In occasione dell’amichevole contro il Giarre, rievochiamo un precedente di tanto tempo fa.
Grigia giornata quel 18 febbraio 1990. Grigia non solo meteorologicamente parlando, ma anche sotto il profilo della cronaca sportiva. Il Catania di Angelo Benedicto Sormani si reca nella vicina Giarre per sfidare i padroni di casa gialloblu, nella 4ª giornata di ritorno del campionato di Serie C1. Le due compagini vengono da una doppia sfida negli ottavi di Coppa Italia (1-1 a Giarre, 0-0 al Cibali).
Il Giarre è lanciatissimo nella lotta promozione, secondo a pari merito con Salernitana e Casarano, e distante soltanto un punto dalla capolista Taranto.
Di contro i rossazzurri sono una squadra sciatta e abulica (nelle ultime sei gare a segno solo una volta, peraltro su rigore, nella sconfitta patita a Brindisi) e il tecnico brasiliano subentrato da poco meno di un mese a Carmelo Russo ha non poche gatte da pelare, tra tifosi in piena contestazione e i giocatori in
disaccordo con la dirigenza.
Nonostante ciò l’ingresso al Regionale comincia sotto i migliori auspici, in un clima di fratellanza tra le due tifoserie. Applausi di stima reciproca e il coro “Giarre Giarre” intonato dai tifosi rossazzurri stanchi delle magre dei loro beniamini, evidenziano la scena degli spalti. “Odio Palermo” è il motto che fonda il gemellaggio tra le due tifoserie. Fa scena anche uno striscione che recita “Marini, D’Ottavio e Attaguile: due compari e un pollo”.
Prima del fischio d’inizio il capitano giarrese Biviano premia con una targa il presidente della regione Rino Nicolosi, accorso ad assistere all’incontro; presenti in tribuna tra gli altri gli atleti del Lokomotiv Mosca, invitato a partecipare nei giorni successivi alla tournée calcistica “Coppa Carnevale di Acireale”.
È la domenica del “No alla droga”, iniziativa a grande valenza sportiva e sociale, proposta dai padroni di casa.
L’aria da “volemose bene” che aleggia sullo stadio dura però appena un quarto d’ora. Corre il minuto 14 quando Biviano, in un’azione di contropiede, perde palla e per recuperarla è costretto a stendere Fragliasso. Il direttore di gara Rossignoli di Firenze mostra il rosso al capitano gialloblu.
La corrida prosegue e al 31′ minuto viene ristabilita la parità con l’espulsione del difensore rossazzurro Schio per un fallo sullo sgusciante Clementi che gli costa il secondo giallo. Nella ripresa non accenna a cambiare il refrain della gara: al 61′ fuori Cipriani, anch’egli per somma di ammonizioni.
Ma è pochi minuti dopo che si arriva all’episodio chiave che segna l’incontro: è il 65′ quando un gettone telefonico lanciato da una tribuna, colpisce in pieno volto il centrocampista del Catania Beppe Scienza, che finisce a terra coprendosi il volto con le mani; il giocatore esce in barella soccorso dai medici rossazzurri e verrà trasferito all’ospedale S. Isidoro e S. Giovanni di Dio dove gli verranno praticati due punti di sutura allo zigomo destro.
In occasione dell’incidente, gli animi ormai scaldati ribollono senza freni: il dirigente gialloblu Scuto indica all’arbitro che la moneta è stata lanciata dal settore dei supporter catanesi. Lo stesso fa Irrera, generando una serie di discussioni che sfociano in minacce, calci, testate, spintoni. Ne fa le spese lo stesso giocatore che viene espulso, lasciando i propri in nove e ristabilendo così la parità numerica. Sugli spalti succede di tutto, lanci di pietre, arance e monetine fra le tribune, qualche sasso viene lanciato pure all’indirizzo del direttore di gara. Frattanto Sormani è costretto a sostituire il centrocampista ferito con Leonardo Rossi.
Il gioco riprende con le due compagini senza mordente, che paiono contentarsi del pareggio, cosicché anche tra le due tifoserie si placa l’ira. Finisce con un anonimo zero a zero senza sussulti, coi due portieri Sansonetti e Paradisi quasi mai impegnati a parte un tiro di Ghezzi per il primo e una punizione di Tomasoni per il secondo.
“Certi gesti hanno del tribale mi spiace per il mancato spettacolo” sono le parole affrante del tecnico giarrese Walter Nicoletti, un sergentaccio coi baffoni e gli occhiali scuri, che ricorda vagamente l’attore Pippo Santonastaso.
Da par suo getta acqua sul fuoco il presidente rossazzurro Attaguile, rinunciando al ricorso per ottenere i due punti a tavolino. “Il Catania sta costruendo un’immagine di se stesso, vogliamo vincere sul campo in maniera sportiva, e oltretutto non vogliamo interrompere i buoni rapporti con la consorella giarrese”, queste le parole del massimo esponente del sodalizio etneo, cui fanno eco quelle del patron gialloblu Musumeci: “Devo dire grazie al Catania che rinunciando al ricorso ha scritto una bella pagina di sport”.
18 febbraio 1990, Giarre-Catania 0-0
Giarre: Sansonetti, Praticò, Irrera, Spigarelli, Biviano, Tomasoni (69’ Alberti), Torti, Castellazzi, Clementi (89’ Bardi), Schincaglia, Torresani. All. Nicoletti.
Catania: Paradisi, Fragliasso, Salvadori, Manieri, Schio, Sciuto, Ghezzi, Scienza (69’ Rossi), D’Ottavio, Della Scala, Cipriani. All. Sormani.
Arbitro: Rossignoli di Firenze
Nella foto tratta da La Sicilia: i due tecnici al termine della partita.