
Catania-Gravina 0-3 (ad Acireale)
Catania-Acireale 3-1 (ad Acireale)
Catania-Astrea 1-1 (a Caltanissetta)
Catania-Marsala 1-1 (a Giarre)
Catania-Chieti 0-0 (a Lentini)
Catania-Frosinone 1-0 (a Lentini)
Catania-Fermana 5-2 (a Caltanissetta)
Catania-Ascoli 1-1 (a Caltanissetta)