Una panoramica sugli sponsor tecnici che hanno “vestito” il Catania dal 1979 a oggi. Questo articolo un po’ insolito nasce dalla suggestione provocata presso chi scrive da una serie di scritti e testimonianze del compianto Oliviero Beha circa una coincidenza che lega il grande calcio al cosiddetto “sponsor tecnico”: l’Italia Campione del Mondo 1982, la Francia vincitrice dell’Europeo ’84 e l’Argentina Campione del mondo 1986 vestivano tutte Le Coq Sportif. Beha sosteneva che la “coincidenza” di una triplice vittoria di fila in soli 4 anni fosse davvero fin troppo strana, anche se andrebbe fatto notare che le tre Nazionali sopracitate schieravano alcuni dei calciatori più celebrati dell’intera storia del calcio di tutti i tempi.
Tanto basta per farsi contagiare da un’autentica mania circa quel “marchietto” che compare sulle casacche calcistiche in posizione tendenzialmente “strategica”. Un tempo la presenza di un marchio piuttosto che di un altro poteva agli effetti fare la differenza circa il “rango” che istintivamente si attribuiva ad un club calcistico.
Premessa: l’avvento degli sponsor tecnici in Italia
Il Catania, come molte altre squadre italiane, per moltissimi decenni sfoggiò divise di gioco completamente intonse dalle quali era dunque impossibile risalire alla “factory” o più probabilmente alla piccola sartoria che le aveva quantomeno assemblate se non disegnate.
La svolta, “l’anno zero” del calcio italiano è la stagione 1981/82: via libera da parte della FIGC alla comparsa di uno sponsor vero e proprio sulle maglie dei club. Ciò spinse le grandi case di abbigliamento sportivo a incrementare la presenza nei campionati di calcio; e dato che da quel momento il loro marchio entrava in competizione col main sponsor, bisognava farlo ben visibile.
Non è certo un mistero che gli anni ’80 siano stati anche una sotterranea guerra di sponsor tecnici che si accaparravano o la quantità maggiore di squadre o quelle 3-4 che avrebbero presumibilmente primeggiato in massima serie. Se la NR vestiva il Napoli di Maradona, Robe di Kappa era la seconda pelle di Michel Platini e tutta la Juve. Per non parlare delle factory straniere: come la Uhlsport che vestì l’Inter campione d’Italia col Trap o la tedesca Adidas che fa il pieno in tutte le ere, finendo con le invidiatissime casacche “anglofone” firmate Umbro della Lazio anni ’90.
I primi sponsor tecnici del Catania: da NR ad Adidas
Nel campionato 1979/80 sulle maglie della società catanese comparve il piccolo marchietto di NR (fondato da Nicola Raccuglia ed in gran voga in quel periodo, fino all’apice, come detto, col Napoli scudettato).
L’anno successivo, dopo l’inizio di stagione sempre con NR, subentrò Lemon&Soda (grazie a Fabio Sciuto per la segnalazione). Le due foglioline verdi, infatti, comparvero in una curiosa maglia con petto diviso in orizzontale da due colori e maniche a righe, in due versioni: maniche lunghe con colletto a polo e un azzurro tendente al blu per il periodo invernale; maniche corte con colletto girocollo e un azzurro chiaro per il periodo primaverile.

Nella stagione ’81/82, invece, il Catania indossò divise di gioco della Bobos che calzarono dunque le larghe spalle della nuova coppia-gol Cantarutti-Crialesi. Mancava ancora uno sponsor vero sulle maglie, comparso poi a campionato inoltrato la stagione successiva.
Nel 1982/83, quella dei “40 mila dell’Olimpico“, sulle casacche del club di piazza Spedini campeggiava la scritta in giallo della casa dolciaria tedesca Haribo. Nel frattempo c’era un nuovo sponsor tecnico, la Degi. Si trattava di una sartoria sportiva storicamente legata ai club del profondo sud calcistico: compare, negli anni successivi, anche sulle maglie di Cosenza, Catanzaro e Messina in periodi di grande ascesa delle stesse.

Dal 1983/84 al 1986/87 il Catania entra nella grande famiglia di una “major” del settore: la Adidas. Quattro anni di contratto per tutto il materiale tecnico rossazzurro. Sulle maglie ovviamente campeggia il famosissimo trifoglio stilizzato e sulle spalle e maniche le tre striscette parallele. La Adidas è stata fondata nel lontano 1924 dai fratelli Adolf e Rudolf Dassler nella città bavarese di Herzogenaurach. Curiosamente, all’inizio era solo una fabbrica di scarpe sportive ed ebbe l’onore di calzare il piè veloce di un certo Jesse Owens a Berlino ’36. Tra il ’48 e il ’49 i due fratelli Dassler si divisero e Rudolf fondò la Puma.
Gli anni rossazzurri con Adidas videro alternarsi come main sponsor prima l’ormai scomparsa catena di supermercati S7, poi il pastificio mazarese Poiatti, l’immobiliaria CasaMercato e infine il gruppo assicurativo Eurass.

Gli sponsor minori degli anni Novanta
Il ritorno del Catania in Serie C1 recide il cordone col grande circo del calcio. Per il materiale sportivo ci si riaffida anche a factory locali: dal 1987 al 1989 c’è Latas.
Per la stagione 1989/90 è la Icos a vestire il Catania di D’Ottavio, Ghezzi e Cipriani. La Icos è anche sponsor tecnico di altri team siciliani. Per la stagione ’90/91 sulle camisetas dell’Elefante appare il logo della SG.

La stagione dopo, nuovamente Icos, mentre il Catania ’92/93 (quello del ritorno di Massimino, di Bianchetti allenatore e dello 0-2 della Favorita) presenta maglie della ABM, una maison molto attiva in quegli anni con tantissimi club in A e B. Nei due anni di “Purgatorio” calcistico, tra Eccellenza e CND, il Catania veste California.

Da un’èra calcistica ad un’altra: stagione ’95/96, Catania fresco fresco di promozione in C2. La Devis Sport disegna le casacche nuove fiammanti svecchiando il vetusto schema stilistico “strisce e colletto classico”. Lo sponsor Tamoil sembra prefigurare un rapidissimo ritorno al calcio che conta (la Devis aveva squadre in Serie B).
Invece bisogna leccarsi le ferite per il gravissimo lutto della scomparsa di Angelo Massimino, che appare come singolare sponsor sulle maglie del Catania ’96/97 griffate Admiral: questa era una gloriosa sartoria sportiva britannica che aveva vestito tra le altre le maglie rossonere del Foggia di Zeman.
Il triennio rossazzurro con Puma
Si chiude questa fase e la squadra etnea torna idealmente a… Herzogenaurach, stavolta sponda Puma con un contratto triennale che segna la fine della gestione degli eredi Massimino: dal 1997/98 al 1999/00. Sono anni segnati dall’indimenticabile promozione in C1 col gol di Roberto Manca al 92° contro il Messina. Il binomio “Puma-Catania” sembra molto calzante dato che la casata tedesca si pone sul mercato come simbolo degli “emergenti”, dei non titolati, di chi chiede spazio nel mondo dello sport.

Galex, il marchio dei Gaucci
Maggio 2000: la famiglia Gaucci sbarca a Catania e si presenta durante una chiassosa serata al palazzetto di piazza Spedini. Sono talmente potenti da avere un loro sponsor tecnico personale: la Galex, acronimo del proprietario Alessandro Gaucci, figlio di patròn Luciano e fratello di Riccardo, il nuovo presidente del Catania. Il legame “Galex-Catania” si protrae per cinque lunghe annate dalla stagione 2000/2001 alla 2004/05. Il logo è una sorta di X stilizzata che ricorda un calciatore ripreso in posa plastica. Vestono Galex tutte le squadre della “scuderia” Gaucci: Perugia e Catania, ma anche Sambenedettese e Viterbese. E in quegli anni anche Arezzo, Ancona ed Ascoli pur non facendo parte del “gruppo”. Il materiale è ottimo, ma più di qualcuno storce il naso allorquando si scopre che pur essendo nel frattempo diventato Nino Pulvirenti il nuovo proprietario del Calcio Catania, c’è da assolvere l’ultimo anno di contratto con la Galex per la stagione 2004/05.

Arrivano Legea e la Serie A
Al quinquennio Galex segue un altro quinquennio con una giovane factory di abbigliamento sportivo scelta dalla società del direttore Lo Monaco: è la Legea, fondata nel 1993 a Pompei dai fratelli Acanfora. Dal 2005/06 al 2009/10 il Catania è marchiato dalle soluzioni stilistiche della specializzata casa campana. A parere di chi scrive, la maglia da trasferta 2005/06 è la più bella mai realizzata come seconda divisa del Catania. In generale, il marchio Legea lega ricordi indelebili: la promozione in A, le salvezze, la semifinale di Coppa Italia, lo 0-4 di Palermo ed il 3-1 all’Inter.

Da un Acanfora all’altro: ecco Givova
Quello con la Legea sembrava poter essere un matrimonio di lunga durata e invece dalla stagione 2010/11 da Pompei ci si sposta a… Scafati, sede della Givova: fondata appena nel 2008 da Giovanni Acanfora, uno dei tre fratelli della Legea che aveva deciso di mettersi in proprio. La Givova ha da subito un buon successo tra le squadre di calcio italiane dando vita ad un simpatico derby in famiglia. Non solo calcio, anche perché Scafati è una delle capitali meridionali del basket italiano.

Givova traghetta la Catania del pallone dalle stelle alle stalle: dalla stagione 2010/11 alla 2014/15, ancora un quinquennio. Dai campionati-record con Vincenzo Montella (2011/12) e Rolando Maran (2012/13) alle due retrocessioni che conducono il sodalizio dalla A alla Lega Pro in un anno. Un periodo tumultuoso con eventi che si succedevano apparentemente senza gravi conseguenze: l’inaugurazione di Torre del Grifo, l’addio di Lo Monaco, la brevissima stagione di Sergio Gasparin e l’infausto approdo di Pablo Cosentino.

Il biennio con Macron
L’inchiesta “I Treni del gol” del giugno 2015 è la pietosa deadline rossazzurra. L’estate rovente è un vero incubo per gli aficionados catanesi, trascorsa tra carta bollata, vaticini di fallimenti e attese di punizioni sportive draconiane. Quando si torna in campo a Matera per esordire in Lega Pro 2015/16, lo sponsor tecnico è nuovo: Macron. Cosa ha indotto il club del plurisqualificato Pulvirenti ad affidare la sponsorizzazione tecnica allo storico marchio di Valsamoggia fondato nel 1971? Forse la solida amicizia con Claudio Lotito, presidente di quella Lazio da anni punta di diamante della scuderia Macron? Molti tifosi credono che ci possa essere un legame. Sta di fatto che con la Macron il feeling si esaurisce alla seconda stagione di Lega Pro, la 2016/17, tristemente famosa per i grotteschi cambi di allenatore (da Rigoli al brevissimo e misterioso interregno di Mario Petrone fino a Giovanni Pulvirenti) e l’eliminazione immediata ai play-off per mano della Juve Stabia.
Il ritorno di Lo Monaco e di Givova
Con il ritorno a furor di popolo di Pietro Lo Monaco, quale il materiale tecnico-sportivo rossazzurro torna a parlare campano. Anzi: si torna proprio a Scafati e dunque dalla Serie C 2017/18 è di nuovo Givova a campeggiare sulle divise nel frattempo riempite di sponsor in ossequio alle recenti possibilità offerte dalla Lega di C in materia.
Con l’avvento della SIGI (Sport Investment Group Italia S.p.A.) alla guida del Catania, mutano anche tanti aspetti in ambito di marketing. Non si fa però in tempo a cambiare fornitore tecnico e così anche per il 2020/21 è Givova a fornire i rossazzurri. Con 9 campionati complessivi si laurea come il più longevo fornitore di materiale sportivo della storia del Calcio Catania.
Nike con Linea Oro Sport
Nell’estate 2021/22 SIGI decide di cambiare sponsor tecnico. Approfittando di ritardi nella fornitura da parte di Givova, viene stralciato il contratto con i campani e si passa a Linea Oro Sport, rifornitore del marchio Nike. Per la prima volta, quindi, lo Swoosh (il celebre baffo della società statunitense) campeggia sulle maglie etnee.
La prima maglia presenta strisce rossazzurre particolari (effetto pennellato e altezze diverse, a richiamare il contorno del vulcano); ma è l’unica vera personalizzazione di tre divise che – complici anche i tempi ridotti per realizzarli – sono sostanzialmente completini “da catalogo”. Apprezzabile, tuttavia, l’attenzione riposta da Linea Oro al marketing e a tutto il materiale tecnico. L’esperienza si chiude presto, visto il fallimento dei rossazzurri ad aprile.
Il nuovo Catania e l’avvento di Errea Sport
Con la nascita del Catania SDD si apre un nuovo ciclo. L’arrivo in società di Luca Carra porta alla scelta come nuovo sponsor tecnico di Errea Sport. Non è un caso, visto che il nuovo Direttore Generale etneo è stato per anni all’interno dell’area marketing del marchio d’abbigliamento parmense. Per l’esordio stagionale in Coppa Italia di D le maglie non sono ancora pronte, quindi a San Cataldo i rossazzurri scendono in campo con una maglia bianca da catalogo, impreziosita da logo e sponsor.
La prima e seconda divisa ufficiali vengono svelate alla tifoseria quasi un mese dopo, in occasione della Festa rossazzurra tenuta al “Massimino” il 13 settembre, pochi giorni prima dell’avvio del campionato. La terza maglia, nera con texture che richiama la lava dell’Etna, viene presentata tempo dopo e diventa gettonatissima dai tifosi.

Tornata in Serie C, la società – nel frattempo ribattezzata Catania FC – mantiene la positiva collaborazione con Errea Sport, presentando le nuove divise direttamente sui profili social con campagne promozionali molto ben studiate. La prima maglia torna a righe sottili, con colletto e polsini neri (molto simile a quella Bobos del 1980/81, come abbiamo ricordato in questo post), mentre la seconda è bianca con un particolare motivo che richiama la neve sulla roccia vulcanica e con un “flusso” magmatico rossazzurro che la attraversa sopra e sotto.
Tutti gli sponsor tecnici del Catania
Articolo aggiornato il 6 agosto 2023.