Se n’è andato, non senza far rumore, Giovanni Bertini. Personaggio sempre al limite, dentro e fuori dal campo, è entrato di forza nel cuore dei tifosi che lo hanno visto giocare. Per tutti “Giovannone” (oppure “Baffo”, suo altro soprannome), approdò in terra etnea nell’estate del 1976.
Romano de’ Roma, classe 1951, esordì in Serie A coi giallorossi nella sfida contro la Fiorentina, squadra che nel bene e nel male avrebbe segnato la sua carriera. Nella squadra della Capitale era perlopiù riserva; riuscì tuttavia a ritagliarsi il suo spazio, collezionando 29 presenze nei 5 tornei di militanza giallorossa, inframezzati da un campionato con l’Arezzo. Passò poi alcuni mesi a Taranto per fare ritorno in Serie A ad ottobre con la maglia dell’Ascoli neopromosso per la prima volta in massima serie, dove le sue 15 presenze contribuirono alla salvezza dei marchigiani. Il mister Carlo Mazzone credeva nei suoi mezzi a tal punto da volerlo con sé alla Fiorentina: la stagione 1975-76 contò 10 presenze tra i viola, le ultime in Serie A.
Si arrivò così al fatidico luglio del 1976, col Catania che versò 80 milioni nelle casse viola, ma Giovannone era deciso: “Mi spiace per i tifosi, ma al Catania non vado. Primo il sottoscritto non intende scendere in B se non per un club che aspira alla promozione, e non mi sembra il caso del Catania, secondo perchè a quanto ne so, ci sono giocatori che aspettano stipendi arretrati da 3-4 mesi, mi dovrebbero pagare il doppio di quanto prendevo alla Fiorentina per venire.” Convinto a forza dal dirigente viola Egisto Pandolfini, accettò a denti stretti il trasferimento.

“È più forte dello stopper dello scorso anno”, parola del tecnico Di Bella che finalmente dopo un infinito diktat poteva disporne. L’annata in Serie B, però, terminò malamente: il Catania retrocedette perdendo in malo modo a Brescia, all’ultima di campionato, lo scontro con la diretta rivale per la salvezza. Baffo Bertini rimase anche in Serie C per tre tornei da infarto, due persi al fotofinish ed uno vinto in pompa magna in quel di Reggio Calabria.
Stopper roccioso, marcatore deciso, spesso espulso anche per via del carattere irruento, un tiro al fulmicotone sui calci piazzati, che lo vide marcare 7 reti nei tre tornei di C1 in terra etnea. Dopo 89 presenze in maglia rossazzurra (84 in campionato e 5 in Coppa), a trent’anni si spostò a Benevento (sempre in C1), prima di chiudere la carriera con Almas Roma e Potenza.

Per dirla alla Vasco, Bertini è stato un tipo da “Vita spericolata”: tra gli anni ’80 e ’90 finì sui giornali per vicende extracalcistiche. In seguito diventò apprezzato opinionista per le TV romane, sempre pronto ad un’attenta analisi critica sulle gesta di Totti e compagni.
Ma non finisce qui. Eh sì, perchè per uno come Baffo la vita non è mai stabile e tranquilla. Nel giugno del 2016 gli venne diagnosticata la Sla: ancora una malattia tra gli ex giocatori della Fiorentina anni Settanta, che ha già visto soccombere i poveri Beatrice, Mattolini, Saltutti, Ferruccio Mazzola, Ugo Ferrante, Adriano Lombardi, Giuseppe Longoni. Una lista fin troppo lunga. Alla quale, in una livida giornata di dicembre, si è aggiunto Giovannone Bertini, dopo tre anni di sofferenze.