Al momento stai visualizzando Gangi, il Matera e la tribuna “ceduta” ai tifosi rossazzurri

Ricorre oggi il venticinquesimo anniversario di Gangi-Catania, storica partita della promozione in C2 degli uomini di Busetta che, dopo una galoppata trionfale, sancì il matematico salto tra i professionisti proprio all’ultima giornata di campionato.

“Venticinque anni fa invadevamo il tuo paesino”. Inizia così la “whatsappata” di stamattina con il mio caro amico Mario, gangitano doc, che cita sempre con orgoglio il premio Borgo dei Borghi vinto da Gangi nel 2014.

All’epoca della partita del ’95 Mario non aveva neanche due anni (ed io ero poco più grande), così gli vorrei girare il bel video di CalcioCatania.com che ripercorre quella memorabile partita, diventata leggendaria per i colori rossazzurri. In apertura, però, compare una frase:

Giunsero a Gangi, in mezzo a quelle montagne, quattromila rossazzurri che sbolognarono i tifosi di casa: “Andate lì, nella collinetta, quei posti in tribuna sono nostri”.

La frase non mi piace molto, mi sembra un po’ irrispettosa, non vorrei che Mario possa infastidirsi. Così contatto Salvatore di CalcioCatania.com per chiedere delucidazioni: “Salvo, ma la frase del video chi la disse?”. “Emanuele, la disse mister Angelo Busetta in un’intervista di alcuni anni fa. In effetti è un po’ brusca, ma immaginala detta con il tono colorito ed ironico del caro allenatore etneo”.

Ma quanto c’è di vero in quelle parole? Della trasferta di Gangi si è parlato tanto, soprattutto negli ultimi tempi in cui Pietro Lo Monaco ha in qualche modo minimizzato numeri e significati di quell’esodo. Ma ci sentiamo di smentire l’ex ad del Catania: quel giorno c’erano davvero migliaia di catanesi (oltre 2500 racconta la cronaca)!

Del resto, era più o meno quella la capienza dell’unica tribuna del Raimondi di Gangi. Ed è vero che i tifosi locali videro la partita dalla collina di fronte, lasciando l’intero settore ai supporters giunti da Catania.

Ma i biancorossi furono davvero sfrattati? E in quali termini? Me lo chiedo da tempo, e neanche chi c’era sa risolvere in modo definitivo la questione. C’è chi dice sia stata un’invasione pacifica, chi dice che ci furono tensioni.

Facendo ricerche, però, è emerso un aneddoto che sembra risolvere l’enigma. Sulle pagine de La Sicilia, nei due giorni precedenti alla partita, i giornalisti Nuccio Schillirò ed Ivan Mocciaro raccontavano i preparativi ed il clima che si respirava tra le via di Gangi prima dell’attesissimo match, in cui per i locali c’era in ballo una difficilissima salvezza (in una corsa a tre con Cariatese e Canicattì).

In un articolo del 13 maggio, cioè del giorno della partita, si legge testualmente:

“Ieri si è svolto un incontro tra il tifo organizzato (del Gangi) e la società. Gli ultrà hanno deciso “di non assistere all’incontro dagli spalti, ma dalla montagna di fronte lo stadio – ci riferisce Marcello Giuffrida, accanito tifoso biancorosso – e la nostra scelta è dovuta ad una sorta di scaramanzia; difatti, nello spareggio contro il Matera, i tifosi ospiti si posizionarono in quella postazione e uscirono vincitori dal confronto.”

Il riferimento è allo storico match del 1990/91, quando il Gangi, vincitore del girone di CND, si giocò la promozione in C2 contro il Matera. L’andata finì 2-0 per i lucani. La gara di ritorno giocata in Sicilia vide un numero incredibile di spettatori e gli ultras ospiti si posizionarono in montagna, tifando con striscioni, tamburi e fumogeni come se fossero in gradinata. Finì 0-0, segnando la fine dei sogni di gloria della tifoseria gangitana, la cui squadra ha comunque disputato altre quattro stagioni indimenticabili in Interregionale e tante altre importanti nelle categorie inferiori.

La scaramanzia, dunque, nel ’95 portò volontariamente i tifosi biancorossi a cedere l’intera tribuna ai rossazzurri. Fino alla mattina, i biglietti venduti agli ospiti erano stati appena 1200 (e per tale motivo il presidente Restivo non autorizzò la diretta televisiva), ma tanti altri furono venduti nelle ultimissime ore e, c’è da scommetterci, altrettanti entrarono allo stadio senza tagliando. Del resto, le immagini parlano chiare: non c’era neanche un angolo libero all’interno del Raimondi!

La storia poi la conosciamo: Drago, Mosca ed Ardizzone confezionarono il 3-0 vincente per gli etnei, centrando la promozione e condannando i locali ad una triste retrocessione.

Ma – malgrado l’atmosfera certamente tesa – quella sulle tribune fu comunque una festa del tifo, senza “sbolognamenti” di forza e senza scontri. Ci fu qualche malumore per la diretta tv negata ma, nel complesso, il clima fu corretto e cordiale, concluso con la festa negli spogliatoi rossazzurri.

Biglietto di Gangi-Catania
Un biglietto di Gangi-Catania

 

Epilogo. A Mario il video alla fine lo mando; lui lo guarda commosso: quel Gangi dei miracoli è rimasto nella storia e quelle due drammatiche partite (Matera e Catania, apice e declino della militanza in CND) regalano comunque attimi di emozione ad un paese che, ancora oggi, ha una profondissima passione e tradizione calcistica.

 

 

Classe '90, laureato in Internazionalizzazione delle Relazioni Commerciali, è il fondatore di "Quelli del '46", nonché l'ideatore del murale del Cibali. Si occupa quotidianamente di comunicazione e marketing, con un occhio particolare alla mobilità sostenibile, alle energie rinnovabili ed allo sport.