È mercoledì 25 agosto 1999: sono passati quattro mesi esatti da quel benedetto pomeriggio di “liberazione” in cui Roberto Manca, con la sua precisa inzuccata a rete, ha fatto vibrare di gioia i cuori di migliaia di catanesi con quello che sarebbe stato il gol decisivo per la promozione in C1, poi giunta matematicamente contro la Juveterranova.
Adesso i rossazzurri affrontano in trasferta proprio la squadra gelese, per la seconda gara del girone R della Coppa Italia di Serie C. Alla prima, appena tre giorni prima, erano stati battuti i giallogrigi atletisti nel derby.
In un caldo e afoso pomeriggio, la cornice del “Vincenzo Presti” di Gela è composta da circa duemila tifosi vocianti, di cui uno sparuto gruppetto (intorno alle cento unità) supporter di fede catanese, che non mancano di farsi sentire.
Gli uomini di Ammirata, il baffuto ed esperto allenatore della squadra di casa, mancano di tante pedine importanti: Chiti, Moschella, Caputo e sopratutto il bomber Dario Di Dio (con un passato nella città dell’elefante e dunque ex di turno).
Il primo tempo scivola via segnato da un gioco alquanto semplice e compassato dei ragazzi di mister Simonelli, l’allenatore filosofo col sorriso sornione; dall’altra parte i biancoblu tentano di sopperire alle pesanti assenze con slancio, agonismo e aggressività, tant’è che Umberto Brutto, dopo uno scontro di gioco, finisce sanguinante al naso fortunatamente senza ulteriori gravi conseguenze.
Manca appena un minuto all’intervallo; il Catania ha timbrato finora una traversa e costretto il portiere Bressi ad un paio di interventi delicati. Un’azione del giovane La Cava sembra non trovare sbocco, ma invece dalla sinistra irrompe Pagano, terzino “alla Facchetti”, che crossa il pallone a centro area pescando Zampagna (lungagnone col fisico da corazziere e i lineamenti alla John Wayne) che con un preciso tocco di piatto sinistro scaraventa in rete.
Nel secondo tempo, demoralizzati dal punteggio, i padroni di casa perdono la bussola e naufragano letteralmente, subendo l’iniziativa avversaria. Il Catania spreca buone occasioni per il raddoppio con Napolioni e sopratutto con Brutto, quest’ultimo servito egregiamente da Zampagna.
Ci pensa il signor Giammillaro di Messina, arbitro dell’incontro, a mettere un po’ di pepe alla seconda frazione di gioco, espellendo prima Comandatore per fallo da tergo su Napolioni (minuto 57) e ristabilendo la parità al 77′ mandando anticipatamente negli spogliatoi Fiumana per doppia ammonizione. Finisce così, senza ulteriori sussulti.
“Soffro il caldo, ma sto bene qui in Sicilia, spero di fare cose egregie”
sono le parole di un sudatissimo Riccardo Zampagna al termine della sfida.
“La squadra? Mi è piaciuta di più domenica con l’Atletico!”
sbuffa Simonelli, che predica la calma, ma in cuor suo spera di poter plasmare una squadra votata al bel gioco, che riesca a bissare l’obiettivo della stagione precedente. Ahilui, speranze vane.
25 agosto 1999, Juveterranova Gela-Catania 0-1
Juveterranova: Bressi, Milazzo, M.Comandatore, Surace, Italiano, Conte, Di Meo, Porchia, Nassi, Musumeci, Carlucci (59’ Pappalardo). All. Ammirata.
Catania: Iezzo, Fiumana, Pagano, Napolioni, D’Angelo, Recchi, Brutto (68’ Passiatore), Marziano (76’ Ripaldi), Zampagna (78’ Paris), Facciotto, La Cava. All. Simonelli.
Arbitro: Giammillaro di Messina.
Gol: 44’ Zampagna
Nella foto: il rossazzurro Napolioni contrasta il gelese Conte.