Catania calcistica, dopo la rovinosa caduta in Serie B nell’estate del 1966, deve rimboccarsi le maniche e guardare avanti. Sei anni che avevano dato lustro alla città non possono essere cancellati con un semplice colpo di spugna. Si deve ripartire e per farlo è necessario cambiare.
La squadra è affidata al mister Dino Ballacci e in rossazzurro approdano parecchi volti nuovi, fra tutti, destinato a lasciare un segno nel tempo, la figura di Angelo Pereni.

Nato nel 1943 a Gorla Minore (distante appena sei chilometri da Busto Arsizio), aveva esordito con il Legnano in Serie C nel 1961, disputando 3 stagioni coi lilla, giocando a fianco di un giovane Gigi Riva, questi ancora lontano dall’essere parafrasato “Rombo di tuono” dal maestro Brera. Dopo le tre stagioni in Lombardia, Pereni si era trasferito ancora per un triennio in Piemonte al Novara; da qui l’arrivo in maglia rossazzurra.
Il primo anno a Catania
Dopo lo sfortunato esordio in Coppa contro la Lazio sul neutro di Bari, l’ora del campionato scocca proprio contro gli ex compagni azzurri novaresi in un match sciatto che termina sullo 0-0. Già alla seconda giornata, però, Angelo assaggia “l’amaro lucano”: due reti di Carrera decidono l’incontro del Cibali contro il Potenza, e a nulla vale la rete del nostro mediano, che peraltro durante le fasi dell’incontro è colpito con un pugno in pieno petto da Rosito, sul quale l’arbitro lascia correre.
Il buon Angelo ha modo comunque di prendersi la sua rivincita: la gara di ritorno del 12 febbraio in Basilicata si disputa in un campo ridotto ad un pantano dalla nevicata mattutina. A fine primo tempo Pereni, dopo aver intercettato un pallone, s’infortuna ruzzolando a terra. Nella ripresa rimane in campo per non lasciare i compagni in dieci schierandosi all’ala sinistra (come more solito si usa a quei tempi prima dell’introduzione delle sostituzioni per i giocatori di ruolo). I lucani, nonostante il vantaggio della prima metà di gara, devono cedere al disperato tentativo sul finire dell’incontro nel quale il nostro uomo, pur zoppicante, riesce a mettere in rete per il più clamoroso dei pareggi.

Sei stagioni da protagonista
Il primo campionato di Angelino si conclude positivamente con 35 presenze e 3 reti (due nelle sfide col Potenza ed una contro il Pisa). Il Catania ottiene il terzo posto a pari punti con il Catanzaro del grande ex Di Bella, ma sono i calabresi ad andare in A con Sampdoria e Varese.
Nelle due stagioni successive Pereni diventa a tutti gli effetti il leader del centrocampo: 27 presenze con 2 reti nel 1967-68 e 37 presenze nel 1968-69, anche se i rossazzurri non sono brillanti e chiudono entrambi i campionati a metà classifica.
Nel 1969-70, il Catania passa ad Angelo Massimino. In panchina è confermato Egizio Rubino ed anche la rosa è mantenuta in blocco: Rado in porta, Cherubini, Limena, Strucchi, Reggiani, Montanari (appena tornato) e capitan Buzzacchera in difesa, Gavazzi, Vaiani, Cavallo Pazzo Bernardis e Pereni a centrocampo, Cavazzoni, Ventura, lo sfortunato Volpato e il neo-acquisto Bonfanti in avanti. Angelino gioca 36 partite mettendo a segno 3 marcature, tutte in casa: due all’inizio del girone di ritorno contro Arezzo (3-0) e Como (1-0) ed una ad aprile contro il Modena (2-0). La cavalcata trionfale si chiude a Reggio Calabria, con la storica vittoria del 14 giugno 1970 che sancisce la promozione in Serie A.
Angelo Pereni è confermatissimo anche in massima serie, ma la squadra risulta mediocre e naufraga sin dall’inizio, chiudendo mestamente all’ultimo posto. Per il centrocampista saranno comunque 28 le presenze in campionato, a cui si aggiungono le due in Coppa Italia e le due in Mitropa contro il Celik Zenica (ultime due gare ufficiali europee del Catania).

L’ultima stagione di Pereni in rossazzurro è la 1971-72, in B, costellata dall’infinita serie di campi neutri dovuti ad alcune squalifiche del Cibali, che si chiude con un malinconico ottavo posto finale. Angelino ne gioca comunque 34 di partite tra campionato e Coppa.
In totale, sono 199 le presenze di Pereni in rossazzurro:
– 192 in campionato, con 8 reti
– 5 in Coppa Italia
– 2 in Coppa Mitropa
Gli ultimi anni di carriera e l’avventura da allenatore
Nell’estate 1972 salutano in tanti. Angelino passa al Palermo fresco di promozione in Serie A, ma vi resterà solo per una stagione. Pro Vercelli e Legnano (che l’aveva battezzato nel mondo del calcio) le restanti tappe della sua carriera da professionista, per poi appendere le scarpette al chiodo con la Virtus Villa in Promozione.
Intraprenderà poi la carriera da allenatore: la prima panchina sarà quella del Giulianova, mentre a Como toccherà il vertice più alto subentrando a Marchesi nel 1988-89 (stagione che però si conclude con la retrocessione). In seguito sarà “vice” in altre squadre di blasone, tra cui Torino, Cagliari, Atalanta e Lecce (qui anche con una breve parentesi da “primo” in A nel 1997-98, tra l’esonero di Prandelli e l’arrivo di Sonetti).
Tra il 2011 ed il 2014, infine, sarà vice-commissario tecnico della Nazionale albanese guidata da Gianni De Biasi.
Ieri, venerdì 11 settembre 2020, Angelino se n’è andato dopo una lunga malattia per raggiungere gli aurei campi dove potrà rigiocare con “Cicci” Limena, Lino Bonfanti e Guido Biondi, altri beniamini mai dimenticati dal popolo rossazzurro.