I lupi irpini tornano nella tana degli elefanti a sette mesi dall’ultima volta: finora a referto 17 confronti in casa rossazzurra, tre dei quali disputati in campo neutro.
La prima volta, unico successo irpino
La prima partita ufficiale risale al torneo di C ’48/49: il 4 novembre 1948, sesta di campionato, i biancoverdi compiono un blitz al Cibali espugnandolo per 0-1. Di Morgia alla mezz’ora la rete del successo.
Com’è noto, in quella stagione il duello Catania-Avellino diviene un romanzo tinto di giallo: le due compagini terminano alla pari in testa al girone. Si disputa a Milano uno spareggio vinto dall’Avellino. Il presidente rossazzurro Lorenzo Fazio, a fine gara, anziché disperarsi dichiara che la promozione in B arriverà lo stesso ma a tavolino: il cosiddetto “caso Staffieri” scoppiato in piena estate causa il declassamento degli irpini e la conseguente promozione in cadetteria del Catania: Staffieri, calciatore in forza al club campano, aveva denunciato casi di corruttela orditi dal proprio club di appartenenza.
Le grandi sfide degli anni Settanta
Biancoverdi e rossazzurri incroceranno le loro strade soltanto un quarto di secolo più tardi, nella stagione ’73/74, Serie B. A questo punto, però, occorre fare un lungo passo indietro.
L’US Avellino è stata fondata nel lontano 1912. Soltanto nella stagione ’45/46 riesce ad approdare in Serie C dopo oltre trent’anni di oscura storia pedatoria. Nel 1949, come sopra citato, una nuova cesura negativa: il declassamento al torneo di Promozione. Il ciclo nero diventa un calvario e culmina nel 1953 con uno spareggio per il salto in C perso contro la Carbosarda. Il “fuoco di Sant’Elmo” compare finalmente sui pennoni dello stadio irpino soltanto nel 1973: prima promozione in Serie B della storia. Da lì parte una incredibile e fiabesca scalata al calcio nazionale con la conquista della Serie A nel 1978 e i 10 campionati consecutivi in massima serie punteggiati da figure illuminate come il dirigente-presidente Pierpaolo Marino, gli allenatori Ottavio Bianchi e Luis Vinicio, il calciatore Juary.
Torniamo al torneo di B ’73/74: il 21 aprile 1974 un Catania ormai disperato affronta l’Avellino sul neutro di Palermo a 8 giornate dalla conclusione. Un rigore di Spagnolo al 67° risolve la contesa davanti al pubblico palermitano che per una volta sostiene con calore i “nemici” di sempre.
Angelo Massimino da poche settimane è tornato a ronzare intorno al club rossazzurro, richiamato a gran voce da un ambiente deluso dalla gestione Coco. Quel giorno alla Favorita, il futuro “presidentissimo” fa di tutto per rivitalizzare una squadra allo sbando: ivi incluso inscenare una lite con i calciatori avellinesi dopo il gol del vantaggio rossazzurro.

Il 9 gennaio 1977 è ancora Spagnolo su rigore a firmare l’1-0 etneo sull’Avellino, stavolta però tra le mura amiche di piazza Spedini. Come il precedente, anche questo successo prelude ad un capitombolo rossazzurro in Serie C.
Quella volta in Serie A sul neutro di Messina
Del periodo aureo biancoverde in Serie A si è detto sopra. L’unico precedente in massima serie è di quell’epoca: 11 marzo 1984, 22a giornata, campo neutro lo stadio Giovanni Celeste di Messina. Uno dei tanti match giocati fuori casa a causa delle intemperanze di una tifoseria angustiata per vedersi scivolare rapidamente via l’ambito traguardo della Serie A. L’atmosfera sotto i Peloritani è elettrica. I messinesi fanno combutta con quelli dell’Avellino per un “gemellaggio” che durerà anni. Sul campo, al vantaggio rossazzurro ad inizio ripresa di Andrea Carnevale fa seguito l’1-1 al 63° di Geronimo Barbadillo, leggendaria ala destra peruviana, diventato involontariamente icona di un intero decennio vissuto e rivissuto ancora oggi.
Anni ’90
Lo stellone che aveva guidato lo storico sodalizio irpino si offusca. Piombati in C1, i “lupi” esordiscono proprio a Catania domenica 30 agosto 1992, prima di campionato. Circa 8.000 tifosi si radunano al Cibali sottraendosi ad una piacevole domenica al mare. Angelo Massimino, all’ennesimo “ritorno” a furor di popolo, è riuscito a far riaprire parzialmente anche la Tribuna B durante un’estate nella quale si era anche insistentemente parlato di fallimento societario, per fortuna scongiurato.
Sul terreno di gioco i biancoverdi del compianto Adriano Lombardi sembrano a loro agio contro un Catania rimaneggiato, scesco in campo con una maglietta “sperimentale” e non con le solite strisce rossazzurre. Vantaggio ospite con Catelli al 20′, pari di Cipriani al 36′. L’arbitro Lana di Torino lascia in 10 gli ospiti per un rosso ad Esposito a fine primo tempo. Nella ripresa l’ingresso di Nunzio La Torre mette le ali al team del Vulcano. Al 66′ Sandro Susi trova il 2-1 e salva sulla linea il possibile pari. Poi segnano Pelosi, Cipriani dal dischetto e La Torre: 5-1! Per i ragazzi di Salvo Bianchetti è l’apoteosi davanti ad un incredulo pubblico rossazzurro.
Sul quotidiano La Sicilia del giorno successivo, viene dato spazio all’agitatissimo pre-partita vissuto nella zona varchi accrediti stampa: lo stesso Massimino li ha presidiati litigando furiosamente con alcuni giornalisti di testate nazionali e locali.
La doppia sfida nel 2001, con la semifinale playoff
Anni più recenti ci portano a confronti tra le due compagini avvenuti durante l’èra Gaucci: l’8 aprile 2001 il Catania è in piena rimonta guidato da Vincenzo Guerini in panchina. L’Avellino di Aldo Luigi Ammazzalorso (singolare figura di allenatore-eremita, metà abruzzese metà argentino. Reso famoso dalla promozione in C/1 del L’Aquila) è la rivelazione del torneo: con Michele Fini e Peppe Mascara gioca un calcio veloce e spettacolare, tanto che le cronache sportive nazionali lo pongono su un piano paritetico rispetto alla Roma di Fabio Capello che sta dominando la Serie A. Al Cibali (in attesa di intitolazione ufficiale ad Angelo Massimino) finisce 0-0 con gli irpini padroni del campo anche quando Carlucci di Molfetta spedisce sotto la doccia il biancoverde Pisciotta, appena al 67°.
La musica cambia poche settimane dopo, il 4 giugno 2001, ritorno semifinali play-off: 20.041 paganti, 508.880.000 lire di incasso. Un tifo assurdo in Curva Nord, Curva Sud, Tribuna B. Il Catania ha la fortuna di sbloccare subito al 12°: punizione di Criniti, testa del glaciale Cordone, l’uomo dai gol pesantissimi. 1-0. Peppe Mascara è marcato da Zeoli e Baronchelli e all’uscita del primo da Gennaro Monaco in coppia con “Baronca”. Il pari qualificherebbe i biancoverdi che non mollano mai. L’1-0 sta bene al Catania, ma Ambrosi, su un contropiede centrale coast to coast, scarta il portiere Sansonetti e deposita sotto la Curva Nord in estasi: minuto 77, 2-0 definitivo. Catania in finalissima contro il Messina.
Assurdo episodio a fine gara: sarà stata forse la troppa attesa di un pubblico a secco di calcio importante da 14 anni, ma in Curva Nord lato Tribuna A, una grossa parete divisoria in plexiglass viene abbattuta e distrutta cadendo sulla pista. Il Comune chiede i danni. Fatto sta che la parete viene ricomprata e rimontata in pochissimo tempo data la disputa della finale d’andata, ancora in casa appena sette giorni dopo.
La tripletta di Eddy Baggio nel 2001/02
La stagione successiva, ancora in C1, l’Avellino dei miracoli è stato smembrato. Fini, De Martis e Sansonetti ora giocano col Catania. Mascara è in B. Il 23 dicembre 2001 i rossazzurri regolano gli irpini con un poderoso 3-1. È la giornata d’esordio in panchina per Pietro Vierchowod. Il suo Catania, in tenuta nera, gioca e diverte malgrado il freddo e scuro pomeriggio. Tripletta di un Eddy Baggio in grande spolvero. Mister Vierchowod, accompagnato dal fido Fausto Salsano, a fine gara in conferenza stampa gioca con un’arancia parlando pacatamente ma con entusiasmo della partita. Il suo stile e il suo sincero entusiasmo non gli basteranno per evitare la scura gaucciana ad una manciata di gare dalla conclusione.
Tre vittorie di fila in B
Il resto è storia recente: il 12 giugno 2004, sul campo neutro di Crotone, un 2-0 firmato Padalino-Mascara nella porzione finale di gara chiude una lunghissima stagione durata 46 giornate. I rossazzurri da poche settimane passati nelle mani di Nino Pulvirenti (quella contro gli irpini è la sua prima storica vittoria da presidente) hanno sì centrato lo storico traguardo del maggior numero di punti in una stagione, ma nell’anno di Messina e Palermo promossi in A.
C’è poi il 2-0 dell’anno della promozione del Catania in A: 1 ottobre 2005, reti di Spinesi su rigore e di Orazio Russo. Nella foto in alto, la stretta di mano tra i due capitani, davanti all’arbitro Tombolini (tratta da CalcioCatania.com).

Il penultimo precedente è datato 29 marzo 2015, 33a di Serie B. Vincono i siciliani 1-0 con una rete di Calaiò su rigore al 43°. Gli etnei sono sospinti da 13.273 tifosi chiamati a raccolta dalla Nord con tanto di coreografia. L’Avellino di Rastelli è in zona promozione e ha ben 17 punti in più in classifica, Pietro Terracciano (10 in pagella) para l’impossibile impedendo agli ospiti il meritato pari. A fine gara, mister Marcolin si presenta con una sciarpona al collo: «È quella indossata da Mihajlovic nel 2009/10! Me l’ha data il presidente, non la toglierò più».

Doppio 3-1 nelle ultime due stagioni, con doppiette dei numeri 7
L’US Avellino 1912 cessa di esistere nel 2018, ripartendo dalla Serie D con una nuova matricola. Due anni dopo, il 22 gennaio 2020, Catania-Avellino si affrontano nel recupero della 1a giornata di ritorno di Serie C. È la prima partita dopo il recente addio a Lodi e dopo la certificazione della crisi nera di Meridi, da poco in amministrazione straordinaria. La tifoseria è indignata e contro gli irpini lo stadio è desolatamente vuoto. Finisce 3-1: vanno avanti gli ospiti con Zurlo, dopo un batti e ribatti in area. La pareggia subito dopo Curiale. Nella ripresa, la risolve il numero 7 Sarno: prima su rigore all’80’ (fallo su Esposito) e poi con il tap-in al 93′.
Anche nel 2020-21 il match interno contro gli irpini arriva in un momento particolare: è il 21 marzo 2021 ed il Catania ha appena esonerato Giuseppe Raffaele, richiamando in panchina Francesco Baldini. I rossazzurri vanno subito avanti (già al 3′) con una punizione di Russotto deviata dalla barriera. A metà primo tempo raddoppia lo stesso Russotto dopo una bella azione iniziata da lui e finalizzata dopo il traversone di Piccolo. Sembra finita, ma allo scadere della prima frazione di gioco un clamoroso errore di Maldonado spalanca la strada agli attaccanti ospiti. Il portiere etneo Martinez non può far altro che stendere l’avversario e sul successivo rigore D’Angelo accorcia le distanze. La ripresa è vibrante, con la pioggia che nel frattempo cade ed allenta il campo. Gli etnei si salvano più volte sugli attacchi avversari ed in pieno recupero la coppia Welbeck-Manneh è abile a far scaturire un rigore, siglato da Sarao per il 3-1 finale.
Catania-Avellino: tutti i precedenti
1948-49 – Catania-Avellino 0-1 (Serie C)
1973-74 – Catania-Avellino 1-0 (Serie B, a Palermo)
1975-66 – Catania-Avellino 1-0 (Serie B)
1976-77 – Catania-Avellino 1-0 (Serie B)
1983-84 – Catania-Avellino 1-1 (Serie A, a Messina)
1992-93 – Catania-Avellino 5-1 (Serie C1)
1999-00 – Catania-Avellino 2-1 (Serie C1)
2000-01 – Catania-Avellino 0-0 (Serie C1)
2000-01 – Catania-Avellino 2-0 (play-off C1)
2001-02 – Catania-Avellino 3-1 (Serie C1)
2003-04 – Catania-Avellino 3-0 a tavolino (Coppa Italia)
2003-04 – Catania-Avellino 2-0 (Serie B, a Crotone)
2004-05 – Catania-Avellino 3-1 (Coppa Italia)
2005-06 – Catania-Avellino 2-0 (Serie B)
2014-15 – Catania-Avellino 1-0 (Serie B)
2019-20 – Catania-Avellino 3-1 (Serie C)
2020-21 – Catania-Avellino 3-1 (Serie C)
Vittorie Catania: 14 (una a tavolino) | Pareggi: 2 | Vittorie Avellino: 1
Reti Catania: 33 | Reti Avellino: 8
Articolo aggiornato il 20 ottobre 2021.