30 marzo 1952, Catania-Monza termina col risultato di 3-0. Un ragazzino esordisce in prima squadra. Classe 1932, non ancora vent’anni compiuti per i quali bisogna aspettare il solstizio d’estate (poiché è nato il 21 giugno), gioca nel ruolo di un mostro sacro come Enzo Bearzot, del quale è riserva. Il giovanotto si chiama Luigi Marangolo, per tutti Gino. La squadra, nonostante il lusinghiero punteggio contro i brianzoli, non ha brillato, ma nonostante tutto Gino si è mosso bene.

“Nel grigiore generale, Marangolo è riuscito a volte a farsi luce,– Luigi Prestinenza su “La Sicilia” analizza la partita del nostro protagonista – e a superare l’emozione con lanci indovinati, e interventi abbastanza decisi a sostegno dell’attacco. Sappiamo che sa giocare molto meglio di così: smaltita la sbornia dell’esordio, il ragazzo può farsi strada come merita. Il primo passo è sempre quello più difficile”.

Nonostante la discreta prova fornita, il buon Gino sa bene però che scalzare Bearzot è una chimera per un ragazzino alle prime armi, così la società etnea lo piazza per una stagione (1952-53) all’Acireale a farsi le ossa insieme ad un nutrito gruppo di rossazzurri in prestito, che vanno a rimpolpare le file della squadra granata. Oltre a Marangolo vestono la maglia acese infatti Pistone, Savadori, Usberti, Campodallorto, Vazzano e Zega.
La squadra di mister Creziato che gioca in IV serie girone H, finisce mestamente all’ultimo posto retrocedendo in promozione. Gino disputa 20 partite condite da una rete nella sconfitta patita a Cosenza per 4-2. Un altro anno in prestito a Lentini e il rientro alla casa madre dove però non riesce a bissare più la presenza di due stagioni prima in Serie B, giocando perlopiù coi cadetti nel campionato riserve.
Va bene così, dunque. Gino ha la testa sulle spalle, il calcio è stata una bella esperienza, ma c’è qualcosa di più impegnativo da fare, come mandare avanti l’azienda di famiglia della quale entra a far parte a 29 anni, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza.
“Mio nonno Giuseppe si trasferì qui da Messina dopo il rovinoso terremoto nel 1908, continuando l’attività di noleggi nonché di bunkeraggio per rifornire le navi che andavano a carbone.”
Raccontava così ad Angelo Scorza di Ship2Shore, rivista online dedicata ad economia del mare e dei trasporti.
“Il nostro ufficio storico era in Via Ventimiglia 12, telefono 12 2 11, a due passi dal porto; poi negli anni ’70 ci siamo trasferiti nella centralissima Piazza della Repubblica. Combinazione lì a fianco c’erano gli uffici di Alitalia, ed ecco come cominciammo l’attività di agenti di viaggio anche per le compagnie aeree perché eravamo già dal 1950 gli unici agenti di viaggio a Catania rappresentando le navi passeggeri del Gruppo Finmare.”
Marangolo diventa uno degli operatori portuali principali della città e si dimostra imprenditore illuminato, la cui opera tutt’oggi è tangibile. Marimport, Femar, Marangolo Viaggi sono le società che compongono l’assetto del suo gruppo imprenditoriale.
Oltre al successo nel campo del lavoro, non manca di essere una persona generosa: è lui il fautore della Fundación Luigi Marangolo, una Onlus impegnata nella ricerca di beni per la comunità dominicana.
Il buon Gino si è spento lunedì 20 luglio alla veneranda età di 88 anni compiuti, lasciandoci in dote i suoi insegnamenti, e la caparbietà di un ragazzo catanese che magari non ha sfondato nel calcio, ma nella vita ha certamente ottenuto mille successi.